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*Ashley's pov*

Mio padre ordinò a due dei suoi uomini di prendere Thomas, che venne sollevato e messo su una sedia al centro del salotto di una casa. Gli altri vennero legati per le mani e fatti sedere per terra nella stessa stanza, mentre io venivo tenuta da due guardie, che mi trascinarono davanti a Thomas.
"Voglio sapere tutto quello che sai tu sul Braccio Destro" spiegò mio padre avvicinandosi e sorridendo
"Non ti dirò niente" risposi ferma, cercando di non far trasparire la mia preoccupazione.
"Beh, menomale che ho tutte queste persone che mi aiuteranno a convincerti" ribattè Janson minaccioso indicando i miei amici uno per uno. Quando fu abbastanza vicino lo guardai consdegno e sputai. Come previsto beccai la sua faccia in pieno e lui mi guardò con gli occhi inesatta ti di sangue mentre si asciugava con una manica.
"Okay..." mormorò Janson prima di fare un passo indietro e sferrare un pugno in pieno viso a Thomas. Spostai lo sguardo e sussultai.
"Ora: che cosa sai del Braccio Destro?" chiese di nuovo mio padre.
"Fottiti" risposi io guardandolo dritto negli occhi e alzando il mento.
"Risposta sbagliata" ribattè lui calmo prima di tirare un altro pugno a Thomas. Sta volta spostai lo sguardo in tempo per non vedere la scena straziante. La guardia dietro di me mi spostò il mento con le mani mentre cercavo inutilmente di dimenarmi, costringendomi a guardare. Vidi Thomas sputare sangue, con un rivolo di sangue che usciva dalla bocca e un livido sullo zigomo. Mi faceva male vederlo in quello stato, ma non potevo cedere. Era tutta la vita che mi allenavano a situazioni del genere, e mio padre pensava davvero che avrei ceduto? Non l'avrei mai fatto. Vero? Quando mio padre tirò l'ennesimo pugno non ne fui più così sicura.
"Non dirgli niente!" gridò Thomas prima di ricevere un colo nello stomaco.Si era aggiunto un altro taglio e altro sangue. Mi si strinse il cuore e dovetti reprimere le lacrime.
"Mi dispiace" sussurrai mentre iniziava a tremarmi il labbro. Thomas sollevò lo sguardo e incontrò il mio. Mimò un 'è tutto ok', cosa chefece iniziare a scorrere le lacrime sul mio viso. Sapevamo entrambi che se avessi detto qualcosa a Janson centinaia di persone sarebbero state in pericolo e noi saremmo morti comunque. Le lacrime continuavano a scorrere e mio padre continuava a colpire Thomas, a volte nello stomaco, a volte in faccia.
"Basta!" gridò Rebeka con le lacrime agli occhi, ancora ammanettata al calorifero insieme agli altri "Così lo uccidi figlio di puttana!"
La guardia accanto a lei alzò la pistola nella sua direzione, lasciando intendere di dover tenere la bocca chiusa.
Mio padre si fermò per un attimo e io cercai di reprimere le lacrime il più possibile mentre veniva nella mia direzione.
"Ancora niente?" chiese con un sorriso che mi fece solo venire più voglia di picchiarlo.
"Ho imparato dai migliori" risposi io ferma, ma la voce rotta mi tradì. Janson si girò di nuovo verso Thomas, che ormai era ricoperto di sangue e lividi. Mise una mano nella testa e ne estrasse una pistola.
"Se non inizi a parlare, la sua vita è solo un peso" spiegò puntandogliela alla testa. Sgranai gli occhi e il mio cuore iniziò ad accelerare. Guardai i suoi occhi marroni e sperai che fosse tutto un sogno. Non potevo perdere anche lui.
"Okay allora mi tocca anche ucciderlo" concluse mio padre togliendo la sicura. Sentii qualcuno urlare ma non riconobbi la voce.
"Tre..." iniziò a contare mio padre. Il mio cervello viaggiò nei miei ricordi, fino a trovare quello del nostro primo bacio, poi della nostra prima volta, ricordandomi tutte le emozioni: i battiti che acceleravano, la pelle d'oca al tocco della sua mano, il sapore delle sue labbra... Ritornai alla realtà e mi sentii mancare il fiato.
"Due..." Ero davvero disposta a non vedere più quegli occhi marroni, che era diventato il mio colore preferito, il suo profumo, le sue braccia che mi sostenevano sempre, che ormai consideravo casa? Scossi la testa mentre iniziai a singhiozzare. Stavo davvero pensando di mettere a rischio decine di vite per una sola? Non potevo.
"Uno..." Non avrei mai più potuto baciarlo, litigare con lui, ridere e parlare fino a tardi. Non avremmo avuto un futuro, una casa, dei figli. Scossi la testa cercando di pensare a quanto fossi egoista, ma non funzionò. Lo amavo, perdutamente, e non potevo permettere che lo uccidessero. Stavo mettendo la vita della persona che amavo di più al mondo davanti a quella di tutti gli altri, e mi stava bene così.
Mio padre esitò un attimo stupito e io colsi l'occasione.
"Fermo!" gridai mentre le lacrime ricominciarono a scorrere "Si trovano alle montagne a nord-est e sono organizzati militarmente, è tutto quello che so! Troverò il modo di sapere altro ma ti prego non ucciderlo..."
Thomas alzò lo sguardo verso di me e io ricominciai a singhiozzare. Mio padre venne nella mia direzione.
"Sai altro?" chiese
"No" sputai fuori io sperando che sentisse tutto l'odio e il ribrezzo che provavo nei suoi confronti.
"Lasciala" ordinò lui e come la guardia mi lasciò libera corsi nella direzione di Thomas, che ormai faticava a restare lucido. Gli presi la testa tra le mani e lo abbracciai, anche se lui non riuscì a ricambiare dato che era legato. Continuai a piangere, ma non mi importava. Lui era salvo, per ora, e avremmo trovato un modo di uscire da lì.
"Starete qui mentre capisco se mi hai detto la verità o no" spiegò mio padre "Dopodiché sono sicuro che la WCKD non veda l'ora di vedervi tornare"
Poi uscì e si chiuse la porta alle spalle.

Maze Runner || PHASE TWODove le storie prendono vita. Scoprilo ora