27. Chicago

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Dopo avere mangiato da sola, vado nella sala relax, dove c'è un enorme finestra che da sullo spazio. Siamo quasi in orbita della terra, stiamo passando adesso vicino a Marte, ammiro il pianeta finché non sparisce dietro la nave.
Mi piace sempre stare qui e vedere lo spazio, qui è tranquillo per riflettere.
-Perché deve essere sempre tutto così difficile?- borbotto
-Perché la vita è fatta così- dice una voce davanti a me io alzo lo sguardo dalle mie mani e vedo che adesso, appoggiato ai margini della finestra c'è Klaus, non l'ho neanche sentito entrare
-Bhe allora la vita è una merda- dico sospirando e lui sorride
-Ne ho passate tante io, ma Mikael è stato il peggiore di tutti- dice confidandomi questa cosa di sua spontanea volontà e io devo avere fatto una faccia accigliata, visto che lui fa un faccia interrogativa aggrottando le sopracciglia
-Mi hai confidato qualcosa di te senza che io te lo chiedessi- dico
-Meglio se ti riposi- dice e io annuisco
-Resto ancora un po' e poi dormo- dico guardando le stelle fuori dalla finestra a cui è appoggiato, annuisce e poi se ne va.
Non so per quanto rimasi li a guardare fuori, ma fatto sta che mi addormentai e sognai la Strega.
-Amelia- dico io riconoscendo la donna, lei resta in attesa della mia domanda che non tarda ad arrivare
-Ho una teoria su quello che posso essere e che diventerò- dico io e lei sta zitta e mi ascolta
-Penso di avere o penso che avrò un pezzetto dei poteri o delle caratteristiche di ogni universo.
Per esempio sono diventata una semidea prima di andare sul loro mondo e poi Shadowhunters e così via, avrò una parte dei poteri di tutti i mondi che visiterò- dico e lei annuisce piano
-Davvero una buona teoria- dice lei
-Nonché quella giusta, è così Cassiopea, mi hai stupito, pensavo che ci impiegassi di più a capirlo- dice
-Quindi mancano i poteri da lupo mannaro e quelli di vampiro- dico e lei annuisce e poi mi sveglio, ho saputo tutto quello che c'è da sapere. Per ora.
Mi sveglio di colpo, sono nella mia stanza, anche se mi sono addormentata nella stanza relax. Fa niente, sul comodino c'è il cappello.
Lo prendo e mi faccio una doccia rilassante.
Mi accorgo che è tardi, passo per la Sala Grande, non c'è nessuno, sono quasi tutti da Arthur
-Arrivo!- dico passando e andando in mensa, mangio velocemente e vado al bar.
-Bene, pronti?- guardo Christina, Tris, Quattro e Eric
-Sono nato pronto- risponde Eric, alzo gli occhi al cielo, come Christina e Tris, mentre Quattro lo fulmina.
-Bene, visto che nessuno lo chiede, una volta a Chicago cosa facciamo?- chiede Christina
-Bella domanda- sussurro
-Magari Johanna sa qualcosa- dice Quattro
-Ne dubito, ma proviamoci- dico e metto in centro il capello, mancano pochi secondi, alzo lo sguardo e incrocio quello di Stefan, volevo parlagli stamattina, ma ero in ritardo, gli parlerò dopo, devo chiedergli scusa per averlo trattato male.
Stefan mi mima un "stai attenta" e poi chiudo gli occhi e avverto il movimento di aria e di spazio e la presa allo stomaco.
Quattro mi ha dato due pistole da mettermi nel giubbotto.
Tris mi ha detto di non prendere zaini, sarebbero stati ingombranti e ci avrebbero rallentato.
-Esattamente dove siamo?- chiedo io, siamo in un edificio abbandonato con delle pareti piene di buchi e le finestre sono spaccate.
-Siamo dall'altra parte della città rispetto alle campagne dei Pacifici- mi risponde Quattro.
-Dobbiamo passare per il quartiere degli Intrepidi per prendere il treno e passare nelle pianure dei Pacifici- dice Eric, Tris e Christina abbassano lo sguardo tristi.
-Forza, non perdiamo tempo- dice Eric, tirando davanti un fucile, che era a tracolla sulla schiena fino ad un secondo fa. Io gli lancio un'occhiataccia, non ha un po' di tatto?
-Perché non l'abbiamo ancora ucciso?- chiede Christina in tono retorico e usciamo dall'edificio.
Corriamo per strade abbandonate per alcuni chilometri, ci fermiamo prima di un angolo a riprendere fiato, Quattro sulla nave mi faceva correre anche per ore, aspettandosi che avrei dovuto resistere, in fatti ho solo un po' di fiatone.
-Cosa c'è?- chiede subito Christina, Quattro mette un dito sulla bocca e lei sta zitta.
Ci appiattiamo sul muro e passano due ragazzi di nero di corsa con dei fucili, hanno una tuta nera solo per un pezzo di stoffa blu avvolto attorno al braccio
-Sono sentinelle di Jeanine- dice Tris
-Siamo entrati nel suo territorio- dice Eric, mi domando perché non ci abbia già traditi, sto per parlare quando Quattro si rimette a correre.
Almeno due ore dopo che scattiamo da una stradina all'altra facendo attenzione alle sentinelle arriviamo vicino alla sede degli Intrepidi.
Sento dei rumori dietro di noi e vedo tre ragazzi venire verso di noi con i fucili alzati
-Merda- dico e punto la pistola come gli altri.
In poco tempo li facciamo fuori, ne arrivano altri tre e li mettiamo a terra.
Siamo tutti vestiti di nero, avevamo pianificato di mimetizzarci, anche se non so se riconosceranno loro.
Ognuno prende un nastro blu e c'è lo leghiamo al braccio, prendo un fucile e andiamo verso la base.
Io e Eric siamo davanti, lui lo conoscono, è praticamente il capo dopo Jeanine, mentre a me nessuno conosce e non sospettano.
Entriamo nella sede, dobbiamo attraversarla tutta per andare al treno.
Fortunatamente nessuno ci riconosce.
Stiamo per uscire quando tre ragazzi ci passano accanto e uno si gira
-Hey Eric, cosa ci fai qui?- chiede il ragazzo, è stranamente famigliare
-Sto andando a fare un giro di ricognizione- dice mentendo
-Hei, ma quello non è Quattro?- chiede un altro ragazzo indicando Tobias
-Cazzo- dice Christina e lo mette a tappeto e io mi butto sull'altro, mentre Tris sull'ultimo
-Non uccidermi- dice il ragazzo di prima alzando le mani al muro
-Tris lascialo a me- dice Christina
-Non lo uccideremo- dice Tris e alza il fucile per colpirlo
-Voglio venire con voi- dice il ragazzo
-Perché dovremmo farti venire con noi Peter? Magari mentre dormiamo ci infili un coltello in un occhio- sibila Christina
-Lo ammetto, ho sbagliato, ma perché portate lui?- chiede Peter indicando Eric, adesso lo riconosco
-Non c'è tempo, dobbiamo andare- dico e loro annuiscono
-Prova a tradirci e ti infilo il tuo amatissimo coltello nel cranio- dice Christina e gli da un fucile e lui sorride e continuiamo uscendo verso le rotaie.

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