Jimin ♡ Vampiro

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Mi ha chiusa qui da almeno due settimane. Sono bloccata in una stanza senza finestre e con una porta costantemente bloccata. Le uniche volte in cui è aperta è quando entra lui.

Mi fa ancora male il collo da ieri.

Sentii la porta venire aperta e il mio battito cardiaco iniziò ad accellerare. 

No. Non di nuovo.

La porta si aprì rivelando il più bello e pericoloso uomo che conosca. Park Jimin.

"Ehi tesoro." Sorrise.
"Ho sete."
"J-Jimin ti prego no."
"Non hai alcun diritto di parola su quel che succederà."

Mi allontanai. Ridacchiò alla mia reazione e in qualche millesimo di secondo mi aveva già spinta sul letto. Spostò i miei capelli dal mio collo e si avvicinò ad esso.

"F-fa ancora male."
"Aw. Allora credo che dovrò mordere da un'altra parte."
"No."
"Shh." Mise un dito sulle mie labbra.

Avvicinò il suo viso all'altro lato del mio collo e inspirò profondamente.

"Il tuo odore è paradisiaco."
"J-Jimin." Cercai di sfuggire alla sua presa ma questo fece solo in modo che iniziasse a stringere di più la presa sui miei fianchi.
Mi baciò dolcemente il collo prima di posare le zanne sulla mia pelle.

Strizzai gli occhi e mi preparai al dolore che stavo per sentire. Nemmeno un secondo dopo tutto il dolore arrivò.

Urlai leggermente e strizzai ancora di più gli occhi. Cercai di non muovermi troppo perché facendolo avrei sentito ancora più dolore. Fortunatamente si allontanò appena cominciò a girarmi la testa.

Leccò un po' di sangue dalle sue labbra e sghignazzò. Lasciò la presa sulla mia vita e passò il pollice sul punto che aveva appena morso. Sussultai. Si portò il dito alla bocca e leccò il sangue che era su di esso.

"Sei sempre così buona per me T/n." Disse prima di alzarsi e lasciare la stanza.

Mi stesi sul letto cercando di distrarmi dal dolore che sentivo.

Questo è ciò che è stata la mia vita da due settimane a questa parte. Mi ha rapita. Tutto ciò che so è che mi ha guardata per un po' e che il mio sangue è la cosa migliore che abbia mai bevuto e vuole tenermi tutta per se. Sono spaventata a morte qui. Comunque, non posso lamentami di tutto. Ho un bel letto in cui dormire, mi nutre e mi dà vestiti da mettere e mi fa fare la doccia. Potrebbe andare peggio. Avrei potuto essere stata chiusa in una cella scura. La cosa brutta è che sono chiusa in questa stanza tutto il giorno e viene sempre qui a darmi da mangiare.

Sospirai e chiusi gli occhi mettendo la testa sulla testiera del letto.

Voglio andarmene.

La porta si aprì facendomi saltare in aria. Girai la testa nella direzione della porta e vidi Jimin che teneva un piatto di cibo e un bicchiere d'acqua.

"Ti ho portato da mangiare. Devi mantenere le forze." Disse posando il cibo sul tavolo vicino al letto.
"J-Jimin?" Chiesi.
"Mh?"
"Perché mi tieni bloccata qui?"
"Te l'ho già detto. Hai il sangue più buono che io abbia mai provato. Ho bisogno di te."
"No. Voglio andarmene. Voglio tornare alla mia vecchia vita." Dissi, con le lacrime agli occhi.
"Vuoi davvero lasciarmi?" Chiese con una voce profonda.
"S-si."
"Sai quanto te la passi bene qui?! Mi prendo cura di te! Hai questa bella stanza e ti do da mangiare!"

Presi coraggio e mi alzai dal letto.

"Si ma mi tieni bloccata qui! Non posso andare in giro per casa e nemmeno uscire fuori! Sono miserabile! Per non parlare nemmeno del fatto che mi dai da mangiare una volta al giorno! Il mio corpo non lo regge!"

"Tu mocciosa ingrata!" Urlò.
"Ti ho dato così tanto e tu non sei ancora grata!"
"Che c'è da essere grati?!" Urlai.

Lo sguardo che aveva mi spaventò. I suoi occhi erano diventati di un rosso scuro, quasi nero. Si avvicinò verso di me ma mi allontanai, spaventata di quello che avrebbe potuto fare.

"Come osi tu T/n, urlare ad un vampiro in quel modo."

Si avvicinò ancora prendendomi dalla vita e avvicinandomi a lui. Si avvicinò al mio orecchio prima di dire con voce bassa e roca:

"Potrei tagliarti la gola o magari potrei prosciugarti. Forse così almeno saresti grata di quello che hai e non lo criticheresti."

Si allontanò e lasciò andare la mia vita prima di uscire dalla stanza.

Mi sedetti al bordo del letto, i miei occhi spalancati. Una lacrima cadde dai miei occhi quando guardai i miei fianchi e notai un grande segno rosso nel punto in cui Jimin aveva stretto.

"Non me ne andrò mai di qui." Sospirai. "Così tanta fatica per niente."

Rimasi lì e piansi a lungo, fino a quando non mi addormentai credo. Il rumore della porta che si apriva mi fece svegliare.

Vidi Jimin entrare nella stanza con la testa bassa.

"Che vuoi?" Dissi sedendomi.
"Ho pensato a quello che hai detto." Disse calmo. "Ti meriti un po' di libertà, ti sto trattando come un animale, tenendoti bloccata qui. Mi dispiace."
"Jimin io-"
"Vorresti uscire a fare una passeggiata?"
"Uh. Si, certo." Lentamente mi alzai dal letto, mi misi le scarpe e lo seguii fuori dalla stanza.

Era la prima volta che vedevo la casa. Era carina. Camminammo per il soggiorno ed arrivammo alla porta principale. Quando uscimmo notai che la casa era isolata. Non vedevo latre case in giro, nemmeno una strada.

Seguii Jimin fuori e mi portò in un giardino nel retro della casa. Era pieno di bellissime piante di rosa ovunque. Guardai Jimin e notai che sembrava ancora triste. Aveva le mani nelle tasche e stava guardando il pavimento.

"E-ehi."

Mi avvicinai per prendergli la mano ma mi precedette prendendo lui la mia. Sussultai leggermente perché mi ero toccata un fianco per sbaglio. Guardò verso di questo e notò un grande segno rosso.

"Te l'ho fatto io questo?"
"Ehm..."
"Sono disgustoso." Disse lasciandomi la mano.
"Non sei-"
"Si lo sono. Non so perché ti abbia trattata in quel modo. Non so come comportarmi con i sentimenti che provo."
"Che intendi?"
"Ti amo T/n, e ti ho trattata di merda."
"Mi... ami?"
"Io-" Spalancò gli occhi. "Non volevo dirlo ad alta voce."
"Jimin io-"
"T/n scusami." Disse abbracciandomi forte per poi mettere la testa nell'incavo del mio collo.

Il mio cuore sussultò leggermente. Nonostante il modo in cui mi ha trattata, sembra una brava persona e credo ci sia solo sincerità dietro le sue scuse.

Si allontanò di poco e mi baciò dolcemente la fronte.

"Jimin devo dirti qualcosa."
"Cosa?"
"Mi piaci anche tu, e sono sicura che tu sia una brava persona. Non posso dirti che ti amo, non ancora. Ci vorrà del tempo e dovresti fare in modo di guadagnarti la mia fiducia, ma accetterei di stare con te." "Accetteresti?" Annuii.
"Grazie mille!" Mi prese in braccio facendomi girare. "Giuro che farò di tutto per guadagnarmi la tua completa fiducia. Lo prometto."

"

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