29. Imboscata

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Tris racconta tutta la storia e finalmente Peter capisce e non fa domande.
-Mi dispiace ma non ho idea di cosa tu possa essere- dice guardandomi
-Non importa, lo scoprirò- dico
-Adesso dobbiamo andare- dico -Ma tenetevi pronti, la guerra di Chicago non è l'unica in arrivo e questa guerra sarà molto più importante- dico e lei annuisce e io tiro fuori il cappello che tengo sempre con me.
Lo metto al centro, Peter non verrà, non mi fido.
Tutti prendono il capello e mi concentro sulla Sala Grande, ma non sento niente.
Apro gli occhi e vedo che Peter e Johanna ci stanno fissando incuriositi e un po' straniti
-Perché non funziona?- domanda Eric
-Non lo so, mi sa che dobbiamo ritornare nell'edificio dove siamo arrivati, non è mai successo- dico
-Ora è buio, partirete domani all'alba- dice Johanna -Dovete riposarvi- dice e annuiamo tutti.
Ritorniamo nel nostro dormitorio e ci sdraiamo chi sulle amache e chi sui letti.
Mi rigiro un po' nel letto, ma ovviamente non riesco a dormire, così mi alzo e vado fuori.
C'è profumo di terra e di erba appena tagliata, è il Paradiso come l'Inferno, chi vorrebbe stare qui, tranquillo, senza l'ansia e il brivido del pericolo?
Guardo le stelle, sono molto luminose e noto la costellazione della mia omonima.
È luminosa come non mai, resto fuori fino a che non sento dei rumori da dentro la camerata.
Anche gli altri sono svegli, manca poco all'alba e io ho passato ancora la notte in bianco.
Non sarà un problema, sono abituata agli sforzi fisici.
-Avresti dovuto dormire- mi dice Quattro quando ancora con il buio andiamo verso i furgoni, parte un carico all'alba e noi non ci dobbiamo fare vedere.
Io, Eric e Quattro saliamo sul primo e gli altri sul secondo, viene anche Peter, non può fare notare al sua assenza
-Ci ho provato- mento, non è che ci ho provato veramente, ma ho paura di fare incubi, ultimamente quando dormo li faccio e non voglio incontrare ancora Amelia. Lui mi guarda come se sapesse cosa provo e poi distoglie lo sguardo e sentiamo delle voci.
Ci nascondiamo tra i vari sacchi e le casse e il furgone parte.
Appena si ferma sgattaioliamo tra le piante e riusciamo ad andare fino alle rotaie.
Nessuno ci nota, abbiamo ancora il buio a nostro favore, ma quando ci avviciniamo alla città la luce inizia ad illuminare palazzi e case.
Questa volta possiamo scendere un po' più in là, ma non ci aiuterà più di molto, saremo comunque nel territorio di guerra di Jeanine.
Scendiamo dal treno e non troviamo nessuno per alcuni chilometri, ma poi quando sembra che l'abbiamo scampata ci ritroviamo in un'imboscata, sapevano del nostro arrivo.
Iniziano gli spari. Ci nascondiamo e guardo subito Peter
-Non sono stato io, è probabile che Jeanine ha spie anche nei Pacifici- dice lui alzando le mani in segno di resa
-E dircelo prima imbecille?- chiede Christina sussurrando ma comunque in tono minaccioso
-Uno fa strada per arrivare al palazzo e attraversare la sparatoria- dice Quattro
-Tre corrono e tre coprono e poi al contrario- dice Tris e tutti annuiamo, Peter, Christina e Tris iniziano a correre e noi individuiamo chi spara e spariamo e io ne becco due, ma sono tanti, spero non prendano i miei amici.
Poi dopo tocca a noi.
Facciamo così per quasi tre isolati, siamo quasi arrivati, adesso tacca a noi a correre.
Quattro è più veloce e sta davanti, Eric per secondo e io per ultima, giriamo l'angolo e vediamo l'edificio da cui ci stanno coprendo gli altri.
Adesso corriamo tutti di fianco, e vedo un ragazzo spuntare all'improvviso su un tetto, Tris, Peter e Christina non l'hanno visto, sta puntando alla gamba di Quattro, io mi avvicino a lui e sento lo sparo, spingo Quattro, ma sfortunatamente mi colpisce una gamba e inciampo e cado.
Cerco di rialzarmi e Quattro mi aiuta
-Veloce- dice lui, siamo ancora sotto tiro del ragazzo, adesso punta me, Quattro riesce nonostante mi stia quasi trascinando a estrarre la pistola e a sparargli, ma ormai lui ha già sparato e una seconda pallottola mi finisce poco sopra l'ombelico.
Ansimo, non riesco a correre, Quattro mi prende in braccio e corre fino all'edificio, da cui anche Eric adesso ci da protezione.
-È ferita- dice Quattro e tutti vengono verso di noi
-Sto... bene- riesco a dire e riesco a prendere il capello
-Non posso restare, mi hanno scoperto, mi uccideranno- dice Peter e tutti si attaccano al cappello
-Pensate alla Sala Grande- riesco a sussurrare e un momento dopo sento degli spari sempre più vicini che vengono attutiti dallo spostamento di spazio e di aria.
Non so dove siamo, ho ancora un dolore atroce alla gamba e alla pancia. Cerco di tenermi la ferita alla pancia, ma sta uscendo molto sangue, Tris corre subito a chiedere aiuto.
-Devi tenere premuto- dice Eric tenendomi premuta la pancia e dicendo lo stesso a Quattro, che adesso mi ha appoggiata a terra vicino credo alla fontana
-Cosa è successo?- chiedono delle voci, ma io non le distinguo
-Resta sveglia- dice un'altra voce, ma il dolore è troppo e tutto diventa buio.

Mi sveglio di colpo, sono nel mio letto, ho una benda intorno alla vita e una intorno alla gamba, ho dei vestiti diversi.
Sento un rumore e poi Stefan si siede sul letto vicino a me e mi abbraccia
-Meno male che stai bene- dice e io lo abbraccio a mia volta
-Tutto bene- dico e lui si stacca
-Pensavo che non ti saresti svegliata- dice
-Non ti libererai di me tanto facilmente- dico e io sorrido e anche lui
-Il mio sangue non ha funzionato, non so perché, ma Scott ha provato a metterti i punti- dice indicando la pancia e la gamba.
Strano, non sento dolore, ma mi dovrebbe fare male.
Tiro via la fascia che ho sulla gamba e non vedo niente, c'è solo un filo sulla mia pelle, che tiro e viene via
-Sicuro che non mi hai guarito?- gli chiedo
-Si, sicurissimo, hai sputato il mio sangue- dice, mi tolgo la benda sulla pancia, non c'è niente, bhe c'è una cicatrice, la mia pancia è piatta e uniforme.

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Spazio autrice

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