A casa

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Dopo aver parlato al cellulare con l'agente immobiliare, nel frattempo sistemato la valigia inizio ad andare a prendere le cose fondamentali dalla sala arte. Metto le tele al loro posto ed i colori lo stesso. Alla fine ho tre valige di vestiti una sacca e le tele di arte, più un'altra sacca per oggetti extra come foto e libri. Metto le sacche e le tele in macchina mentre delle valige ne entrano solo due al posto del passeggero. La terza la farò portare dall'autista mentre andrà a prendere uno degli altri. Scrivo ad ognuno di loro che dopo domani alle 10 di mattina un autista sarebbe passato a prenderli e lì avrebbe portato a casa, Tessa mi rassicura dicendomi che lei verrà da sola. Così ho una macchina di meno a cui pensare. Devo trovare un autista ed una domestica altrimenti rimarremmo sommersi nella sporcizia, ed anche un giardiniere, perché se mi ricordo bene il giardino è almeno tre volte la casa, ora che la casa è anche più piccola sarà immenso. Scendo dirigendomi in cucina dove i nostri sette dipendenti stanno mangiando.
"Salve" si alzano tutti in piedi ed io faccio segno di sedersi.
"Mi dovete aiutare, conoscete una cameriera, un autista e un giardiniere"
"Mio fratello cerca lavoro Sono certo che sarà contendo di fare l'autista, inoltre ha una moglie che potrebbe fare da cameriera. Ma a cosa le serve Signorina" mi parla il mio autista ed il gli sorrido, quante volete mi aveva coperta o slavato il culo, lo adoravo ed ero cresciuta con lui, lui mi recuperava da ubriaca, fatta o in qualsiasi altra situazione non fiatando mai
"Mi trasferisco amici miei, mi mancherete da morire" sorride e anche a loro vengono le lacrime agli occhi. Prendo il numero dell'autista
"Il giardiniere può chiamare la mia ditta lo manderanno tre volte a settimana" sarebbe assolutamente perfetto così accetto io numero del giardiniere che ormai vive qui. Chiamo sia la ditta che mi risponde che mi manderà il giardiniere da lunedì prossimo mentre l'autista e la cameriera si trasferiranno con me domani. Vivranno della dependance nel giardino, distante dalla villa principale.
"Adesso abbiamo tempo per noi?" Lewis mi abbraccia da dietro stringendomi i fianchi, rido voltandomi verso di lui
"Gli altri dove sono?"
"Mi hanno lasciato qui a controllarti" ammette sincero ed io lo apprezzo più che mai.
"Discoteca?" In fondo in futuro avremmo avuto pochi modi per divertirci insieme
"Discoteca" Annuisce sorridendo. Eravamo assurdi io e lui, mai un appuntamento normale, mai un attivita normale, eravamo costantemente sulle montagne russe e questo non faceva che divertirmi ancora di più. Indosso velocemente dei leggings in pelle neri con una fascia bianca sopra. Lego i capelli in una coda alta e metto il rossetto rosso, e degli stivaletti neri con un leggero tacco. Scendo di corsa con il cellulare in mano. Lui resta con i suoi jeans neri e la maglietta nera, bello da fare invidia. Mentre fuma illuminato dalla luna non posso credere che lui sia mio, mio e di nessun'altra. Tra tutte quanti lui aveva scelto me, che non ero poi niente di speciale. Invece aveva sorriso solo a me e non avrebbe potuto darmi regalo più grande.
Si volta a guardarmi cogliendomi di sorpresa tuttavia non volto lo sguardo.
"Andiamo?" Spegne la sigaretta prima che io possa avvicinarmi, nonostante l'avesse appena accesa. Sà quanto mi dà fastidio. Lo prendo sottobraccio mentre l'autista ci aspetta in fondo alle scale.
**********
La mattina dopo lui come richiesto da me mi sveglia alle sei circa, in modo che io non incroci gli altri.
"Mi metterai nei casini" mi ringhia contro mentre io ruoto gli occhi
"Be allora vattene puoi dare tutta la colpa a me" gli rispondo infastidita e come risposta ricevo un suo spintone scherzoso mentre carico le valige sull'auto del mio nuovo autista.
"Salve Ricky le ho mandato l'indirizzo di casa, porti la roba lì. Buongiorno anche a lei Lucia" stringo la mano ad entrambi che mi sorridono, hanno all'incirca trenta e quarant'anni. Subito dopo torno verso la mia auto parcheggiata in garage. Sapevo che Lewis aveva gli ordini di tenermi in casa ma di certo non avremmo usato i nostri sentimenti gli uni contro gli altri. Credevano che ci saremmo ingannati a vicenda invece eravamo più sinceri che mai. Mi allungo sulle punte baciandolo.
"Non vuoi proprio dirmi dove vivi" Scuoto la testa
"Non voglio metterti in una situazione difficile"
"Mi ci hai già messo" Sbuffo allentandomi da lui
"Voi non mi avete voluta"
"Loro" mi corregge mentre salgo in auto
"Non sono forse la tua squadra?" Ringhio, li aveva scelti lui quindi evidentemente conosceva ogni suo lato.
"Sai cosa hanno fatto per me"
"Certo ti hanno trascinato all'inferno"
"C'ero già e lo sai" ringhia. Ecco che tornavano a discutere, lo facevamo sempre.
"Ma potevi uscirne ora sei in trappola"
"É una mia scelta stare qui"
"Forse è ciò che vogliono farti credere" tira un pugno all'auto ed io parto senza aggiungere altro.
Mi dispiaceva che la verità lo turbasse tanto ma era così e di certo non aveva alcun motivo di negarlo. Raggiungo la casa e sento mozzarmi il fiato mentre il cancello grigio in metallo automatico si apre, un piccolo tratto di ghiaia mi porta in un garage abbastanza grande per due auto. Dopo torno indietro verso l'ingresso è davanti a me si staglia una lunga scalinata bianca, con un muretto bianco con all'interno dei cespugli perfettamente tagliati, delle luci ai lati ancora accessi nonostante le prime luci del giorno. Volendo potrei non salire la lunga rampa di scale ma scendere il giardino e raggiungere la porta finestra che mi porterebbe al salone secondario al piano inferiore. Ma non ho le chiavi. Salgo le scale due a due ritrovandomi di fronte al portone marrone, le pareti della casa hanno delle grandi vetrate che anche da lontano lasciano intravedere l'interno. La porta di casa è aperta così entro chiedendo permesso.
"È quasi casa sua" mi sento rispondere, l'ingresso lungo ma stretto para davanti a me delle scale che poggiate al muro opposto al mio. Giro a destra ritrovandomi in un salone moderno come tutta la casa, il divano è grigio, interamente in pelle, un tavolino in vetro poggiato sul parquet bianco, due pareti sono tutte bianche fatta eccezione per una completamente vetrata che da sull'ingresso e quella opposta che è una grande libreria in legno chiaro, di fronte alla vetrata poggiata su un mobile bianco c'è un televisione al plasma, con tanto di casse già installate. Andando invece a destra ci si ritrova in una sala da pranzo open spiace con la cucina. Il tavolo in vetro ha intorno sette sedie bianche con un solo capotavola, il tappeto grigio rende il tutto più elegante un un lampadario in cristallo. Poggiate sopra al tavolo ci sono delle orchidee, la cucina, divisa da solo un mobile a quadrati nella quale sono state messe delle piante per non permettere di vedere dietro. Abbastanza grande da creare una specie di porta laterale. Un intera parete è coperta da elettrodomestici vari mentre alla mia destra c'è il banco da lavoro. Salendo le scale invece ci si ritrova in uno spazio aperto quadrato, con una scrivania addossata contro la parete priva di finestre, un tappeto sul parquet in legno e tutte le pareti bianche, lascio la roba d'arte lì, la stanza si divide in due corridoio ognuna con tre porte, le porte una di fronte all'altra conducono a delle stanza tutte uguali, un letto alla destra poggiato su un tappeto peloso, chi bianco, grigio, rosso o blu, la prete opposta all'entrata è vetrata è dà o sull'ingresso o sul giardino sul retro a seconda della posizione, ad un alto della porta una cassettiera all'altro invece una scrivania, per tutti i bianchi o neri ed una sedia bianca girevole, difronte al letto a sinistra c'è un armadio a quattro ante specchiato per tutti. Le porte centrali invece sono bagni, piccoli dotati di doccia, lavandino e water. Tutti tendenti al celeste e bianco. Al piano inferiore ci si ritrova in un salotto più piccolo non vetrato, tendente ai colori scuri, il divano nero come le poltrone, di fronte ad un camino in mattoni, anche questo si divide in in due corridoio e la stessa disposizione delle stanze superiori. L'unica differenza è il colore della parete dove poggia il letto e del tappeto. Sono un totale di otto stanze.
"Signora non ha visto la stanza d'arte" tornando in sala da pranzo mi rendo conto di una porta che conduce ad una stanza ampia, con solo un tavolo al centro, un intera parete piena di libri, ad un angolo è posizionato un pianoforte a coda nero, ma la parte più bella è la portafinestra come quella della sala da pranzo si può aprire e conduce direttamente al tavolo di fuori sotto un portico colonnato, alla sinistra invece una splendida piscina che affacciandosi si può vedere il giardino ad un livello più basso, e l'entrata al di sotto di quella padronale. È la casa più bella che io abbia mai visto. Firmo il contratto senza pensarci due volte e stacco l'assegno. Ben tornata a casa Kyra.

White rose ~broken soul~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora