44.

325 18 14
                                    

*Ashley's pov*

Seguii quell'uomo per diversi minuti, scorrendo tra le varie tende e accampamenti della base, quando finalmente ci fermammo davanti ad una delle tende più grosse. Ebbi un dejavù della Radura, quando il secondo giorno Alby mi aveva mostrato la stanza delle mappe. Mi si strinse il cuore ma mi decisi ad entrare comunque.
Rimasi pietrificata sul posto e il mio cuore perde un battito. Non potevo credere a quello che vedevo.
"Jackson" dissi con un filo di voce. Mio fratello era davvero li, davanti a me, vivo e vegeto. "C-com'è possibile?" balbettai.
Lui si avvicinò e io feci per fare un passo indietro, ma mi girava la testa e sentivo le gambe incollate al pavimento. Lo osservai semplicemente mentre veniva verso di me, gli occhi azzurro chiaro e i capelli biondi sempre perfetti, i lineamenti duri e la mascella definita, il fisico atletico. Tutti quei lineamenti che amavo e che pensavo non avrei mai più rivisto.
"Ciao sorellina" disse lui semplicemente forzando un sorriso.
"Tu sei morto!" esclamai io "Tutti abbiamo visto l'esplosione del settore A7, tu e la mamma siete morti!"
Lui mi guardò come mortificato.
"Non è andata così..." disse lui. Io sgranai gli occhi e pensai che avrebbe anche potuto venirmi un'infarto.
"Allora spiegati!" urlai io mentre gli occhi si bagnavano di lacrime "Spiegami per quale motivo mi hai lasciata con nostro padre per tutti questi anni! Sette anni, Jackson! Quasi sette fottuti anni che penso che tu sia morto! Quando invece eri qui, vivo e vegeto!"
Lui sospirò pesantemente e tolse tutte le tracce di felicità che aveva sul volto.
"L'incendio era una copertura, vi hanno detto che è stato un'incidente ma era tutto pianificato" iniziò a spiegare lui "Tutta una messa in scena per eliminare i sospettati ribelli e traditori, come nostra madre"
"Papà..." sussurrai io capendo. Mio padre aveva dato l'ordine di uccidere mia madre.
"Mi ha offerto un patto: mi avrebbe lasciato vivere solo se sarei rimasto fuori dalla WCKD e mi fossi finto morto nell'incendio, perché voleva te al comando, a tutti i costi" continuò Jackson"Perciò sono arrivato fin qui e la ribellione era solo all'inizio, tutto questo lo abbiamo creato dal nulla"
"Non hai mai pensato di farmi sapere che eri vivo? O che nostro padre era disposto ad uccidere decine e centinaia di persone per i suoi scopi?" chiesi io scettica.
"Sapevo già che fosse così , insomma era quello che volevi" rispose lui grattandosi la nuca
"Avevo dieci anni! Dieci anni!" gridai io mentre sentivo le lacrime salire di nuovo "Eri il mio idolo, volevo solo essere come te. Quando pensavamo che fossi morto ho accettato di fare quello che voleva nostro padre perché era quello che facevi tu, era l'unica cosa di te che mi rimaneva"
Vidi che anche i suoi occhi erano pieni di lacrime e gli corsi incontro. Lo abbracciai stretto e singhiozzai sulla sua spalla. Non ci riuscivo ancora a credere.
"Mi dispiace tanto, non avevo altra scelta" mormorò lui senza staccarsi dall'abbraccio "Ti voglio bene sorellina"
"Mi sei mancato" dissi semplicemente io reprimendo un singhiozzo "Ti voglio bene anche io fratellone"

Passai tutto il pomeriggio con Jackson, parlando del più e del meno, di come fosse andata durante tutti quegli anni e della ribellione in generale. Gli parlai di Thomas e di tutti gli altri miei amici, che non vedeva l'ora di conoscere. Era sempre stato così tra di noi, i nostri genitori non ci sono mai stati e noi non eravamo solo fratelli, eravamo migliori amici e ci facevamo da genitori a vicenda.
Stavamo passeggiando davanti all'infermeria quando Minho e Katherine ci palesarono davanti, mano nella mano. Realizzai solo in quel momento che non avevo ancora capito le dinamiche di quei due e non mi avevano raccontato del loro appuntamento.
"Bellezza, ti devi muovere o ti perdi il falò e lo sai che Thomas mangia tutto il cibo se non arrivi in tempo" disse l'asiatico prima di dirigersi verso il falò che avevamo programmato, facendomi ridere.
"Il falò?" chiese Jackson di fianco a me.
"Si" risi io "È una stupida tradizione che abbiamo preso dalla Radura: ogni volta che un nuovo pive saliva con la scatola e arrivava nella radura di faceva un falò per quasi tutta la notte, solo che poi il povero pive doveva sfidare Gally e di solito veniva picchiato a sangue"
"È da barbari" commentò mio fratello.
"È divertente" risposi io sorridendo. "Comunque sei il benvenuto, almeno posso presentarti gli altri"
"Basta che non mi scambiano per un pive e mi picchiano a sangue" rise lui prima di avviarsi nella direzione di Minho, seguito da me.
Quando arrivammo Thomas era seduto su un tronco vicino a Teresa, mentre Rebeka stava per terra tra le gambe di Newt e Katherine era appoggiata ad un altro tronco, con Minho sdraiato mentre appoggiava la testa sulle gambe di lei. Quasi mi commossi nel vedere quella scena. Andai in contro a Thomas, che mi fece sedere sulle sue gambe, subito dopo avermi lasciato un breve bacio sulle labbra.
"Lui chi sarebbe?" chiese Minho, riferendosi a mio fratello.
"Jackson, piacere tutto tuo" ironizzò lui in risposta facendo ridere gli altri
"È mio fratello" dissi io suscitando mille domande come: 'aspetta: da quando?' 'perché non ne sapevo niente?' e cose del genere.
"È una lunga storia" risposi io semplicemente "E non è adatta a un falò"
"Quando mai le nostre vite sono state adatte per essere raccontate ad un falò?" rispose Katherine curiosa.
"Okay" mi arresi io "Lui doveva essere il capo insieme a mio padre, ma Janson decise di bruciare in un incendio tutti i ribelli, compresa mia madre, e offrirgli un patto: se lui avesse rinunciato al posto e si fosse finto morto lo avrebbe lasciato vivere. Quindi ho pensato per quasi 7 anni che mio fratello fosse morto, nel frattempo mio padre mi ha trasformato in una specie di arma da usare a suo piacimento per uccidere gente innocente e fare stragi di ogni tipo"
Tutti si zittirono e io sospirai.
"Quanti anni avevi?" chiese Thomas serio.
"Quando loro sono morti, o almeno credevo, dieci" risposi semplicemente guardando il vuoto di fronte a me "Ho ucciso per la prima volta a undici"
Ci fu un silenzio inquietante e Thomas mi mise le mani sui fianchi.
"L'ho detto che non era l'argomento giusto per un falò" dissi ironicamente.
"Era mia madre" intervenne Newt "Mia madre era la prima persona che hai ucciso, lo stesso giorno in cui mi avete rapito e avete iniziato a prepararmi per il labirinto"
Io abbassai la testa. Me lo ricordavo benissimo, come se fosse ieri.
"Eri solo una bambina, non potevi opporti" mi giustificò dolcemente Newt "Non avevi scelta"
Lo guardai con gratitudine prima che Minho intervenisse.
"Mio padre è diventato uno spaccato quando avevo 14 anni" disse l'asiatico "Ho dovuto ucciderlo con le mie mani perché non volevo che soffrisse, ma poi la WCKD mi ha preso e mi hanno sbattuto nel labirinto pochi mesi dopo"
"Non ricordo niente se non il lettino della sala operatoria e gli infermieri che mi torturavano dalla mattina alla sera" disse Kat fissando il fuoco.
"Mia madre ha passato la vita ad assistere uno dei capi della WCKD, Ava Paige, ma poi è stata uccisa e io ho seguito le sue orme come medico e ricercatrice, soprattutto con cavie umane" aggiunse Rebeka.
"Io sono stato portato via dalla mia famiglia da bambino e ho lavorato sin da subito agli esperimenti come il labirinto e altri esperimenti sulle cavie, come Rebe" disse Thomas.
"Anche io" aggiunse semplicemente Teresa. Tutti rimanemmo in silenzio per un paio di minuti, a contemplare il fuoco davanti a noi.
"Okay l'atmosfera si sta facendo parecchio pesante" intervenne mio fratello "E a voi serve decisamente qualcosa da bere"
Sorridemmo tutto mentre si alzava e andava via, per poi tornare un paio di minuti dopo con una quantità di bottiglie e alcool che non avevo mai visto.

Maze Runner || PHASE TWODove le storie prendono vita. Scoprilo ora