Cammino fino al palazzo, come mi aveva insegnato Harry disattivo l'allarme, mi sfilo gli stivali per non fare rumore date le due guardie che controllavano tutti i piani, salgo di corsa le scale stando attenta a non farmi sentire e notare. Non provavo nulla, nessuna paura, dubbio o ripensamento. Solamente un bisogno più forte di me di farlo. Entro nel suo studio poco prima che ci passi davanti una guardia. C'erano le telecamere lì dentro ma non mi importava nemmeno di quello, cel'avevo in pugno. Osservo una telecamera e sorrido facendo il dito medio. Inizio a frugare nei cassetti, negli armadi, dentro la poltrona, il tutto il più silenziosamente possibile. Nulla in quella stanza non c'era niente che potesse ricondurre ad una rosa bianca. Cercai di collegare le sinapsi, dove potersi nascondere delle informazioni così importanti? Dove nessuno guarderebbe per cercare qualcosa di elettronico...i libri. Mi volto verso la libreria passando il dito su ogni titolo e fermandomi su uno, un brivido mi corre lungo la schiena per il suo titolo sangue su petali bianchi lo tiro fuori, è un fantasy piccolo e dalla copertina rossa con una rosa bianca disegnata in mezzo. Lo apro e non devo nemmeno sfogliarlo quando dentro trovo nascosta la pennetta nera con un adesivo di rosa bianca. Mi siedo davanti al computer aprendolo, era davvero tutto là. La sfilo subito infilandola in borsa. Se c'erano altre copie presto sarebbero bruciate all'inferno insieme a quel dannati labrinto. Rubo una rosa bianca dal vaso sulla scrivania prima di iniziare a spargere la benzina fino alle scale, lascio cadere un fiammifero ed immediatamente una parte delle scale e lo studio sembrano esplodere. Entro in ascensore sentendo le guardie spalle scale. Arrivo al piano terra e spargo anche lì la benzina su ogni angolo e vedo le guardie uscire dal retro mentre io dò fuoco anche a quello. Prima di andarmene però prendo La Rosa bianca e la lego con un elastico ad una roccia e la lancio dall'altro alto della strada mentre osservo l'incendio divampare in tutto il palazzo. Mi infilo di nuovo le scarpe ed abbasso la testa mentre inizio a camminare di fretta verso la strada principe del centro. Lì fermo un taxi e mi faccio portare all'aeroporto. In me si diffuse una calma tanto profonda da spaventarmi, ero slava, avevo salvato tutti e finalmente avrebbero avuto la loro libertà. Una vita, la mia vita stava per cominciare ma prima avevo un ultima tappa. In aereo mi venne quasi da piangere pensando che non avevo nulla da temere, non più, semplicemente libera. Potevo fare qualsiasi cosa volevo. Atterrata a Toronto per prima cosa vado a comprare un cambio di jeans neri leggermente imbottiti dentro ed un piumino nero dato il freddo. Toronto è una città bellissima, ci ero stata in vacanza con la zia una volta, non potevo credere che ero ad un passo da mio fratello. Mentre osservo il paesaggio mozzafiato passarmi sotto gli occhi alcuni ricordi mi affiorano alla mente
"Kendall tu rimarrai con me per sempre?" Domando avvicinandomi ancora di più al suo petto mentre mi abbraccia
"Certo carota, dove potrei andare senza di te"
Eri andato lontano Kendall, vivevi senza di me, lontano da tutta quella merda che la tua famiglia mi aveva buttato addosso. Questo dolore doveva essere diviso, non solo a mio carico, mi hai lasciata sola a me stessa, sola contro i miei demoni ed ero solo una bambina. Eppure avevi scelto comunque la libertà. Lo capivo adesso, ma quanto egoismo doveva avere per ignorarmi tutti questi anni. Si ferma davanti alla casa. Si affacciava sul mare, non era molto grande come me l'aspettavo, a due piani, fatta in mattoni con un bel giardino davanti dove era parcheggiato un suv nero, la porta bianca stonava con tutti quei colori scuri. Ma lungo il vialetto tutti i fiori rendevano la vista apprezzabile. Suono al citofono e la risposta arriva prima di quanto credessi. È una voce femminile con un particolare accento spagnolo nella voce.
"Chi è?"
"Slave volevo parlare con Kendall Ghost, gli dica che mi chiamo Kyra" nessuna risposta ed il cancello non si apre per un po' poi improvvisamente fa uno scatto. Cammino lungo il viale in ghiai con i fiori attorno. Raggiungo i cinque gradini che conducono alla porta sotto al portico colonnato. Prima che io possa suonare la porta viene aperta e lui è lì. I suoi capelli biondi tagliati cortissimi, gli occhi celesti uguali a quelli dei miei genitori sembravano rispecchiare il mare. I lineamenti definiti e le spalle larghe, lo avevo immaginato proprio così nei miei sogni. Mi osserva come se avesse appena visto un fantasma.
"Non è possibile. Kyra? La mia carota" non riesco a sorridere nemmeno di fronte al quel soprannome, faceva male non riuscire ad avere reazione, lo lessi anche nel suo sguardo che non capiva. Apro la borsa e gli lascio la busta con la mia letta, tre fogli in cui gli raccontavo passo per passo la mia vita, gli sussurravo i miei veri pensieri e le mie emozioni. Gli gridavo di tutte le volte che avevo avuto bisogno di lui e lui non c'era, di tutte le volte che però l'ho immaginato accanto a me. Poi finalmente parlo.
"Mi dispiace che tu mi veda così ma purtroppo sono appena uscita d'ospedale. Verrano a cercarmi in molti te lo dico subito. Digli quello che vuoi non mi interessa più. Ma sono qui per una domanda soltanto" lui Annuisce mentre si rigira la busta tra le mani
"Dimmi tutto"
"Sapevi che dall'altro lato c'ero io? Sapevi che mi stavi lasciando sola?" Sgrana leggermente gli occhi prima di abbassare lo sguardo ed annuire, già...non mi sorpresi nemmeno tanto, era nel sangue degli Williams, avevano il talento innato di riuscire a sorprendermi sempre, ad essere sempre peggiori. Ma non più.
"Non eri sola, abbiamo una famiglia grande e zio Mark mi aggiornava sempre sulle tue condizioni" lo osservo senza dire nulla, non mi importava che si fosse interessato, mi aveva lasciato mentre io combattevo perché non prendesse troppo di me.
"Già. Ciao Kendall ti auguro una vita migliore della mia" sorrido, un sorriso sincero, lo avevo tirato fuori con la forza, da quel passato lontano che mi aveva dato gioia, ciò che restava della vecchia me. Mi volto tornando verso il taxi. Avrei voluto perdonarlo, davvero...volevo capire che tipo fosse diventato, se era rimasto buono e altruista. Ma non avevo lo forza per dimenticare tutte le lacrime che lui avrebbe potuto evitare e non l'aveva fatto. Semplicemente non potevo più combattere nemmeno per lui. Che d'altro canto non aveva combattuto per me. Non volevo nemmeno sapere perché ci avevano divisi, per tenere lui al sicuro, un vero Williams, io meritavo invece le loro cattiverie? No non le meritavo ed ora andavo a riprendermi la vita che mi avevano rubato. Andai a cambiare il mio nome, si poteva fare legalmente e mi svincolai da qualsiasi legame tutelare con la famiglia Williams. Pagai un po' di più sotto banco perché facessero in modo che Kyra Wiliams non fosse mai esistita mentre Elena Torres esisteva da sempre, cambiai anche la mia data di nascita, 5 aprile...il giorno in cui mi ero svegliata dal coma, quella era stata il vero inizio della mia vita. Lo feci in Austria con l'aiuto anche di Tyler, mi trattenni là per circa due settimane per rifare, passaporto e carta d'identità. Tutto legale, non volevo avere nulla a che fare con la criminalità d'ora in poi
"Stai attenta bellezza, per il mondo girano brutte persone" mi ride dietro all'aeroporto
"Dici? Eppure non l'avrei mai detto" rispondo ironica mentre Scuoto la testa
"Ti aspetto a Natale"
"Forse un giorno" gli faccio la linguaccia prima di sparire oltre le porte dell'aereo verso la vita.
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White rose ~broken soul~
RomanceWhite rose parte due: consiglio vivamente di leggere il primo libro per capire il filo logico ******** Kyra si è sempre sentita fuori posto e di certo non è una casualità. Dopo aver scoperto i segreti che le avevano nascosto le bugie che le avevano...