33.

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Dopo settimane di viaggio, Jade approda nell'arcipelago indicatole da Lafitte. Il molo è brulicante di persone, ma un'imbarcazione in particolare cattura la sua attenzione.
La nave è quella giusta: non esistono molti pirati in possesso di un sottomarino. I passanti in fuga dal locale erano stati chiari sul fatto che in quella taverna c'è chi sta cercando. Non sa nemmeno che faccia abbia, ma non le importa. Quella è la via che ha scelto di intraprendere.

Respira un'ultima volta prima di aprire la porta legnosa e malconcia della bettola al centro del porto.
Un gruppo di persone è seduto nell'angolo del locale, nel tavolo immediatamente accanto al bancone. Tra essi spicca una specie di grosso orso bianco vestito con una tuta arancione: sono loro.
L'unico a non indossare quella divisa, per altro orrenda ai suoi occhi, è un ragazzo seduto di spalle rispetto all'ingresso. Indossa un cappello di pelliccia bianco con delle piccole macchie scure, una felpa nera e gialla e dei jeans decorati allo stesso modo. Siede con le gambe accavallate e le braccia appoggiate allo schienale della sedia, mentre una lunga nodachi adagiata alla sua sinistra riflette saltuariamente la luce fioca che entra dai lucernari impolverati del locale. Nonostante non possa vederlo in faccia, Jade è praticamente sicura che quel tizio si sia accorto di lei.
Due pirati del suo equipaggio, infatti, quasi da subito si sono messi a bisbigliare e anche l'orso, provando senza successo a non farsi vedere, le ha rivolto occhiate scrutatrici. Non è una sprovveduta, sa bene che quel capitano ha una taglia davvero impressionante e un soprannome forse ancora più inquietante. Ma lei non ha scelta. In fin dei conti, come le aveva detto un tempo Ace, una vita per una vita.

Cammina fino al bancone percependo gli sguardi di quei pirati addosso e, quando arriva di fronte all'interfaccia legnosa tra lei e il barista, si abbassa il cappuccio del mantello, lasciando la folta capigliatura ramata ondeggiare dietro alle sue spalle.
"Un whiskey."

L'uomo silenziosamente armeggia nello scaffale alle sue spalle e versa il contenuto fino all'orlo di un piccolo bicchiere, poi lo appoggia sul bancone di fronte a lei. I pirati vicino hanno confabulato ancora, stavolta più rumorosamente.

"Senta..." gli chiede facendo cadere una moneta sul tavolo "Sa dove posso trovare un certo Trafalgar Law?"

L'uomo sobbalza e lentamente sposta gli occhi in direzione del tavolo con uno sguardo spaventato, mentre i pirati in tuta, anch'essi stupiti, sospendono il chiacchiericcio.

" gli chiede facendo cadere una moneta sul tavolo "Sa dove posso trovare un certo Trafalgar Law?"L'uomo sobbalza e lentamente sposta gli occhi in direzione del tavolo con uno sguardo spaventato, mentre i pirati in tuta, anch'essi stupiti, sospendo...

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"Cosa mai potrebbe volere la figlia di un papabile Imperatore da un novellino come me?"
La voce che sarcasticamente aveva interrotto il silenzio proviene proprio dal ragazzo con il cappello di pelliccia.
Jade beve di colpo ciò che ha ordinato e si passa il dorso della mano sulle labbra stirate in un sorriso, sotto allo sguardo attonito del baffuto barista.

"C-c-capitano..." balbetta l'orso spalancando i suoi piccoli occhi scuri tra i ciuffi di pelo candido.
"Zitto, idiota..." lo ammonisce un tizio con in testa un cappello a forma di pinguino.

"Vedo che non servono presentazioni..." commenta lei, avvicinandosi al tavolo.
Non manca di notare che il ragazzo, seppur senza essersi voltato, ha già piazzato un palmo sull'impugnatura dell'immensa spada appoggiata alla sinistra della sua sedia.

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