Il karma

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Raggiungo il tavolo della mia famiglia trascinandomi dietro una sedia, faccio mettere seduto Tyler per poi sedermi sulle sue ginocchia. Non li odiavo, non so perché ma avevo imparato a conviverci fin da piccola loro erano stati la mia normalità, contorta, malata e dolorosa ma pur sempre la mia realtà.
"Ciao a tutti" sorrido erano caduti in disgrazia probabilmente, Cody aveva rilevato tutto è chiuso ogni azienda illegale loro come si mantenevano? Li osservo bene, i gemelli stanno a testa bassa. Mentre Samantha sta con Jordan e mio fratello con la sua ragazza. Tiro un calcio sullo stinco a Tyler che non fiata
"Mi sembrava che tu avessero insegnato a parlare" Ringhio contro di lui esasperata lo stavano facendo insieme, non potevo farmi e trascinarmelo a presso.
"Ciao" borbotta
"Allora ditemi dove lavorare ora?" Domando curiosa, dubito che mi avrebbero mai chiesto scusa. Zio Mark ride amaro
"Ci sfotti anche?" Prendo due profondi respiri lascando che l'aria spenga il fuoco che mi arde dentro
"Non lo faccio. Jordan stavo studiando architettura i sbaglio? Gemelli voi non avevate scelto economia? Tu invece, Cassie, come va con il violino sei riuscita ad entrare a Parigi? Stacy sei ancora una maga con i vestiti?" Domando entusiasta, non mi ero mai resa conto di quanto potenziale e arte ci fosse nella mia famiglia. Mi pizzicano le dita per la voglia di dipingere questa lunga tavola rettangolare, pribabeinnte farei gli adulti grigi mentre i miei cugini tutti di un colore diverso per evidenziare il loro potenziale del mondo. Ora erano liberi dalle catene del gioco della rosa.
"Stai zitta!" Urla il padre di Stacy, Sobbalzo voltandomi verso mio zio
"Come pensi che abbiamo potuto pagare i loro studi? Ora sono tutti costretti a lavorare part-time mentre noi stiamo cercando dei lavori. Mentre per te la vita è stata facile no?" Chiede zio Mark. Sorrido la vita è una bilancia e loro stanno comprendendo che non è facile come credevano.
"Lavoro da tutta la vita non è così male" mi volto verso Cassie che sembra la più comprensiva, abbassa la testa distogliendo lo sguardo dal mio.
"Ti abbiamo dato tutto quando mai ti sei sporcata le mani?" Mi volto verso la madre di Lorene e Tyler, quest'ultimo mi stringe forte il bacino nascondendo il viso nell'incavalko fel mio collo. Mi volto leggermente notando che sta tremando, si era odiato così tanto per chi è era diventato a causa loro.
"Ti sbagli zia. Mi avete dato droga, alcol, botte, molestie e disperazione ed in ogni caso ho dovuto sporcarmi le mani da sola per riprendermi"
"Sei forte grazie a noi" grida Meson sento Tyler scattare ma gli accarezzo le mani facendolo rilassare.
"No, nonostante voi. Ci avete provato così tanto ad abbattermi! Non ho scelto di nascere nella famiglia fantasma, tanto meno di essere abbandonata. Non ho alcuna colpa, potevate uscire da questo circolo e pagare le vostre colpe ma come la pietà il coraggio non fa parte di voi Williams" dico calma
"Noi Williams?" Domanda Jordan, a differenza degli altri sorride sinceramente sorpreso. Cala il silenzio
"Voi Williams, la mia famiglia sono mio cugino Tyler sua moglie Charlotte, il mio compagno Dennis mio figlio Oliver. E chiunque d'ora in poi non mette il proprio interesse davanti all'amore. Non avete idea di che tesoro avete perso" dico voltandosi di lato accarezzando dolcemente i capelli di Tyler.
"Non mi pare che le molestie ti siano dispiaciute"
"Lorene io non sono diventato paziente come Abby quindi per favore taci. Mi hai drogato e sbattuto la verità in faccia, sei rimasta a guardare. Quindi tu sei colpevole quanto me. Quindi chiudi quella bocca che serve solo a sprecare ossigeno" è arrabbiato, davvero molto, stringe i pugni. Sorrido alzandomi e tendendogli la mano perché anche lui si alzi e mi asseconda ignorando i borbottii di Lorene.
"Io non vi odio ne nulla del genere. Qui ci sono il mio numero ed il mio indirizzo" lascio alcuni biglietti scritti da me al centro del tavolo
"Per qualsiasi cosa, quando volete io sono. La mia porta è sempre aperta e anche Tyler non sarà così maleducato dopo che ci avrò parlato" lo fulmino e lui alza gli occhi al cielo. La mia famiglia stava avendo già ciò che meritava non c'era alcun bisogno che anche io infierissi.
"Perché lo fai? Sei odiosa" sospira Mark
"Addirittura odiosa? Pensare che volevo essere gentile. Lo faccio perché il karma gira e voi state avendo ciò che meritate. Non potete conoscere la felicità senza aver conosciuto il dolore. Io grazie a voi ne ho conosciuta ogni sua sfaccettatura e per questo ora apprezzo ogni sfaccettatura della gioia. Diciamo che lo faccio per non avere debiti con il karma, rischierei di fare la vostra fine" sapevo che ero stata subdola alla fine ma ciò che ero non era scomparso, solo che preferivo che quell'ira è quella disperazione non prendessero il sopravvento perché non ne valeva la pena. Senza aggiungere altro mi volto andando verso il mio tavolo tuttavia Dennis mi intercetta trascendomi a ballare. Non l'ho ancora visto, ho allestito tutto questo per lui. Non può abbandonarmi, lo aveva promesso che non mi avrebbe lasciata sola.
"Dovresti essere felice"
"Lo sono" ammetto tornando a guardare Dennis senza vagare con lo sguardo sulla sala.
"Il fatto che cerchi di mentirmi potrebbe offendermi" trattiene un sorriso, ridacchio scuotendo la testa
"Non mento" si china sul mio orecchio
"Ti amerò io, te l'ho già detto" abbasso lo sguardo sentendo gli occhi pungere per le lacrime che minacciano di uscire, mi sentivo in colpa, perché sapevo che non sarebbe bastato, che quel buco nemmeno il mio Dennis poteva riempirlo per quanto lo volessi. Mi alza la il viso con le mani stampandomi un dolce bacio
"Scusatemi" Austin si avvicina titubante a noi, mi volto sorridendogli e asciugando una lacrima sfuggita al mio controllo
"Vendendoti ora penso che non potrebbe interessarti ma hanno visto Lewis seduto sui gradini qui fuori sotto la neve" mi volto di scatto verso Dennis che invece mi guarda preoccupato come se da un momento all'altro potessi diventare polvere.
"Una famiglia" alzo il mignolo in segno di promessa, lo afferra con il suo
"Quella che non abbiamo mai avuto. Va da lui e stravolgilo altrimenti mi avari deluso" mi stava istigando? Sorrido.
"Grazie" salto sulle punte lascando un bacio sulla guancia ad Austin, alzo il vestito attraversando la sala di corsa, oltre quelle porte mi attendeva la mia tanto amata speranza. Esco sentendo subito l'aria gelida pungermi i polmoni e la pelle come mille lame affilate. I fiocchi di neve si adagiano sui miei capelli ed sul mio vestito. Noto che una figura scura in avuto nero sta seduta su uno dei gradini più bassi a fumare. Non avevo bisogno di niente più della luce delle stelle per capire che è lui. Le stesse stelle che ci avevano uniti, divisi e ora fatti ritrovare.
"Il fumo ti ucciderà prima che possa farlo io" noto le sue spalle irrigidirsi mentre si alza e con estrema lentezza si volta verso di me. Il mio bellissimo cavaliere nero, colui che mi permetterà di diventare una stella e non bruciare tra i dannati.

White rose ~broken soul~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora