11.

217 13 0
                                    

"NO!"
Ace batte con forza i pugni sul tavolo sotto agli occhi di un noncurante Barbabianca, il quale continua a sorseggiare il thé dalla sua tazza color avorio.
"Credi che un po' di orgoglio ferito basti a farmi cambiare idea, Ace?"

"Non avevo bisogno di lei! Non sappiamo nemmeno chi sia! Non fa altro che mettersi nei pasticci! E CADERE!"

L'uomo sorride e beve un altro sorso, divertito dalla stizza del ragazzo.

"Credo che un giorno possa dimostrarti il contrario..." risponde pulendosi le labbra con il dorso della mano "Per il momento questa è la mia decisione, starà a lei accettare o meno."

"Quella lettera deve averti dato alla testa, vecchio!"

L'accusa di senilità, benché mascherata da epiteto genitoriale, fa aggrottare le sopracciglia di Barbabianca.

"Bada a come parli, ragazzo... Stai giudicando senza conoscere..."
Newgate appoggia la tazza sul comodino e incrocia le braccia.
"Se sei così sicuro di te, perché non provi tu a dissuaderla? Da oggi la affido a te!"

Ace sospira sorpreso, ma poi scoppia in una risata di fronte all'espressione impassibile e seria del genitore.

"Mi ha già detto di voler tornare a casa sua! È una scommessa persa in partenza!"
"Non sarà un problema per te, allora! Tra tre giorni approderemo: se non avrà cambiato idea, la indirizzerai al traghetto più vicino e la saluteremo, poi potrai proseguire nella tua folle ricerca."
"Non me lo impedirai?" chiede sorpreso.
"No, a patto che in questi tre giorni tu faccia ciò che chiedo."

Ace corruga la fronte pensieroso, poi alza uno sguardo di sfida verso Barbabianca.
"D'accordo, papà!" afferma con un sorriso sardonico, tendendogli la mano.

---

La sveglia del giorno seguente non è piacevole come a casa: infatti, Ace e Marco si introducono nella cabina dove Jade stava dormendo ed entrambi iniziano ad urlare a squarciagola, facendola sobbalzare sul materasso.
Con un grido, la ragazza si rivolge attonita ai due simpaticoni e lancia qualsiasi oggetto sia alla sua portata in loro direzione. I due scappano sghignazzando, mentre Jade chiude loro la porta sulla schiena.
"Non può accadere di nuovo, mi scopriranno!" pensa, questa volta faticando un po' meno a ricomporsi, ma comunque con la consapevolezza di non padroneggiare appieno quei misteriosi poteri.

Si veste e poi apre la porta di scatto: Ace, che aveva percepito appoggiato lì davanti, cade di osso sacro ai suoi piedi. Jade prende la tesa del suo cappello con due dita e lo trascina in basso, trovando due occhi scocciati a fissarla. Non riesce a soffocare una risata e in risposta il ragazzo stira di lato un sorrisetto tutt'altro che benevolo.
"Papà ha detto che tra tre giorni approderemo e potrai imbarcarti per tornare a casa..."

Gli occhi le si illuminano e il ragazzo resta attonito dal sorriso che gli rivolge: nonostante lo osservi dal basso e rivolto al contrario, quella semiluna eburnea gli sembra l'immagine più bella che potesse desiderare di vedere. Un colorito rosso ciliegia si fa spazio sotto alle lentiggini, ma non appena se ne accorge la mano riporta il cappello sulla sua testa, quasi potesse fare da scudo alle sue emozioni.

"Piano con i festeggiamenti, rossa..." sussurra l'ultima parola con ironia "Fino ad allora sei un mio sottoposto e farai ciò che dico."

Ignorando per una volta l'irritazione scaturita da una parola che crede di aver sentito, Jade sgrana gli occhi e scoppia a ridere di gusto. Ace, spiazzato, si alza e si volta in sua direzione a braccia conserte, aggrottando le sopracciglia nere a disegnare una conca alla radice del naso.

"Non mi pare di aver detto nulla di divertente, Jade. Se non vuoi essere gettata in mezzo alle onde, queste sono le condizioni."
"Cosa potrei mai dover fare per compiacerti? Il bucato?" chiede asciugandosi una lacrima d'ilarità.
"Non fraintendere il mio atteggiamento estroverso per simpatia, noi non siamo parigrado. Barbabianca vuole che ti tratti come un mio sottoposto e io non tollero che i miei pirati vengano messi alle strette da due pagliacci ubriachi. Capito?"
La serietà e la freddezza di quelle affermazioni le suscitano un brivido nella schiena, costringendola a smettere anche di sorridere. Sul suo viso le labbra si stirano in un'espressione preoccupata, mentre Ace la squadra con disapprovazione.
"Quando scenderai da questa nave sarai in grado di aspettare da sola senza essere rapita o venduta. Tra due minuti ti voglio sul ponte, non farmi aspettare."

Il ragazzo si allontana senza voltarsi, mentre lei ritorna nella cabina, chiudendo la porta.
Inspira profondamente, poi stringe le mani a formare dei pugni. Per la prima volta prova rabbia nei confronti del genitore che da sempre ammira:
"Perché mi hai mandato qui, papà?!" mormora digrignando i denti "Avrei soltanto dovuto consegnare una lettera, mentre ora sono costretta a farmi comandare sulla nave dell'uomo che tanto odi! Ma che razza di regalo può essere questo? Avremmo dovuto stare insieme..." con un singhiozzo, Jade mugugna l'ultima frase, mentre le lacrime iniziano a sgorgarle dagli occhi.

Dark DoomDove le storie prendono vita. Scoprilo ora