10.

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"Ace!"
Jade si alza di colpo con un urlo. Tasta il pavimento attorno a sé e comincia a guardarsi intorno: si trova di nuovo in quella stanza. Ma allora?

Si alza e non ricorda in che modo abbia raggiunto quel letto. Stava parlando con quelle Marine e avevano intenzione di portare via Ace, poi probabilmente era riuscita a impedirglielo: ma come? E ora dove si trovava lui?
Si concentra più che può su quel volto arrabbiato e tirato, che ripensandoci la fa sorridere vista l'infondatezza delle sue accuse. La figlia di Barbanera in combutta con il Governo? Se solo potesse sapere. Le pare quasi di vederlo di nuovo con le sopracciglia aggrottate e il viso paonazzo mentre l'accusa: le pare proprio di sentirlo chiamare "rossa" con quella sua voce stizzita e roca in fondo. È forse quella la sua sagoma distesa su un letto in una stanza pochi passi più ad Est rispetto a dove si trova lei?
Senza rendersene conto si alza ed esce, dirigendosi proprio dove crede che sia: ma certo, non può che essere lui dietro a quella porta ed è solo! La mano si porta sul pomello d'ottone di fronte a lei e applica una leggera pressione, ruotandolo a sinistra con un cigolio.

Ace volge il viso verso la porta pigramente, ma cade dal letto non appena si accorge che non si tratta di Marco.
"Ro...Ros..." balbetta incredulo mentre quella gli corre incontro, prendendolo per un braccio.
Il ragazzo si schiarisce la voce, togliendosi di dosso le mani di lei con delicatezza.
"Sto bene, non ti preoccupare... piuttosto come mi hai trovato?" chiede cercando di restare calmo.
"Non lo so..." risponde lei tirando indietro le mani, come se avesse per sbaglio toccato un ago appuntito "Ti ho visto e basta, credo..."

Restano seduti sul pavimento uno di fronte all'altra a squadrarsi per un po'. Jade si sistema un ricciolo dietro all'orecchio, mentre Ace continua a guardarla con sospetto.
Sa quello che ha visto, perché è successo anche a lui quando era un bambino: quell'urlo non era soltanto rabbia, c'era ambizione. Quell'Ambizione. E la cosa che più lo preoccupa è che probabilmente non è l'unica che possiede, visto la facilità con cui l'ha raggiunto.
Forse è quello il motivo per cui si è accorto di lei al porto, si dice.

"Ascolta Ace..." sentirla pronunciare il suo nome in quel momento lo spiazza e involontariamente un brivido gli attraversa la schiena "Io non voglio creare problemi a te e al tuo Capitano, sul serio. Io non conosco quelle donne, non mi sono mai allontanata da casa prima di adesso..."
"Non... non credo sia più un problema..."
La ragazza tira un sospiro di sollievo, ma si trattiene dal manifestarlo.
"Ti ringrazio. Qualunque sia la prossima isola in cui approderete, sarò felice di togliere il disturbo e imbarcarmi per..."
"Ecco, veramente..." la interrompe evitando di guardarla negli occhi "...sarebbe meglio che mi seguissi e venissi a parlare con papà..."
Il ragazzo si alza ignorando le sue richieste di chiarimento e, portatosi dietro di lei, la solleva prendendola da sotto alle spalle.
"Non capisco, Barbabianca mi ha mandato via, io non voglio vederlo, io..." prova a dimenarsi, ma Ace è nettamente più forte di lei e non ha problemi a trattenerla.

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Il secondo incontro con l'Imperatore si tiene sul ponte di comando, proprio in prossimità del timone. Newgate è una statua colossale ferma a braccia conserte di fronte a Jade ed Ace, con Marco pensieroso alla sua sinistra.

"Jade!" esclama, facendola sobbalzare per la profondità della sua voce.
Il Capitano si abbandona ad una risata che termina con un colpo di tosse, mentre Marco fa roteare gli occhi al cielo.
"Ci ho pensato davvero a te, ragazzina, lo sai?"
Lei non risponde, ma ha come l'impressione di scorgere con la coda dell'occhio Ace storcere il naso.
"Ti sei messa contro un viceammiraglio e hai salvato mio figlio come se nulla fosse!"
Da dietro sente chiaramente il ragazzo mugugnare qualcosa a denti stretti.

La ragazza strabuzza gli occhi, rendendosi conto solo in quel momento della gravità del proprio gesto: quella vecchia, un viceammiraglio? Deglutisce e abbassa lo sguardo.

"Non devi vergognartene, Jade..." riprende "Sono le nostre azioni a stabilire chi siamo. Ammetto di averti giudicata senza averti dato un'occasione e mi rammarico di ciò."
Marco scuote di scatto la testa e le lenti dei suoi occhiali brillano mentre con sguardo stranito si volta verso il colosso.
"Stai dicendo che...?"

"Hai perso tua madre, non è vero?"
Barbabianca pronuncia queste parole con un tono pacato e apprensivo, quasi bastasse a renderle meno pesanti. Gli occhi dorati del Capitano si distendono in un'espressione sinceramente accorata, mentre la ragazza si morde il labbro e sente le congiuntive pizzicare. Infischiandone dello sguardo triste che l'uomo occhialuto le rivolge, tira su con il naso e scuote la testa in senso affermativo.
Marco si porta una mano sulla fronte, imbarazzato per la mancanza di tatto del genitore adottivo. Dal canto suo, invece, Ace vorrebbe tendere una mano in sua direzione e confortarla, ma l'orgoglio glielo impedisce.

"Se lo desidererai, potrai diventare anche tu mia figlia, Jade."

L'Imperatore inclina la testa di lato e sorride prima di voltarsi e tornare sottocoperta

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L'Imperatore inclina la testa di lato e sorride prima di voltarsi e tornare sottocoperta.

Come poteva quel sentimento di repulsione nei suoi confronti essersi trasformato al punto da spingerlo a chiederle di restare con lui? 
Marco, dopo un'iniziale stupore, le rivolge un sorriso da un orecchio all'altro e si congeda con un gesto veloce della mano. Ace si volta in sua direzione esterrefatto.

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