9. Racconto

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Mi sveglio, ma non c'è piacere nel risvegliarmi, ho le guance bagnate. Ho pianto, sto piangendo, accendo la luce e vado in bagno, non mi guardo neanche allo specchio, so che sono uno schifo. Mi faccio una doccia, ma non una doccia rilassante, una doccia fredda, come ha potuto dirmi tutte quelle cose senza battere ciglio? Perché proprio io? Esco dalla doccia non so quanto tempo dopo. Sono circa le dodici, non ho fame, penso che non mangerò per un po', ho lo stomaco chiuso. E non voglio vedere nessuno. Mi rimetto a letto, noto che sul mio comodino c'è un capello, é la Passaporta.
Quasi la sbatto via e mi sotterro nelle coperte.
Non so se mi sono addormentata dopo, penso di essere stata in un stato di dormi-veglia.
Mi sveglio definitivamente quando sento bussare alla porta.
-Hey Cassi sono Stiles, non sei venuta né a colazione né a pranzo e né a cena, ci stavamo preoccupando, volevo sapere se stavi bene- dice sono tentata di mandarlo via in malo modo, ma arriveremo domani, loro devono sapere cosa ho scoperto.
Mi alzo, mi faccio una coda disordinata e esco, vedo Stiles che si è allontanato
-Stiles- lo chiamo, la mia voce é roca.
-Cosa è successo Cassi?- chiede lui preoccupato, mi osserva e probabilmente nota i miei occhi gonfi e rossi, poco dopo mi ritrovo tra le sue braccia.
Stiles mi é stato molto accanto e siamo diventati amici, non so cosa farei senza di lui.
Ci sono anche Izzy, Hermione e Annabeth con cui sono in buoni rapporti, ma anche con le altre ragazze. Ma negli ultimi giorni sono stata solo con Stiles e gli altri li ho visti poco o niente, a volte parlavo un po' con Stefan, ma niente di più.
Mi accorgo di stare piangendo sulla sua maglia.
-Mi dispiace- singhiozzo staccandomi
-Non fa niente- dice lui, mi asciugo le lacrime
-Andiamo, non dirmi che stai così per un ragazzo- dice alzando le sopracciglia in modo provocatorio. Io sorrido.
-Ecco visto? Non era difficile, sorridi, sei molto più bella quando lo fai di quando piangi- dice e io sorrido di nuovo e lo abbraccio
-Grazie- sussurro e anche lui mi stringe.
-Devo... devo parlarti, devo parlare a tutti- dico
-Sicura?- chiede lui
-Si, vi devo parlare prima di domani, domani arriveremo e dovete sapere delle cose prima, cose molto importanti- dico, lui annuisce e ci incamminiamo verso la Sala Grande, non so neanche che ore sono
-Che ore sono?- chiedo a Stiles
-Sono le dieci e quindici minuti di sera- risponde la voce metallica della navicella. Andiamo da Arthur e troviamo Damon, Elena e Bonnie, le due ragazze mi corrono subito incontro
-Come stai? Volevamo venire ma Stiles ha detto che andava da solo- dice Elena e poi nota i miei occhi rossi e mi abbraccia
-Qualunque cosa sia, lo supererai, sei forte- dice per poi staccarsi
-Non credo ce la farò questa volta- sussurro
-Potete andare a chiamare gli altri?- chiedo a Stefan, Damon e Stiles, acconsentono
-Dai vieni- mi dice Bonnie e mi fa sedere su un divanetto e poco dopo mi porta un bicchiere d'acqua
-Vuoi parlarne?- chiede lei
-Fra poco lo saprete- dico guardando il pavimento.
Circa venti minuti dopo arrivano tutti, alcuni si appoggiano ai tavoli che ci sono e si siedono alle sedie, mentre alcuni restano in piedi, tutti mi guardano in attesa che io parli, mi metto con le gambe incrociate sul divanetto, respiro e poi inizio
-Questa notte mi ha fatto visita in un sogno una donna, o meglio una strega, é la donna che ci ha mandato tutti qui.
Mi ha detto che al mio risveglio ci sarà una Passaporta, che serve per spostarsi velocemente, come una sorta di oggetto per teletrasportarsi- dico spiegando, visto che molti non lo sanno.
-Questa Passaporta servirà a me, Percy, Annabeth, Grover e Clarisse per andare sull'Olimpo quando entreremo in orbita del mondo di Percy. Mi ha detto che devo incontrare gli dei, non so per quale motivo.
Ma ha detto anche che faremo tappa in ogni mondo, da ogni universo da cui voi venite e ogni volta che arriveremo é come se non fosse passato tempo da quando ve ne siete andati.
Alla fine arriveremo nel mio mondo, però...- dico guardando il pavimento, non guardo nessuno in particolare, mi scende una lacrima ma la asciugo subito -Però nel mio mondo saranno passati cento anni. Praticamente faremo un viaggio nel tempo. Dovremo salvare il mio mondo, la strega ha detto che se non lo riusciremo a salvare tutti i mondi paralleli scompariranno. Non so da quale nemico o da cosa dobbiamo salvare il mio mondo, ma so che se lo salviamo tutti i vostri mondi si fonderanno in uno solo- dico concludendo il racconto, tutti sono stati insolitamente zitti ad ascoltare, alzo lo sguardo. Vedo Stiles che mi guarda con uno sguardo comprensivo, ha capito perché piangevo e anche Elena e Bonnie
-Dunque siamo qui riuniti perché dobbiamo salvare il mondo da non si sa quale nemico- riassume tutto Elijah
-Esattamente- dico io
-Ma perché facciamo tappa in ognuno dei nostri mondi?- chiede Tris
-Non lo so questo. Ma penso, o almeno spero che dopo essere stata sull'Olimpo la strega mi rifaccia visita- rispondo
-Quindi domani si torna a casa- dice Percy
-Non ritorneremo a casa Percy, andremo soltanto sull'Olimpo, poi ritorneremo qui e continueremo la nostra Impresa- dice Annabeth guardandomi
-Direi che abbiamo finito- dice Klaus in modo scocciato -Mi sono stancato di questa sorte di riunioni- dice, mi trattengo da non scoppiare a piangere e di urlargli in faccia
-Allora sei libero di andartene anche subito- dico però non trattenendomi dal dire questo, mi guarda in silenzio scrutandomi e poi se ne va. Tutti hanno visto la scena, fantastico. Poi piano piano se ne vanno tutti. Elena é l'unica che resta
-Forse già lo saprai, ma anch'io ho perso i miei genitori- dice -Non si è mai pronti per una cosa del genere- dice e io le sorrido
-Grazie- dico e mi avvio verso la mia stanza, nella Sala Grande trovo Stiles che mi aspetta
-Mi dispiace, non avevo neanche immaginato, é dura, sempre- dice comprensivo
-Ma fammi un favore, non cascarci con Klaus, non mi piace per niente- dice subito dopo per tirarmi su il morale
-Figurati, quando ero ragazza ero praticamente innamorata di lui. Ma adesso il carattere da cattivo ragazzo é solo un mezzo per coprire l'arroganza- dico e poi lo saluto.
Vicino alla porta della camera, appoggiato al corridoio c'è Stefan.
-Hey- mi saluta lui
-Ciao- dico
-Ti sembrerà banale ma volevo dirti che mi dispiace- dice
-Non è banale, un po' aiuta- dico
-Tutto bene?- chiede
-Non tanto, ma adesso non ti voglio trattenere, ci vediamo domani va bene?- chiedo
-Certo, sentiti libera di confidarti quando vuoi. Buonanotte- dice e entro in camera e mi sdraio sul letto.
Spero proprio che sia una buona notte.

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Spazio autrice

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Alla prossima

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