Indagini

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Una luce fortissima mi investe, la prima cosa che vedo è la parete vetrata davanti a me, si affaccia su una strada affollata di auto ed oltre un parco. Poi il viso del dottore che con una luce mi controlla gli stimoli, voltando ancora la testa: il viso di un infermiera giovane e carina che mi sorride incoraggiandomi.
"Ben tornata. Sai dirmi come ti chiami?"
"Kyra Williams" non che quello fosse il mio vero cognome
"Che giorno è?"
"Il giorno dell'incidente doveva essere il 3 marzo" Annuisce
"Hai dormito un mese, siamo al cinque aprile" Annuisco mentre lui continua a scrivere.
"L'ultima cosa che ricorda?"
"Mio cugino Tyler nella mia stanza, stavamo parlando, lui mi ha dato una brutta notizia allora volevo uscire per prendere aria e credo di essere caduta" il dottore Annuisce
"Le sue costole sono apposto. Ma deve restare per dei controlli" Annuisco. Il dottore se ne va lascandomi con L'infermiera che mi tira su sistemandomi i cuscini e lascandomi davanti il mio pranzo suppongo.
"Almeno trenta persone fanno un via vai qui dentro da un mese. Deve essere molto amata" storco il naso continuando però a guardare il cielo limpido dalla finestra.
"Dopo pranzo saranno molto contenti di vederla"
Sospiro sapendo che tanto avrei dovuto avere due settimane di convalescenza qui e che quindi prima o poi lì avrei incontrati
"Scusi può far venire prima Austin Moore? Se non ho visto lui non voglio vedere gli altri" lei Annuisce prima di chiudersi la porta alle spalle. Scanso il cibo senza avere un briciolo di fame. Osservo l'ago sul mio braccio ed il camice che ho addosso. Mi alzo per andare al bagno e sono costretta ad appoggiarmi al lettino dati i muscoli non allenati. Passando al poggiarmi alla sedia e poi alla maniglia della porta riesco ad arrivare al bagno. Mi guardo allo specchio e per poco non mi viene un colpo, sono scarna e pallida, i miei occhi sono vuoti, se non sono morta fisicamente di certo lo sono dentro. Questa visione mi ricordava tanto la Piccola me, subito dopo la morte dei miei, quando guardandomi allo specchio non mi sono riconosciuta. Mi sciacquo il viso legando i capelli in una crocchia disordinata. Torno lentamente al lettino e scanso la coperta pesante restando solo con il lenzuolo bianco, iniziava a fare caldo. Circa due ore dopo in cui io ho dormito entra Austin in stanza.
"Buongiorno dormigliona" non riesco a sorridergli nonostante il suo talento di infondermi gioia. Lui non si fa problemi ovviamente e si siede accanto al lettino.
"Come stai?" Domando
"Quella sul lettino d'ospedale sei tu" mi fa notare
"Giusto quindi saranno i dottori a dirti come sto io. Invece sei tu a dovermi rispondere" lui si fa improvvisamente serio
"Mi hai spaventato davvero. Che non ti salti in testa di rifarlo" Annuisco
"Parlami di tua moglie" me ne sarei andata presto e volevo dire di averlo conosciuto bene, perché se c'era una persona di cui andavo fiera era lui. Lui sembra non capire ma rispetta i miei desideri. Parlandomi di sua moglie e della sua malattia, si erano sposati a vent'anni e a venti tre avevano divorziato. Lei per i primi due anni di matrimonio aveva combattuto. Lui le era sempre stato vicino perché l'amava. Una volta guarita però lei sembrava instancabile, gli chiedeva sempre più soldi, voleva fare sempre più cose, andare alle feste e a tutti i ricevimenti e mettersi sempre in mostra. Un giorno ha trovato qualcuno con cui avrebbe fatto più bella figura, un italiano e allora aveva chiesto il divorzio ed era andata via di casa. Erano passati ormai due anni dall'ultima volta che l'aveva vista.
"Era la mia prima fidanzata e dopo di lei non ho avuto storie serie. A parte te scusa" mi prende in giro ed io Sbuffo
"Cosa farai ora? Sai mi hanno detto tutto" mi faccio seria perché in nessun modo lui deve finirci in mezzo.
"Penso che prenderò una areo e andrò dove mi porta il cuore. Chi lo sa. Ma prima ho un conto in sospeso da chiudere..." prendo un pezzo di carta e scrivo il suo nome, il nome di mio fratello.
"Devi andare dalla giornalista che ha scritto l'articolo dell'incidente e chiedergli perché ha mentito sull'incidente e fatti dire i nomi dei poliziotti coinvolti, dopo vai da questi poliziotti e chiedi com'era fatto l'uomo o la donna che hanno portato via il bambino e poi vieni a dirmi tutto" annsuice prendendo il foglio e alzandosi, mentre sta andando verso la porta lo fermo
"Austin grazie, e ti prego non parlarne a nessuno. Fai entrare Tessa" mi fa l'occhiolino prima di chiudersi la porta alle spalle. Pochi secondi dopo Tessa entra con in braccio la bambina ed una cartella in mano. Mi guarda sorridendomi con le lacrime agli occhi.
"Kyra, davvero non avrei saputo come fare senza te" presto dovrà imparare, perché me ne andrò ma non li lascerò soli ne abbandonati. Ma non sarò con lei. Mi dispiaceva davvero lasciarli ma o io sopravvivevo o loro vivevano senza combattere. Mi passa la cartella laccandomela in mano
"L'ho trovato, è lui il nostro uomo, ogni indizio conduce a lui. Ho lasciato una cimice nel suo studio. Incontra spesso tipi strani, dà degli ordini in codice, non si fa mai vedere in giro e di tutta l'azienda se ne occupa il suo assistente. Sono certa che è lui e che le informazioni sono in quello studio" apro il fascicolo vedendo le foto del suo studio, le foto delle riprese dei tipi con cui si è incontrato e dalla sua auto. Poteva essere lui ma dovevo vederlo in faccia. Scorrendo tra le varie foto finalmente ne trovo una sua, di un ristorante, indossa un completo nero ed accanto ha una donna bellissima. Aveva una famiglia? Un uomo in grado di amare era davvero capace di tutto questo? Ma la cosa che mi sorprese di più non fu la ricchezza o La donna ma il suo aspetto. Aveva qualcosa di familiare, come se l'avessi già visto da qualche parte, somigliava a me credo. Alzo lo sguardo su Tessa, le brillano gli occhi per l'entusiasmo. Era lui. Risalire alle sue tracce era stato facile, aveva ereditato l'azienda del padre ed i suoi affari illeciti. Bastava cercare bene. Per questo lui ci lanciava le sue stupide sfide per tenerci distratti, per portare la nostra attenzione altrove perché altrimenti lo avremmo trovato. Ma il cel'avevo fatta comunque.
"Va bene ora vorrei stare sola"le dico solo quello, lei mi guarda leggermente interdetta come se l'avessi offesa, ma senza indugiare oltre si volta e va via.

White rose ~broken soul~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora