Capitolo 2

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Questa sera sono riuscita a guadagnare parecchio ma non c'è da stupirsi, al sabato sera si riesce a racimolare quasi quanto durante tutti gli altri giorni messi insieme. Il club è sempre gremito di uomini che si concedono una serata divertente o rilassante dopo una lunga settimana di lavoro e sono disposti a spendere molto in alcol e ragazze.

Stanca e con i piedi doloranti per colpa degli scomodi ed alti tacchi, ritorno nel camerino che odora di sudore, mischiato ad un intenso profumo da donna, a vodka e ad erba.

«Vuoi?» domanda la russa porgendomi la canna che tiene tra le dita, credo che sia la terza volta che mi parla da quando è arrivata, non conosco neanche il suo nome.

«No, grazie.» scuoto la testa con una smorfia e prendo i dischetti di cotone imbevuti di struccante per passarli su tutto il mio viso.

La finta pelle del reggiseno si è appiccicata come colla e fatico a toglierla. Gli stivali mi hanno provocato una fastidiosa irritazione e ho piccole macchie rosse che mi creano prurito, dovrò assolutamente lamentarmi con Dylan per questa roba.

«Che successone!» si complimenta Jen con un sorriso smagliante non appena entra, chiudendo la porta alle sue spalle, poi mi passa i miei jeans e la mia maglietta.

Jennifer è un'ex spogliarellista che, passati i trenta, ha deciso di smettere di fare spettacoli e di presentare, gestire le stanze, prendersi cura di noi un po' come farebbe una sorella maggiore. Si occupa dei costumi, della musica, ma soprattutto di incoraggiarci e rincuorarci.

«Dio benedica il sabato sera!» festeggia Sharon comparendo dalla porta, sventola in aria una mazzetta con parecchi soldi.

Sorrido facendomi aria con le mie banconote ed entrambe scoppiamo in una fragorosa risata mentre la biondina si spoglia rivelando i suoi grandi seni sodi, passati sotto alle esperte mani del chirurgo plastico.

Indosso finalmente le mie comode scarpe da ginnastica scolorite che, immediatamente, danno sollievo ai miei piedi, slego la coda di cavallo e, a testa in giù, muovo un po' i capelli. Ho terribilmente voglia di tornare a casa, mettermi sotto le coperte e dormire per ore ma, come al solito, aspetto Sharon per fare un tratto di strada con lei. Mi siedo sulla poltrona nell'angolo della stanza, vicino a Danielle che sta bevendo vodka scadente da un bicchierino di vetro. Fa per porgermi la bottiglia, ma io la rifiuto.

«Chloe, hai fatto colpo eh?» sghignazza Jen facendomi l'occhiolino, poi mi raggiunge per passarmi una busta completamente bianca, abbastanza pesante da capire che contiene qualcosa.

«È per me?» domando confusa rigirandola tra le mani.

«Sì, me l'ha portata un ragazzo poco fa chiedendomi di darla alla bellissima ragazza dal costume bianco.» mi spiega lei sistemando la frangia del suo caschetto nero, per poi raccogliere i nostri costumi e appenderli su una rella.

Non molto interessata, faccio spallucce ed infilo la busta nella tasca esterna del borsone, non è strano ricevere bigliettini con il nome, il numero di telefono o magari l'indirizzo.

«Pronta!» annuncia Sharon dopo aver infilato la sua giacca invernale.

«Perfetto, ci vediamo lunedì ragazze.» le saluto lanciando in aria un bacio e, finalmente, esco seguita dalla mia amica.

Il quartiere, ora che è giorno, è molto diverso da prima e sta riprendendo vita. È illuminato dalle prime luci del mattino, qualche macchina sta già sfrecciando in strada e qualcuno è già uscito per una corsetta. Le altre persone, sicuramente, stanno dormendo nei loro caldi e comodi letti, godendosi questa fredda e tranquilla domenica mattina, ed io non vedo l'ora di essere sotto al mio piumone e con la testa sul morbido cuscino.

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