I resti di me

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"Non ti permetto di arrenderti!" Ringhia Violet, non mi importava nemmeno che mi stessi arrendendo. Ero stanca, svuotata, avevo finito ogni forza, avevo perso la luce ed ora avevo toccato il fondo, cercavo di muovermi in quel buco nero che ora mi riempiva, ma non c'era nulla non vedevo nemmeno la luce sopra di me. Era la mia fine e mi ci avevano spinta loro.
"Io quando ti ho vista ho pensato questa ricca pensa di sapere qualcosa della sofferenza. Ero incazzata per la tua faccia tosta. Poi ho iniziato a vivere con te e ho detto cazzo voglio essere come lei, volevo la tua forza, il tuo carattere, la tua presunzione e le tue debolezze che nessuno conosceva. Volevo avere anche io lo sguardo che avevi sempre tu, come se sfidassi tutto il mondo a colpirti. Non avevo capito che già lo avevano fatta e già eri sopravvissuta ma ora, guardati sei caduta. Tu non cadi! Sei invincibile" non lo ero evidentemente, mi piaceva crederlo, avevo sempre saputo però di essere solo brava a tenere fuori il mondo, in modo che non potessero rompere o rubarmi nulla. Ma loro mi erano entrati dentro e non solo mi avevano fatta a pezzi ma se li erano presi e portati via lascandomi così. Violet sembrava arrabbiata ma non potevo fare nulla per placarla inizia a tirarmi dei leggeri pugni, a scuotermi come per svegliarmi,
"Torna in te" urla e mi Scuote ed io non batte ciglio, nemmeno quando Ian la solleva di peso per portarla fuori. Resta poggiato alla finestra a guardare fuori come me, in completo silenzio, come se stesse riflettendo alle parole giuste da usare. Non c'erano. Si volta guardandomi, resta con i suoi occhi ad analizzarmi, trapassarmi e ammirarmi allo stesso tempo, tanto che voltarmi a guardarlo è più forte di me. Lui...lui mi sorride, un sorriso radioso e sincero, lo fece apparire ancora più bello di quanto credessi possibile poi con ancora un piccolo sorriso in viso si dirige verso la porta. Si volta a guardarmi ed io non ho ancora tolto gli occhi da lui.
"Addio Kyra, spero che un giorno ci perdonerai" aveva capito. Caputo che la Ragazze che c'era prima semplicemente si era spenta, ritirata nel buio dove era nata e cresciuta, non voleva più uscirne si stava adattando a quel freddo glaciale. Al nulla. E lui sapeva di doverla salutare perché presto non avrebbe potuto fare nemmeno quello. Nella sera come da me richiesto avevano portato il mio computer e cellulare qui. Iniziai la mia opera, il mio addio, l'ultima cosa che avevo da dargli, la speranza...
********
Trascorse una settimana prima che rividi Austin, nessuno si fece più vedere, probabilmente avevano ricevuto il messaggio. Entra sorridendo e questo mi infonde un po' di speranza.
"Ho trovato tuo fratello, il poliziotto ha riconosciuto la foto della moglie di tuo zio Mark, lei aveva portato via il bambino. Tua zia è morta ma nel suo testamento aveva lasciato la sua casa di Toronto, non a suo figlio, bensì ad un ragazzo di ventitré anni di nome Kendall Ghost" mi lascia un foglio con l'indirizzo, almeno sapevo che mio fratello aveva senso dell'ironia, se selva della mia esistenza aveva scelto di abbandonarmi. Era giusto cercarlo? Si perché da oggi vengo io prima degli altri. Alzo lo sguardo su Austin che è accigliato
"Non ti rivedrò per molto vero?" Mi guarda con un sorriso malinconico e le lacrime agli occhi.
"Mi dispiace, ma..." mi ferma subito
"Non c'è bisogno che ti giustifichi, io sarei corso via molto prima. Mi mancherai Kyra, sappi che se mai avrai bisogno a New York, dove sto per aprire un ristorante, ci sarà sempre un cuoco che ti aspetta. Un posto apparecchiato per te a tavola e anche tra vent'anni ci sarà pronto ad accoglierti quando mi racconterai quanto è bello il mondo con gli occhi pieni di felicità. Allora io vecchietto penserò ho fatto bene a lasciarla andare" una lacrima solitaria gli riga la guancia raggiungendogli il sorriso, Annuisco sporgendomi in alto e lasciandogli un dolce bacio sulla guancia
"Tu ricorda che in giro per il mondo c'è una ragazza un po' incasinata che ti ama tanto. Quindi se tra tutte queste sceme non trovi la tua anima gemella, aspettala che lei torna" mi bacia la fronte prima di sorridermi un'ultima volta ed andarsene. Torno a trafficare con il computer. Ero milionaria...avevo fatto trasferire dieci mila euro su un conto in Inghilterra dove contavo di trasferirmi. Gli altri soldi lì stavo usando, avevo messo in vendita la villa i soldi del ricavato sarebbero dovuti andare a mio fratello Kendall Ghost chiunque lui fosse diventato. Con i tanti soldi che mi rimanevano comprai una casa per Violet ed Harry, scelsi bene per far coincidere i loro gusti, l'avevo comprata a Boston ed avevo mandato il curriculum di Harry ad una agenzia informatica che progettava programmi a Boston mentre avevo creato l'iscrizione per Violet a legge ad Harvard pagando la retta per i successivi tre anni. Poi avevo preso un monolocale ad Ian a Seattle insieme avevo mandato il suo curriculum ad una palestra per diventare insegnate di box, il monolocale era perfetto per lui già arredato. Poi avevo preso una casa per Will e Grace, a lei avevo lasciato dei soldi da dare alla sua famiglia su un conto privato, la cui carta di credito era già nelle mie mani. Mentre per Will avevo fatto Domanda di lavoro ad un agenzia per renderlo un testatore di auto da corsa, avevo anche iscritto Grace ad un liceo privato per i successivi due anni. La casa piccola ma accogliente si trovava a New Orleans quale città migliore per loro due. Infine avevo preso un attico a Tessa e sua figlia, a New York e con la laurea in economia che Tessa già aveva l'avevo raccomandata con il cognome di mio padre per farla entrare in un agenzia importante che aveva già richiesto un colloquio. Presi diverse buste dove scrissi i loro nomi e spiegai tutto ciò che avevo fatto che comunque quelle case erano loro non mie, proprio come i soldi. Insieme anche le chiavi della mia auto per Will e della moto che stava a casa Williams per Ian. La loro vita sarebbe stata meravigliosa. Lasciai anche una busta per tutti loro insieme con una lettera, e le chiavi del mio cottage in montagna dove avevo fatto trasferire tutti i mei dipinti fatti fino ad ora,insieme all'altro di proprietà che dovevano firmare tutti quanti. Sarebbe stato un rifugio sicuro per tutti loro. Non avevo nient'altro da dire a nessuno di loro. Non dovevo nulla alla mia famiglia però prendo un cartoncino, tingo le mie labbra di rosso e ci lascio un bacio, spruzzo anche il mio profumo che avevo in borsa, dietro scrivo ti amo anche io. Chiudo la busta scrivendoci il nome di Lewis. Non sarei nemmeno andata a prendere i vestiti potevano venderlo tutti. Supplicai i dottori di farmi uscire tre giorni prima e loro accettarono. Indossavo i leggings, un maglione crema a collo alto e degli stivaletti neri. Nella borsa grande nera avevo i miei trucchi, il profumo, un maglione di ricambio, un biglietto aereo per domani mattina all'alba, la mia carta di credito con gli unici soldi che mi ero tenuta ed il passaporto, non avevo bisogno di altro. Prendo un taxi e mi faccio lasciare alla stazione di servizio più vicina al palazzo di quello stronzo che ci ricattava. Tessa mi aveva detto che stanotte avevano una sfida, il palazzo sarebbe stato vuoto. Copro dei fiammiferi e rubo due taniche di benzina. Mi avevano mandato all'inferno adesso gliene avrei fatto assaggiare le fiamme.

White rose ~broken soul~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora