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*Rebeka's pov*

Passarono le ore.
Il tempo sembrava infinito su quel caspio di elicottero.
Ci dissero che non dovevamo preoccuparci, che era tutto finito, ma io non avevo comunque un buon presentimento. Qualcosa mi faceva essere ancora più diffidente nei confronti dei nostri 'salvatori'.
"Ehi..." mugugnò Newt accarezzandomi i capelli.
"Ciao" sorrisi lasciandogli un leggero bacio sulla guancia.
"Stai bene? Sii sincera" chiese a bassa voce aggrottando le sopracciglia.
"Non lo so neanche io, puoi benissimo capire la ragione" risposi sospirando.
"Anche io ho paura. Non vorrei essere qui e ammetto che vorrei solo sapere di per certo chi siamo e perché proprio noi insomma" disse prendendomi una mano.
"Sappi solo che non lascerò che nulla ti porti via da me Rebeka, ti amo e ti amerò per sempre. Indipendentemente dalle circostanze" aggiunse sorridendo debolmente.
Non potei fare a meno di sorridere a mia volta, gli presi il viso tra le mani e lo baciai. Ricambiò subito e sorrise sulle mie labbra prima di posarmi delicatamente una mano su un fianco.
"Tutti giù!" gridò qualcuno iniziando ad aprire le porte dell'elicottero.
Essendo una dei più vicini all'uscita fui la prima a poggiare i piedi per terra: la brezza fresca mi investì subito e un'insolito odore di terra mi inondò le narici.
Ashley mi affiancò quasi subito e mi mise un braccio attorno alle spalle.
"Andrà bene" dissi sorridendo.
"Lo spero anche io" rispose annuendo.
Nel corso di pochi secondi ci raggiunsero anche Minho, Newt, Thomas e Frypan. Così in quel momento, solo in quel momento, potemmo permetterci di proseguire tranquilli.
Janson ci superò e si mise davanti a noi insieme al resto delle guardie.
Ci lanciò qualche leggero sorriso prima di farci andare verso delle mura color cemento armato relativamente spesse.
Sorpassammo diversi controlli e uomini armati prima di mettere piede all'interno di quella che poi capimmo essere una città.
L'uomo ratto inchiodò e ci squadrò da capo a piedi con le braccia incrociate.
"Immagino che ognuno di voi abbia la testa che scoppia dalla quantità abnorme di domande che vi state ponendo in questo istante" iniziò serio.
"Voglio rispondere a tutti con ordine, ma prima permettetemi di spiegarmi meglio: seguitemi" aggiunse facendo un cenno con la testa.
Mentre camminavamo non potei fare a meno di notare lo sguardo dei passanti: non ce n'era uno che non si soffermasse almeno un paio di secondi su di voi, bambini, ragazzi, adulti e anziani che fossero.
Alcuni sorridevano, altri scuotevano la testa in segno di sdegno totale, proprio a questi secondi lanciavo occhiatacce o sollevavo un sopracciglio in modo interrogativo.
"Tutti quelli che vedete qui sono i sopravvissuti, ognuno di loro ha combattuto contro il virus e ne è uscito vincitore, in seguito hanno deciso di venire dalla parte giusta e aiutare la comunità nella ricerca di una cura universale" disse Janson girandosi verso di noi.
"Avete avuto a che fare con dei ribelli? Che fine hanno fatto?" chiese Frypan.
L'uomo si irrigidì di colpo per un istante, poi riprese a camminare e deglutì sorridendo appena.
"Oh, non è successo nulla di speciale, hanno avuto quello che meritavano"
Mi girai istintivamente verso i miei amici, incrociai solo lo sguardo preoccupato di Thomas, a cui annuì impercettibilmente.
"Fate la vostra parte e non vi accadrà nulla, siete al sicuro ora" aggiunse sorridendo.
Era la duecentesima volta che ci sentivamo dire queste parole.
Qualcuno le avrebbe definite rassicuranti, ma io continuavo ad avere lo stesso presentimento che avevo quando siamo scesi dall'elicottero.
In qualche modo era come se fossimo nel luogo sbagliato al momento sbagliato.

Maze Runner || PHASE TWODove le storie prendono vita. Scoprilo ora