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"Perdonami, posso parlarti un attimo?"

Il ragazzo biondo rivolge la parola con cortesia sorprendente al chirurgo che fino ad allora era rimasto zitto, di qualche passo in disparte rispetto a lui. Law alza gli occhi sul volto sorridente del proprio interlocutore e, prima di seguire il gesto ampio della sua mano, lancia un'occhiata a Jade, seduta di fronte alla lapide con il diario tra le mani.

Si spostano camminando sul prato circostante, fino a quando la sagoma delle tombe non è che una piccola figura all'orizzonte.

"Volevo soltanto ringraziarti per quello che hai fatto e stai facendo per la mia famiglia!"

"Prego?" risponde Law interdetto.

"So che hai aiutato Luffy..." risponde cordialmente, sistemandosi un guanto "E per quanto riguarda Jade..."
Sabo fa un cenno con la testa in direzione della ragazza, poi sospira. Il chirurgo cerca di restare impassibile.
"Beh, ho letto quel diario ed Ace era davvero pazzo di lei. Mi ha stupito parecchio, deve essere una persona davvero speciale. Credo sia giusto lasciarla nelle tue mani, ma sappi che in caso di necessità i Rivoluzionari non la lasceranno sola."

"Cos..."

Law non ha il tempo di balbettare per intero la frase: uno stormo di corvi piove ai piedi di Sabo e in un attimo il ragazzo scompare in cielo.

In che senso è nelle sue mani? Lui ha soltanto sfruttato l'occasione allo scopo di avere un'alleata per l'Incidente. Perché mai quel rivoluzionario dovrebbe mostrargli riconoscenza? D'accordo, l'ha di fatto curata e portata con sé, ma per prima cosa è un dottore e per seconda, beh, ne aveva soltanto bisogno.

L'ultima constatazione, in effetti, lo blocca. Sì, in senso strettamente professionale lo ha aiutato parecchio, ma si riferisce soltanto alla pirateria? Forse che il suo umore non fosse migliorato da quando quella ragazza era entrata in prestito nella sua ciurma?

Basta, è il caso di smettere di perdersi in questi discorsi immotivati. Non sa nemmeno in che modo si sia fatto convincere ad andare fino a Sphinx: non conosceva Pugno di Fuoco e, sebbene sia brutto da dire, la sua morte non ha rappresentato nulla per lui. Cammina a testa bassa e torna alle tombe, deciso ad abbandonare quelle assurdità il prima possibile.

Jade ha chiuso il diario e lo ha appoggiato vicino alle tre ciotole rosse portate dal numero due dell'Armata Rivoluzionaria. Osserva il cappello ondeggiare al vento e sposta lo sguardo soltanto quando l'ombra affilata del Lamento Spettrale si allunga di fronte a lei.

"Che ti ha detto Sabo?"
"Niente di che. Se vuoi unirti a loro hai il suo benestare."
"Oh, ma se ne è già andato?"
"A quanto pare."

Comprensibile. Non si aspettava di incontrarla, né di dover essere colui che avrebbe dovuto darle tutte quelle rivelazioni. Non può biasimarlo.
La ragazza si alza e muove qualche passo in direzione del chirurgo accigliato.

"Law..."

È la prima volta che pronuncia il suo nome e il suono di quelle sillabe gli fa dilatare impercettibilmente le pupille nelle iridi grigiastre.

"Sì...?"

"Col senno di poi non avrei voluto estorcertelo con i miei poteri, ma mi dispiace per la tua famiglia e per Rosinante."

Il volto gli si pietrifica, il respiro si blocca. La spada viene stretta con più forza dal suo pugno ed emette un leggero scricchiolio metallico cozzando con il fodero.

"Non importa. È passato."

"No, non lo è. Il dolore non si dimentica mai, ma con il tempo, forse, si perdona."

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