17.

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*Ashley's pov*

Aprii lentamente gli occhi e sentii un dolore lancinante al fianco e capii di essere in movimento, solo che non vedevo niente perché la luce del sole mi accecava. Sentivo due braccia che mi sostenevano e mi costrinsi ad aprire gli occhi definitivamente. Riconobbi Thomas, con la fronte imperlata dal sudore, che mi portava in braccio a sposa.
"Hey" mormorai a fatica. Lui abbassò subito lo sguardo e sorrise. Non potei fare a meno di sorridere a mia volta. Mi aiutò a rimettermi in piedi e tutti gli altri si avvicinarono.
"Per quanto tempo sono rimasta incosciente?" chiesi io aggrappandomi a Thomas per stare in piedi
"Un giorno" rispose semplicemente Rebeka.
"Si tesoro, abbiamo dovuto portare il tuo culo fino a qui un po' a testa, e saranno anche tutti muscoli ma non sei esattamente una piuma" commentò Minho ironico venendomi incontro e abbracciandomi, facendomi sorridere.
Mi spiegarono che stavano andando verso una cittadina che avevano scorto in lontananza è chiedere aiuto per la mia ferita e per cercare cibo. Mi fecero mangiare un pezzo di una barretta e bere una dose in più di quello che avevano stabilito, poi decidemmo di metterci in viaggio. Non era facile camminare, infatti ad ogni passo una fitta partiva dalla pancia e si estendeva in tutto il corpo. Thomas continuava a chiedermi come stessi e tutti mi lanciavano occhiate preoccupate, non me l'avevano ancora detto ma sapevo benissimo che stavo morendo.
Dopo ore di camminata non sentivo più le gambe e continuavo a camminare solo grazie a Thomas che continuava a sorreggermi. Newt e Rebeka camminavano vicini, chiacchierando e sorridendo ogni tanto. Frypan camminava da solo mentre Winston e Minho continuavano a farsi sgambetti e lanciare battute pessime. Teresa e Katherine camminavano vicine, e notai che quest'ultima lanciava occhiatine a Minho ogni tanto. Decisi di rompere il ghiaccio con Thomas.
"Sai che non è la prima volta che mi sparano?"
"Sul serio?" chiese lui mentre io sorridevo.
"Avevo 14 anni" iniziai ridendo "Io e il mio ragazzo di allora ci intrufolavamo nei camion trasporti diretti alle altre città che poi sarebbero ritornati in giornata. È stato divertente, finché quella volta i ribelli ci fermarono e finimmo in una sparatoria"
Lui mi guardò storto, probabilmente perché stavo sorridendo.
"Perché ridi?" chiese lui assumendo un'aria divertita a sua volta.
"Perché in realtà loro si fecero più male di me" dissi sorridendo "Poi quando arrivammo a casa il mio ragazzo mi lasciò"
Lui scoppiò a ridere a sua volta e io mi fermai solo quando sentii un forte dolore alla pancia. Mi fermai un attimo per riprendere fiato e lui appoggiò le mani sui miei fianchi per sostenermi, mettendosi davanti a me.
"Tutto bene?" chiese guardandomi dritto negli occhi.
"Si, solo una fitta" risposi io appoggiandomi alle sue braccia.
Thomas sorrise e io lo guardai storto.
"Che c'è?" chiesi sorridendo a mia volta
"Pensavo che in altre condizioni questo momento sarebbe totalmente diverso" sussurrò sorridendo maliziosamente e io gli tirai un pugno scherzoso sul braccio, per poi baciarlo. Lui sorrise sulla mie labbra e ricambiò il bacio.
"Hey! Prendetevi una stanza!" commentò Minho ironico mentre gli altri scoppiavano a ridere "E comunque siamo arrivati"
A pochi metri di distanza c'erano le rovine di quella che doveva essere una città. Decidemmo di andare verso l'edificio più grande, che sembrava essere anche il più robusto, e ci incamminammo. Una volta entrati riconobbi il posto: era un centro commerciale.
"Ci sono già stata" mormorai.
"Sul serio?" chiese Kath affiancandomi "A fare cosa?"
"Dipende: shopping, mangiare qualcosa, andare al cinema" risposi io. Le si illuminarono gli occhi e realizzai che molto probabilmente lei non era mai andata oltre al suo laboratorio, ne oltre alle strutture della WCKD in tutta la sua vita. Mi rattristai per lei, ma poi il mio flusso di pensieri venne interrotto da Newt.
"Dividiamoci, cerchiamo cibo, acqua, vestiti, torce e altre cose utili" ordinò. Tutti ci mettemmo al lavoro immediatamente. Io e Thomas arrivammo in un negozio di abbigliamento, dove trovammo una canottiera nera e dei pantaloncini corti della tuta. Thomas mi costrinse a metterli nonostante le mie proteste, così mi girai e mi sfilai la maglietta. Lo sentii mettersi dietro di me, probabilmente per coprirmi un minimo dato che, nonostante fosse buio, tutte le vetrine erano spaccate e tutti potevano vederci.
"Hey! Tieni gli occhi da un'altra parte" lo sentii urlare, più o meno in modo ironico. Sorrisi, mi slacciai i pantaloni e li tirai giù, ma sentii una fitta allo stomaco e barcollai, scontrandomi contro il petto di Thomas, che prontamente mi sostenne e mi rimise in piedi.
"Ma che fai?" chiese, probabilmente notando che ero in mutande.
"Non riesco a mettere i pantaloni" sussurrai. Lui mi guardò un attimo arrossendo, poi scoppiammo entrambi a ridere. Alla fine, dopo lunghi secondi imbarazzanti, riuscimmo a farmi indossare quei maledetti pantaloncini, senza smettere di ridere.
Ci spostammo verso il resto del gruppo, che si era raggruppato in mezzo al centro commerciale.
"Abbiamo riattivato i generatori-" iniziò Newt, interrotto appunto dalla luce che tornava e illuminava il posto diroccato. Notai che anche le altre si erano cambiate, Rebeka con un certo imbarazzo come me, e avevano tutte i pantaloni corti. Cosa abbastanza ragionevole dato che eravamo nel deserto e ci saranno stati 40 gradi. Non facemmo in tempo a fare niente che sentimmo un rumore provenire dall'alto. Ci allarmammo subito e ci stringemmo in un cerchio, schiena contro schiena. Non c'era traccia di nessuno nelle vicinanze. Sentimmo di nuovo un rumore metallico, più vicino, e questa volta capimmo che proveniva dall'inizio delle scale mobili.

Maze Runner || PHASE TWODove le storie prendono vita. Scoprilo ora