Lettera postuma di un padre

89 6 0
                                    

Cara, carissima Jade.

Sono io, tuo padre.

Spero che tu sia arrivata a leggere fino a questo punto senza stracciare quello che ho da dirti. Questo è uno dei pochi momenti di lucidità che mi restano.

È iniziato tutto tantissimi anni fa, ben prima di entrare nelle file del Vecchio. Sono rimasto orfano, per questo non hai mai conosciuto i tuoi nonni, ma quello che non sai è che da allora qualcosa è irrimediabilmente cambiato in me.

A dodici anni Barbabianca mi preso con sé, poi ho conosciuto tua madre nel Mare Occidentale: è stato amore a prima vista. Non ho mai capito quale Dio abbia permesso a quell'essere stupendamente colmo di dolcezza di interessarsi ad un disastro come me. Nessuno l'ha mai appoggiata in questa scelta e forse avrebbe fatto meglio ad ascoltare chi aveva intorno: ogni giorno sentivo la bestia rodermi dentro e non ho mai avuto il coraggio di raccontarlo a lei. Soprattutto quando ha dato alla luce l'essere più bello che io abbia mai visto.

Ero terrorizzato dal toccarti con le mie mani indegne, ma nel profondo sapevo anche che mi era ormai impossibile tenere a bada il mostro celato da tempo. Tua madre mi ha pregato di lasciare il Vecchio, ma io le ho mentito dicendole che lo consideravo mio padre: lei aveva già capito che ciò che volevo cercare mi avrebbe portato alla rovina. Ma come potevo continuare a guardare la miseria in cui vi avevo costrette senza fare nulla? Se avessi abbandonato Barbabianca non avrei mai trovato il nostro frutto e non sarei mai stato in grado di offrirvi la vita che meritavate.

Quel ciarlatano di tuo zio ha preteso di parlarle: tu non puoi ricordarlo, perché non appena si è presentato in casa nostra l'ho buttato fuori. Sì, sono io l'artefice delle cicatrici che porta sul volto: lui non credeva alle mie parole e non credeva nemmeno alle bugie di sua sorella, quando gli ha detto che era convinta della mia sincerità. Capisci? Una donna che mente al fratello per proteggere l'uomo che ama. E io vi ho lasciate sole.

Il buffone è uscito dalla vostra vita e non si è mai più fatto vivo, nel frattempo a malincuore mi sono separato da voi e finalmente ho trovato ciò che cercavo: credevo di aver vinto.

Il mondo mi è crollato addosso quando il giorno del tuo compleanno non ho rivisto tua madre. Lei, probabilmente, sapeva che non ci saremmo più ricongiunti. Non nego di aver pianto tutta la notte. Mai avrei creduto entrambe capaci di una simile fedeltà e fiducia nei miei confronti.

Ma Jade, io non sono più quell'uomo: nel profondo mi sono corrotto. Riesco a dirlo soltanto ora. Voglio metterti in guardia dal mio egoismo, perché non ne ho il controllo. Hai ragione quando hai detto che sono morto.

Non chiedo il tuo perdono, ma voglio che tu sappia che in questo mostro un tempo è esistito tuo padre e ti ha amato più della sua stessa vita. Per questo ti chiedo scusa, ho fallito contro me stesso. E ho fallito come genitore.

Grazie a tua madre, però, sei stata capace di farti amare dagli altri e in fin dei conti ringrazio chi ti ha resa la donna che sei oggi, consapevole di non essere nell'elenco dei loro nomi. I tuoi poteri sono eccezionali, ma il tuo carattere sarà la tua vera forza.

Non sono riuscito a salvare Ace nonostante abbia provato a farlo con tutte le mie forze. Poi Barbanera ha preso il sopravvento.

Se mai qualcuno avrà la volontà di provare a salvarmi da me stesso, so che quella persona sarai tu. Per il momento, ti prego, vivi la tua vita lontano dalla mia ferocia e non unirti per nessun motivo a questa causa.

Spero tu riesca a leggere questo biglietto. Spero che un giorno la mia nave possa davvero arrivare dal cielo e portarti con me, solo quando Barbanera sarà distrutto, forse, potremo tornare ad essere insieme.

Sinceramente, tuo padre,
Marshall D. Teach

Dark DoomDove le storie prendono vita. Scoprilo ora