21.

370 15 4
                                    

*Ashley's pov*

Passarono diverse ore da quando sentimmo lo sparo e continuavamo a camminare nel deserto alla cieca, senza dire una parola.
"Possiamo fare una pausa?" chiese Teresa visibilmente affaticata, almeno quanto me.
"Si va bene, Minho dai fermiamoci un attimo" concordò Thomas mentre l'altro ragazzo sbuffava e si sedeva. Thomas mi porse la sua borraccia, che però non conteneva più acqua. Dovevamo trovare una soluzione al più presto possibile o l'Eruzione sarebbe stato l'ultimo dei nostri problemi. Ero sfinita e la pallottola nello stomaco non aiutava per niente. Probabilmente sarò sembrata uno straccio.
Dopo neanche qualche minuto iniziò a fischiarmi il vento nelle orecchie e si sollevò un polverone di sabbia che mi costrinse a coprirmi gli occhi con le mani. Gli altri ebbero la mia stessa reazione, ma senza preoccuparsi. Quando si sollevò un nuovo polverone e il vento tirò ancora più forte però scattammo tutti in piedi.
"Ma che cazzo..." commentò Minho coprendosi la faccia con le mani.
"È una tempesta. Prima di andare in missione dovevamo vedere il tempo, c'è un motivo se nessuno esce più con un temporale del genere." Dissi io mentre il cielo si faceva sempre più scuro. Quando cadde la prima goccia sentii la pelle bruciarmi, quasi contenesse dell'acido. Non era un buon segno. Senza perdere troppo tempo ci mettemmo a correre, verso non sapevamo esattamente cosa, ma cercavamo di scappare dalla tempesta.
Passarono minuti interminabili ed eravamo praticamente fradici quando arrivò il primo fulmine. Si schiantò sul terreno con un boato fortissimo, sbalzandoci all'indietro.
Sentii il fischio nelle orecchie, perciò non riconobbi le mie urla, sentii solo il dolore alla pancia. Qualcuno mi rimise in piedi e mi costrinse a correre. Passammo quelle che misembrarono ore a correre sotto la pioggia, volare di diversi metri a causa dei fulmini e rialzarci. Strinsi i denti per evitare di cedere al dolore, che era martellante sul mio fianco. Respiravo a malapena e se non fosse stato per Thomas, o almeno credo che fosse lui, non sarei mai riuscita a continuare a correre. Sentii delle urla, che però non riconobbi e non capii. Thomas mi spinse in avanti di scatto e io faticai a stare al suo passo, così persi l'equilibrio e caddi. Mi rimise in piedi e, solo allora, notai nella penombra l'edificio davanti a noi. Sembrava una vecchia fabbrica abbandonata, o almeno credevo lo fosse. Scorsi altre persone correre accanto a me e Thomas mi trascinò con se dentro all'edificio.
Non vedevo niente, eravamo totalmente al buio, ma i miei giramenti di testa non aiutavano in quel momento.
"Ci siamo tutti?" chiese una voce, che riconobbi come quella di Minho.
"Noi ci siamo" rispose Rebeka, seguita poi da Katherine, me e Thomas, Teresa e Newt.
Proseguimmo alla cieca per qualche metro, con un bruttissimo presentimento, finché la luce non invase la stanza e il mio cuore saltò un battito. Tutti noi decimo un passo all'indietro cercando di mantenere l'equilibrio quando ci trovammo davanti a tantissimi spaccati. Capimmo presto che erano legati, e dei passi riecheggiarono nella stanza.
Una ragazza con i capelli corti e neri si avvicinò lentamente, del tutto tranquilla, come se gli spaccati fossero i suoi più vecchi amici.
"Chi sei?" chiese Newt ancora con il fiato corto.
"Chi siete voi" rispose lei squadrandoci da capo a piedi con aria di superiorità, soffermandosi soprattutto su Thomas. Già non mi piaceva. Thomas stava per rispondere ma io lo precedetti.
"Siamo scappati dalla WCKD, eravamo delle cavie" dissi io. In parte era vero, ma non nel mio caso. Lei fece qualche passo verso di me con uno strano sorriso.
"Lo so benissimo chi sei tu" disse a qualche centimetro dalla mia faccia "Intendevo chi sono loro" disse indicando Minho, Thomas e Newt. La fulminai con lo sguardo.
"Fate parte della ribellione, vero? Vogliamo soltanto un riparo e capire dove andare, domani mattina ce ne andremo" continuai io.
"Non credo proprio" disse un uomo che nel frattempo aveva affiancato la ragazza "Che cosa volete veramente?"
"Ve l'abbiamo detto" si intromise Thomas, notando il mio nervosismo "Eravamo tutti cavie o esperimenti, cioè quasi tutti, ma siamo scappati e camminiamo nella zona bruciata da giorni, abbiamo finito acqua e cibo e cerchiamo solo un riparo per la notte dalla tempesta"
I due si guardarono un secondo, ma poi si girarono di nuovo verso di noi.
"Lei è Brenda, io Jorge" disse quest'ultimo "E domani mattina vi voglio fuori da qui"
"Certo" rispose prontamente Thomas "Io sono Thomas, loro sono Ashley, Rebeka, Newt, Minho, Katherine e Teresa" continuò indicando tutti i presenti
"Tu non sembri messa molto bene" commentò Brenda, ancora vicina a me, guardandomi
"Le hanno sparato, le servono cure" rispose Thomas "Spero possiate aiutarci anche in questo"
Brenda si soffermò palesemente a guardare Thomas, e non solo negli occhi. Annuii e assunse uno strano sorriso. Ci stava davvero provando con il mio ragazzo mentre io ero lì di fianco e stavo anche per morire? Ma che problemi ha?
Mi avvicinai di qualche altro passo, visibilmente infastidita.
"Questo non mi impedirebbe di prenderti a calci" commentai, per poi sfoggiare un sorriso caloroso, tra i più falsi che io abbia mai fatto. Lei ricambiò altrettanto falsamente, per poi fare cenno di seguirla.

Maze Runner || PHASE TWODove le storie prendono vita. Scoprilo ora