Non è mai la fine

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Mi siedo a tavola, il mio tavolo è composto solamente da noi cugine. Mangiamo in completo silenzio sappiamo cosa ci attende ora, mostrare i nostri talenti, questo ballo era una sorta di gara a chi era più meritevole del nostro cognome. Lorene e Desirè sembravano pronte a schiacciarci. La prima ad esibirsi fù appunto Desirè cantando in modo sublime una canzone di Adele, Cassie suona il violino come se stesse parlando direttamente ai nostri cuori, Lorene esegue un passo del lago dei cigni che in confronto una ballerina Si inchinava, Stacy mostra a tutti i modelli dei suoi vestiti che se mi avessero detto che lo aveva fatti una quindicenne avrei riso. Poi toccò a me, potevo scegliere qualsiasi cosa, sapevo cantare, suonare la chitarra e me la cavavo ballando, ma non ero brava, non erano le mie passioni. Inoltre avrei potuto scegliere tra milioni di dipinti ma ne scelsi uno speciale, scelsi quello giusto quello più vero. Un quadro fatto ad olio, un capo di guerra tra colori, sembrava che un matto avesse buttato lì della vernice, ma tra quei colori sbucava il volto di un lupo che in alcuni punti sembrava sparire otto i colori in altri come negli occhi sembrava sovrastarli, era il quadro che mi aveva emozionato di più disegnarlo. Lo appesi la in modo che chiunque volendo potesse osservarlo
"Come sappiamo che l'hai fatto tu? Stacy ci ha portato le foto come prove" ringhia il padre di Jordan, quell'uomo irascibile che mi prendeva a schiaffi da piccola.
"Infatti faccene uno adesso" sentii l'ansia invadermi di colpo, dipingere davanti a tutti, dipingere cosa poi, da quanto non lasciavo libero sfogo alle mie emozioni? Un eternità
"Ci vuole tempo"
"Anche per il resto della serata" dice zio Mark . Sento le mani iniziare a tremare, volevo urlargli di stare zitti, che non ci capivamo nulla d'arte o di qualsiasi altra cosa. Ma avevo fatto una promessa niente sfuriate. Prendo un profondo respiro e chino la testa davanti alla potenza della mia famiglia. Ma solo per oggi mi abbasserò a loro, che non se lo aspettino mai più. Mi viene portata la roba per dipingere, mi siedo di fronte allo sgabello e le luci sopra di me si spengono. Ognuno riprende a ballare e a muoversi per conto proprio ma non la mia mano. Mi stava privando anche di conoscere qualcuno qui, di ballare, parlare con i miei amici e divertirmi. Lo odiavo. Chiudo gli occhi ricordando le parole di papà
"Lo odio"
"Non so dice" mi rimprovera
"Non è una parolaccia" Mi imbroncio
"È tuo fratello, la tua famiglia, sei arrabbiata forse ma non lo odi, trasforma la rabbia in grinta e lo ringrazierai"
Faccio così. Chiudo gli occhi prendo un bel respiro e lascio che tutto venga fuori, penso a quando io e zio avevamo i nostri monti segreti, penso alle sue risate e ai suoi dolci rimproveri e lentamente ricordo come i nostri momenti segreti si sono trasformati in guerra, penso alle sue urla e a quando mi ha praticamente esclusa dalla famiglia. Penso a tutto ciò che la mia famiglia mi ha tolto ma non riesco a dipingerlo perché dentro di me avevo speranza è questo mi bastava a non odiarli. L'unica cosa che ora mi sembrava degna di nota era una fiaba che parlava di stelle. Sento ogni emozione fluirmi di dosso, mi sembra di avere quello spirito davanti a me, mi sembra di essere anche io con sua nipote, mi sembra di sentire il calore di un cuore luminoso e potrei giurare che stavo volando tra le stelle quando dopo due ore buone ho finito il dipinto. Lo osservo e sordido, il cielo stellato è fatto come se fosse qualcosa di astratto lontano da ogni immaginazione, da là si vede una mano celeste che si allunga verso la terra rossa e nera, come se fosse l'inferno, un posto per dannati. Un ragazzo ed una ragazza stanno abbracciati, solo delle ombre nere, Se non fosse per la stella che brilla ad entrambi all'altezza del cuore, lui è con la mano alzata mentre tiene stretta lei. O entrambi o nessuno e le stelle li hanno presi entrambi. Faccio la mia firma ad un angolo in basso e mi alzo togliendo il grembiule, il vestito è pulito ma non le mie mani, vado al bagno a lavarle per poi ritoccare il trucco torno giù e trovo gran parte della gente accerchiata attorno al mio nuovo dipinto. Avrebbero votato i cugini.
"Balliamo?" Mi volto verso Ian ed Annuisco non potendo rifiutare, anche se non so se l'avrei fatto. Balliamo proprio come ho fatto con Charly con le labbra che sembrano sul punto di toccarsi, ma Ian mi tiene con più forza e meno delicatezza, glielo leggo negli occhi che si sta trattando.
"Non è da te piegarti al volere altrui"
"Cosa ne sai tu di me?" Si irrigidisce
"Ricorda che ero il tuo angelo custode"
"O stolker, punti di vista" ride nell'incavallo del mio collo, ci lascia un dolce bacio che mi destabilizza leggermente.
"Ricordi quando Tyler stava per molestarti?" Mi irrigidisco solo sentendo il suo nome, non sono cose che dimentichi, il suo viso era nitido nella mia mente nonostante la droga che quel giorno non mi aveva slavata come aveva fatto altre volte, ma condannata...non l'avevo mai vista come una trappola ma ora lo sembrava. La droga era stata la mia trappola e non più la mia via di fuga. Annuisco mentre lui mi stringe più forte percependo la mia debolezza.
"Ero io quello che ti ha salvato il culo, poco dopo sono stato cacciato, ma non potevo restare a guardare quella volta, è stato più forte di me. Quindi Kyfa non dirmi che non ti conosco perché so chi sei" mi aggrappo a lui con ogni mia forza, era stato lui il mio salvatore, lo stesso che forse durante l'incidente mi aveva portato all'ospedale prima che morissi, mi aveva protetta da lontano senza chiedere nulla in cambio. Ian nascondeva un lato buono che mi amava profondamente. Si allontana e prima che possa rendermene conto le sue labbra sono sulle mie, mi ritraggo immediatamente sentendo le labbra formicolare, che cavolo aveva fatto? Salto indietro scuotendo la testa.
"Kyra..."mi guarda supplichevole ma io sto scuotendo la testa, mi volto sentendo i suoi occhi su di me e lui è lì a guardarmi, stringe con così tanta forza il bicchiere che si rompe. Sembra che gli abbiano appena tirato mille coltellate ma prima che io possa guardarlo dritto negli così qualcuno mi Scuote, mi volto
"Kyra mi hai sentito?" Mi volto verso Stefan e quando torno a guardare la portafinestra c'è solo un cameriere che pulisce i vetri a terra. Accetto di ballare con Stefan che mentre io resto in silenzio ancora sconcertata per l'accaduto lui si complimenta per ieri, per il mio aspetto e per il quadro che ho dipinto. Ma io sentivo solo il battito accelerato del cuore, dopo che Ian mi aveva baciata avevo sentito soltanto il bisogno di correre da Lewis, ma era finita tra noi e quando lo vedo che balla con Lorene capisco che a lui sta bene così.
"Che cosa ti frulla in testa?" Mi volto verso Stefan dandogli tutta la mia attenzione, Scuoto la testa mentre sorrido e ballo a ritmo del mio cuore che si spezza.

White rose ~broken soul~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora