Passati difficili

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Quando tutti se ne sono andati mi asciugo in fretta le lacrime prima di voltarmi verso gli altri
"Questo che significa?" Chiede Ian confuso
"Che loro hanno scelto per me e hanno scelto voi siete fortunati. Magari non sono così egoisti come credete"sputo acida guardandoli tutti male, mi avevano ferita chiedendomi di scegliere ed ora come ora non avevo nemmeno la voglia di andare a fondo nelle loro vite ma dovevo farlo.
"Violet non mi hai detto che tuo padre era morto per colpa degli Williams. Cosa non capite quando dico che mi dovete dire tutto" sibilo tra i denti nessuno di loro risponde stanno tutti a testa bassa, stringo i pugni per tentare di mantenere la calma. Pensa a quante vite salverai, pensa a quanto hai lottato, pensa a quanto hanno sofferto non pensare a te stessa. Me lo ripeto in testa fino a quando la rabbia fluisce via da me.
"Will voglio che ci racconti la tua storia" mi volto verso di lui
"Come?" Mi guarda confuso, mi avvicino sfilandogli con forza la maglietta e rivelando le cicatrici sulla sua schiena, le avevo notate mentre faceva il bagno, mi guarda come se avessi appena aperto le porte del suo dolore. Fa un passo indietro rinfilandosi la maglietta.
"Non sono cazzi tuoi" prova ad andarsene ma lo blocco per un polso, prova ad afferrarmi il braccio con l'altra mano ma lo blocco prontamente storcendogli il polso
"Lo sono invece perché io ho scelto voi e voglio sapere di aver fatto la scelta giusta" si libera per poi voltarsi verso di me, ha le lacrime agli occhi, Will, quel cretino che non faceva che ridere e parlare di ragazze ora era sul punto di piangere e crollare. Vorrei essere abbastanza stronza da rimanere ferma sulla mia incazzatura ma non potevo. Mi slancio verso di lui stringendolo a me. Gli accarezzo dolcemente i capelli e lui mi stringe fortissimo attutendo i suoi singhiozzi nell'incavallo del mio collo. Sento le sue lacrime calde che tenta invano di fermare stringendosi contro me. Faccio segno ai ragazzi con la mano di andarsene e mi ascoltano immediatamente.
"Va tutto bene" restiamo così stretti l'uno all'altra per non so quanto tempo, fino a quando lui non si calma asciugandosi le lacrime, ha gli occhi rossi e gonfi che lo rendono incredibilmente paffuto e tenero
"Mia madre è morta dandomi alla luce..."sospira, non volevo sapere cosa significasse crescere senza una madre che ti guarisce le ferite ogni volta che cadi, doveva essere tremendamente forte per avercela fatta
"Mio padre da quando avevo circa dici anni tornava a casa con una donna diversa a sera, sempre ubriaco, quando qualcosa non andava nella sua vita se la prendeva con me. Con la cintura" Alza le spalle indicandosi la schiena, trattengo il fiato per non piangere, sono sempre le persone più vicine a feriti di più, ma lui cresciuto senza padre e senza madre.
"Io lo capivo in fondo ho ucciso l'amore della sua vita...ma era anche mia madre" si morde il labbro tremante per non ricominciare a pingere. Come poteva incolparsi di quella morte? Perché mai un padre deve far credere ad un figlio di aver ucciso sua madre. Si sarebbe odiato per sempre
"Ma cosa dici! Non l'hai uccisa tu! Mi hai sentito non è colpa tua" gli afferro il viso tra le mani asciugo le lacrime
"Invece si. Poi però ero stanco, non riuscivo nemmeno a dormire per tutte le cicatrici. Così a sedici anni ho lasciato la scuola mi sono trovato un lavoro e nel giro di tre mesi sono andato via di casa lascando lì da sola mia sorella, tossicodipendente. Ma i soldi non bastavano così mi sono messo a fare le gare, lì ho capito che correre sarebbe stata la mia salvezza. Che se avessi corso anche da piccolo nessuno mi avrebbe mai preso. Perché io sono il più veloce. Amo correre, lo amo come la mia stessa vita. Non vedo mio padre dal funerale di mia sorella, l'anno scorso, lui non aveva fatto nulla per salvarla da quello schifo, non mi ha nemmeno cercato. A volte mi manca come mi manca mia madre. Ma va bene così. Mi costruirò una famiglia da solo e sarò un padre bravissimo" mi asciugo in fretta una lacrima e sorrido annuendo
"Ne sono certa" lo abbraccio di nuovo, quante emozioni può contenere una persona sola, davvero così tante. Nonostante tutto però in nessuno era morta la speranza, ne in Tessa, ne in Grace ne tanto meno in Will. La voglia di combattere per vivere non era passata a nessuno.
"Sai Kyra avvolta mi chiedo quanta forza ci voglia ad essere te e mi spavento. Perché non mi capacito che un copro piccolo come il tuo ne contenga così tanta" rido annuendo e lui fa lo stesso, gli lascio un dolce bacio sulla guancia prima che se ne vada. Conosco la storia di Tessa, Grace, Harry e Will. Violet e Ian sarebbero stati duri da battere. La loro corazza sembra ancora inespugnabile. Salgo al piano di sopra e senza bussare entro in camera di Violet, la trovo alla finestra mentre finisce la sua sigaretta.
"Prima o poi saresti arrivata" ride senza nemmeno voltarsi, mi chiudo la porta alle spalle poggiandomici sopra, le continua a guardare fuori senza fiatare. Perché scegliere una vita come la sua?
"Sai io non odio il tuo ragazzo per aver ucciso mio padre. Se le meritava. Era un porco e mia madre una Troia. Hanno divorziato quando era molto piccola mi ricordo solamente gli strilli, mi nascondevo sotto al letto terrorizzata. Mia madre non faceva che fumare e bere, probabilmente con tutto il fumo che c'era in casa mi ero già intossicata allora. Stava sempre in giro mezza nuda e mi lasciava a casa da sola per la maggior parte del tempo. Mi sono cresciuta da sola. Portava ogni uomo a casa e quelli provavano pure ad avvicinarsi a me. Che schifo. È morta di cancro ai polmoni" Si volta gettando la cicca fuori dalla finestra con totale indifferenza, si lega i capelli in una crocchia disordinata.
"Mio padre l'aveva tradita per questo si erano lasciati. Avevo circa tredici anni quando mia madre è morta e mi sono trasferita da mio padre. Dopo tre anni si portò a letto la mia migliore amica di allora, ci credi? Entrambi consenzienti. Lì ho scoperti a letto insieme una sera, che schifo. Decisi quindi di andare via di casa anche perché anche solo guardarlo mi dava ribrezzo. Io andavo a letto con gli uomini solo per sfruttare le loro case per dormirci, finito il liceo cercai lavoro perché non potevo andare avanti a rubare e a tetto altrui. Inoltre non volevo essere come mia madre. Proprio allora il tuo ragazzo ha ammazzato mio padre, non aveva pagato la droga così avevano mandato Becky per rubarli, lui aveva provato a stuprarla e così uno sparo dritto in fronte. Tornai a casa e sistemata lì trovai ancora la mia migliore amica incinta. La cacciaci di casa lascandogli tutti i soldi che avevo. Le volevo bene e in grembo portava mia sorella. Non la vidi più. Ho smesso di andare a letto con tutti trovandomi lavoro come cameriera in un pub, ma la solitudine si fa sentire, così avvolte non disprezzo gli apprezzamenti degli uomini" Alza La spalle indifferente, aveva scelto lei che vita fare, era perfettamente cosciente delle sue opzioni e capivo perché le sue scelte. Non sarei mai stata in grado di perdonare la mia amica e tanto bene di riuscire a pensare ad un futuro. Anche io avrei perso ogni tipo di fiducia verso l'affetto e l'amore, perso il senso di famiglia. Ma lei si era rimboccata le maniche e aveva cercato di farsi una vita, non era facile essere donne al tempo d'oggi ma lei aveva sfruttato il suo corpo al meglio. Non mi faceva schifo ciò che aveva fatto. Provavo solo tanta pena per lei.
"Vieni" allargo le braccia e lei mi guarda malissimo
"Cosa? Scordatelo" le corro incontro aggrappandomi a lei come un koala, cerca di staccarmi da lei ma non mi muovo, lentamente mi stringe anche le fortissimo.
"Voglio dirti che sei speciale, che arriverà l'amore. Che non tutto ha una brutta fine. Credimi esiste il lieto fine e tu avrai il tuo"
"Sei una sognatrice"
"Forse si ma così vivo meglio"

White rose ~broken soul~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora