Capitolo 55

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«Chloe, che cazzo ci fai qui?» sbotta Zayn non appena si volta e mi squadra con lo sguardo più attonito e sconvolto che io gli abbia mai visto.

«Sharon...» ripeto io incredula, continuando a fissare la bionda al centro della stanza e, nonostante io avessi il ricordo di lei su quella macchina, non riesco a credere ai miei occhi, o meglio, non voglio credere ai miei occhi.

«Devi andare via!» mi ordina il mio ragazzo non appena mi raggiunge ma non è arrabbiato. Mi tira a lui e mi avvolge con le sue braccia stringendomi contro al suo petto, obbligandomi ad appoggiarci la guancia anche se non ne ho alcuna voglia. Voglio guardare in faccia la persona che ha cercato di investirmi e che, magari, ha anche provato ad uccidermi sparando un colpo.

È impossibile, continuo a ripetermi mentre l'idea della mia migliore amica con una pistola in mano, è decisamente la più folle che mi sia mai passata per la testa.

Lentamente e silenziosamente, faccio qualche passo in avanti, divincolandomi dalla presa di Zayn che cerca di trattenermi dal braccio.

Sharon è seduta su una sedia robusta, al centro della stanza sotto ad una lampadina dalla luce potente che la illumina. Le sue mani sono legate dietro alla sua schiena ed anche i suoi piedi sono tenuti uniti da una corda in plastica che ha l'aria di essere parecchio resistente. Il mio respiro affannato ed insistenti e ritmiche gocce che cadono, forse per colpa di qualche tubo che passa attraverso il muro, sono gli unici rumori che si sentono e questo silenzio mi rende ancora più nervosa.

«Sharon...» ripeto io scuotendo lentamente la testa e deglutisco a fatica, il suo nome adesso mi sembra strano in bocca, nonostante io lo abbia pronunciato un milione di volte, «Che cosa ci fai qui?»

Lei alza per un attimo i suoi freddi occhi azzurri, che ora sembrano grigi per colpa della luce che li colpisce dall'alto, poi distoglie di nuovo lo sguardo fissando un punto oltre la mia spalla. Non ha il coraggio di rispondermi, lo capisco da come tiene unite le labbra in una linea.

Carlos e Kevin provano ad intervenire, prendendomi dalle spalle per portarmi via, ma io mi divincolo con un urletto e Zayn fa loro un veloce gesto della mano per ordinare di lasciarmi e di uscire. Loro obbediscono.

Mi volto per cercare disperatamente gli occhi del mio ragazzo, per avere una spiegazione, ma lui rimane in silenzio e si limita ad osservarmi con le sue iridi color caramello che trasudano compassione, pena, tristezza, e che cambiano immediatamente quando si posano sulla bionda; Aggrotta la fronte, unendo le sopracciglia in un'espressione dura, seria, mentre le sue labbra si piegano in un ghigno feroce che metterebbe paura a chiunque.

«Che cosa sta succedendo?» ripeto io, ora a voce più alta quando realizzo che nessuno vuole rispondere. Mi avvicino alla mia amica che, nonostante il viso struccato e i capelli raccolti e crespi, rimane bellissima. Spero di sentirmi dire che è uno scherzo, che è uno stupido malinteso, che lei non c'entra niente con tutta questa storia.

Una delle ragazze più forti, coraggiose e affascinanti che conosca, ora è in silenzio, ferma immobile, indifesa.

«Sharon, dimmi che cazzo sta succedendo!» grido a pochi centimetri dal suo viso, i miei occhi si riempiono di lacrime quando il suo volto la precede, parlando ancora prima della sua voce.

«Sono stata io.» ammette lei con un filo di voce, talmente roca che credo abbia urlato per parecchio tempo. Le sue iridi blu continuano a non voler incontrare i miei occhi sgranati, spalancati dallo stupore.

«Perché?» continuo a urlare, tanto che la mia voce si spezza mentre le mie guance si bagnano di lacrime che raggiungono la mia bocca lasciando un fastidioso sapore salato, «Perché!» ripeto con ancora più aggressività non riuscendo ad ottenere una risposta.

«I-io non volevo Chloe...» balbetta lei con la voce estremamente bassa, riesco a malapena a sentirla nonostante io mi trovi praticamente davanti a lei. Osserva i suoi piedi legati incurante del fatto che io stia cercando di incontrare il suo sguardo sfuggente.

«Eri una sorella per me!» mi chino appoggiando le mani sulle sue cosce per poter fissare i suoi occhi gonfi, stanchi ed arrossati che si bagnano ancora, «Mi hai aiutata, mi hai sostenuta, mi hai consolata nei momenti peggiori come solo una sorella potrebbe fare...»

«Anche tu eri-» prova a dire, ma non glielo permetto, alzando una mano davanti al suo viso.

«Come hai potuto farmi una cosa del genere?» domando, molto meno irruente rispetto a poco fa, solo perché le mie parole vengono spezzate dai frequenti singhiozzi che non mi permettono di parlare e respirare come vorrei, «Perché Sharon?»

«Non posso dirtelo.» replica lei, il suo petto si alza ed abbassa velocemente.

«Oh, davvero?» interviene Zayn, mi volto per vederlo avanzare con un sorriso ironico dipinto in volto, estraendo la sua pistola e tenendola in una mano, «Forse così ti ritorna la voglia di parlare?» la tiene puntata nella direzione di quella che credevo essere la mia migliore amica.

«I-io...» riesce a dire, scuote la testa e mi sembra quasi che stia cercando di risvegliarsi da questo incubo, «Non posso.»

La risata nervosa del mio ragazzo rimbomba nel magazzino e gela il sangue perfino a me, gli bastano pochi passi per riuscire ad appoggiare la pistola al centro della fronte della ragazza che ora chiude gli occhi stringendoli e trema dalla paura.

«È...» prova a dire, prende un lungo respiro e deglutisce rumorosamente prima di aprire gli occhi e posarli sui miei, «È stata tua madre.»

«Cosa c'entra mia madre?» domando attonita a pochi passi dal suo viso mentre Zayn si allontana un po', lasciandomi la possibilità di confrontarla.

«È s-stata lei a c-chiedermelo.» balbetta lei e le sue guance continuano ad essere potentemente rigate da lacrime, che poi scendono sul suo petto, sui suoi jeans.

«Stai mentendo!» sentenzio io scuotendo la testa, ora non grido più perché mi sembra di non avere più voce in corpo, «Mia madre se ne è andata anni fa, è sparita.»

«Sto mentendo? E allora come faccio a sapere di Sophia Caruso?»

A quelle parole, il mio cuore salta un battito. Sgrano gli occhi e spalanco la bocca, mi allontano da lei indietreggiando di qualche passo e continuo a fissarla. Come fa a sapere del mio vero nome? Nessuno l'ha mai scoperto. Sta dicendo la verità? I pensieri si accavallano gli uni agli altri, mentre lei annuisce appena come per farmi confermare che non mi sta raccontando bugie.

«Sophia Caruso?» sento la voce profonda ed ipnotica di Zayn alle mie spalle e trasalisco.

Sospiro chiudendo per un attimo gli occhi, sono sicura che non si arrabbierà sapendo che gli ho mentito sul mio nome. Sophia, Chloe o C, io rimango la persona che ha conosciuto e di cui si è innamorato. Non cambierà nulla.

«Sono io.» replico, poi mi volto e gli rivolgo un'occhiata. «Ti spiego dopo.» mimo con le labbra e lui sembra impallidire, lascia scivolare la pistola dalle mani che cade a terra provocando un rumore metallico. Rimane fermo, immobile e continua a squadrarmi ma la sua espressione è, come sempre, indecifrabile.

Mi volto di nuovo verso Sharon che, ora, ha smesso di singhiozzare, «Perché mia madre avrebbe dovuto chiederti di investirmi? E perché tu avresti dovuto farlo?» domando avvicinandomi di nuovo a lei. C'è ancora qualcosa che non torna, niente torna, continua ad essere tutto così confuso e strano...

«Un giorno si è presentata al club. Mi ha pagata un mucchio di soldi e io ne avevo bisogno per... Non importa, ne avevo bisogno. Ma non voleva uccidere te, voleva uccidere Zayn e mi ha chiesto di invitarvi a quella festa e-»

Lei continua a parlare, ma io non la sto più ascoltando. Mia madre è tornata o, addirittura, non è mai sparita. Ha pagato la mia migliore amica per tendere una trappola al mio ragazzo e ucciderlo e lei ha accettato, provando ad investirlo e rischiando di uccidere me. Non avrei mai immaginato che la mia vita fosse così incasinata.

«Perché dovrebbe uccidere Zayn? Non lo conosce nemmeno!» mi lamento io, ancora molto dubbiosa nel sentire le parole della bionda, scuoto la testa in un misto di incredulità e confusione.

«Perché è l'assassino di tuo padre.»

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