Capitolo 48

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«Ho una sorpresa per te.» annuncia mentre io prendo l'ultima fetta di pizza, seduta a gambe incrociate sulla trapunta del suo grande letto matrimoniale.

«Una sorpresa?» alzo un sopracciglio masticando un boccone mentre lui annuisce con soddisfazione, voltandosi e dando le spalle alla televisione che trasmette la replica di un reality.

Si alza per prendere un maglione nero da una cassettiera, lanciandomelo sulle gambe. «Indossalo.» mi ordina poi, sparendo nella sua cabina armadio per infilare una felpa.

A malincuore, lascio la mia fetta di pizza all'interno del cartone, perché il mio ragazzo afferra la mia mano e mi trascina insieme a lui fuori, sul terrazzo della sua stanza.

La gelida aria mi colpisce il viso e mi fa tremare nonostante l'indumento caldo e confortevole che indosso. Osservo per un attimo il panorama mozzafiato, poi mi volto e il giardino curato mi fa da sfondo mentre, in lontananza, i grattacieli tipici di New York si innalzano tra le luci della strada, di auto, insegne ed edifici. Appoggio la schiena contro la balaustra mentre il mio ragazzo è di fronte a me. L'acqua che passa attraverso i filtri della piscina e qualche suono di clacson sono gli unici rumori attorno a noi, insieme al debole suono provocato dalla televisione ancora accesa.

«Allora...» inizia lui, è visibilmente a disagio mentre avvolge i miei fianchi con le sue grandi mani, tenendomi stretta a lui.

Appoggia la fronte alla mia ed accarezza la mia guancia mentre io esamino con interesse ogni minima parte del suo bellissimo viso: i suoi occhi sono stretti in piccole fessure allungate ma le sue iridi castane sono ben visibili, il piercing al suo naso risalta sotto le luci fioche ed artificiali dell'esterno, così come i suoi piccoli orecchini a cerchio; le sue labbra, adesso, sono torturate dai suoi denti bianchissimi e la sua guancia, arrossata dal freddo è ancora tagliata ma non basta per togliergli la sua bellezza mozzafiato.

«Ok so che sembrerà una cosa folle, e so anche che avrei dovuto parlarne prima con te...» comincia e il suo petto si alza ed abbassa velocemente mentre tasta i suoi pantaloni, inserisce la mano nella tasca e ne estrae una piccola scatolina rossa che mi porge.

«Che cos'è?» sgrano gli occhi, emozione ed ansia mi tormentano, afferro il pacchetto e lui mi osserva con un dolce sorriso soddisfatto.

«Non so se ti farà piacere ma ti ho vista così contenta e-» parla velocemente, poi si blocca per osservarmi in silenzio, immobile quando sto per sollevare il piccolo coperchio ornato da un fiocchetto.

Dentro la scatola foderata di stoffa bianca, c'è una chiave nera al centro ed io non posso fare a meno di analizzarla confusa e far saltellare il mio sguardo dalla chiave a Zayn, che tira leggermente le punte dei suoi capelli con fare nervoso e, forse, imbarazzato.

«Ho visto il modo in cui ti guardavi attorno al Paradise, come ti brillavano gli occhi quando ne parlavi.» mi spiega lui con calma piegando leggermente la testa da un lato mentre io alzo un sopracciglio, capendo sempre meno, «E quindi ho pensato che ti avrebbe fatto piacere tornarci... Come proprietaria, non come spogliarellista ovviamen-.» le parole escono dalla sua bocca come un fiume in piena, è esaltato e chiaramente agitato allo stesso tempo.

«Aspetta!» esclamo io bloccandolo con una mano alzata davanti al suo viso, «Hai comprato il Paradise? Ho capito bene?» domando con gli occhi sgranati e la bocca spalancata.

«S-sì, per te.» balbetta lui, è un po' a disagio mentre sorride debolmente, forse non capendo la mia reazione.

E, in effetti, non so nemmeno io come reagire. Sono talmente incredula da non riuscire a realizzare che il mio ragazzo abbia appena acquistato il locale in cui ho lavorato per quattro anni.

Vedendo la sua espressione sconfortata nel non vedermi contenta, mi getto immediatamente contro al suo petto e avvolgo le mie braccia attorno al suo possente collo, in un abbraccio caloroso che lui è felice di ricevere. Mi stringe a lui e mi accarezza la schiena, mentre io affondo la testa nella sua felpa che profuma di pulito ed inspiro profondamente.

«Grazie.» pronuncio con sincerità, scandendo bene e accarezzo i suoi capelli dietro alla testa, «Non so cosa dire, non so se posso accettarlo...»

«Devi accettarlo, ormai l'ho comprato e non saprei cosa farmene.» alza le spalle ridacchiando, «Non lo trovi troppo esagerato, vero?» chiede lui e appoggia il mento alla mia testa.

«Beh... Esagerato è esagerato. Ma è comunque un gesto bellissimo, non so cosa dire.»

«Te lo meriti.» sussurra e mi alza il viso con l'indice sotto al mento per potermi guardare mentre alza un angolo della bocca.

Prendo la chiave e la stringo nella mia mano, cercando di rendermi conto che è mio, è il mio locale.

«Io non merito un ragazzo come te.» gli accarezzo la guancia e passo il mio dito, molto delicatamente, sulla ferita, «Saresti troppo per chiunque.»

Appoggio le mie labbra sulle sue e lui le cattura in un bacio che sembra voler diventare sempre meno casto. La sua lingua rincorre la mia, i nostri respiri diventano più affannati e il suo corpo intrappola il mio contro alla balaustra.

La sua mano si intrufola tra i miei capelli, tenendo ferma la mia testa mentre la sua bocca spinge impetuosamente contro la mia per baciarmi con foga e passione, velocemente come se non riuscisse a farne a meno.

«Potremmo fare qualche modifiche e ristrutturarlo insieme, se ti va.» propone senza staccarsi dalle mie labbra.

«Non vedo l'ora.» annuisco velocemente e ricomincio a baciarlo più lentamente e dolcemente di prima, con le mani appoggiate al suo collo muscoloso e tatuato e il materiale freddo della chiave ancora tra le dita, «Ma voglio cambiare il nome.»

«Come lo chiamerai?» mi domanda lui e si stacca un attimo con il sopracciglio alzato in un'espressione curiosa.

«Destiny.» annuncio con soddisfazione, a bassa voce, mentre i miei occhi non riescono a perdere alcun movimento dei suoi, ci guardiamo per un attimo prima di essere travolti in un abbraccio sentito ed intenso.

«Mi piace Destiny.» concorda lui e, dopo esserci staccati, rientriamo nella sua stanza quando si alza un vento freddo.

«Anche a me,» annuisco io con un sorriso mentre chiudo la portafinestra e, finalmente, l'aria gelida non mi colpisce più facendomi tremare di freddo, «E mi piace che sia il nome di una cosa nostra.»

«Il locale è tuo.» obietta lui rivolgendomi un'occhiata prima di appoggiare il cartone della pizza su una cassettiera e sedersi sul letto, «Possiamo rinnovarlo e ti aiuterò se avrai bisogno di qualcosa, ma il Destiny è completamente tuo.»

«Suona bene, vero? Destiny...» ripeto io un paio di volte con aria sognante e mi siedo a cavalcioni su di lui, «Non vedo l'ora di parlarne con Jen e Sharon.»

«Saranno contente di averti di nuovo attorno.» ipotizza con una risatina e appoggia le mani sulle mie cosce, poco più giù delle mie natiche.

«Credo che saranno contente solo perché non avranno più attorno Dylan, in realtà.» ironizzo e sposto un ciuffo ci capelli che ricade sulla sua fronte in un boccolo.

«E perché tu sarai un capo meraviglioso.» arriccia le labbra per ricevere un paio di teneri baci a stampo.

«Zayn io davvero non so cosa dire, non so come ringraziarti.»

«Non devi dire niente, mi basta vederti sorridere. Farei di tutto per vedere quelle fossette.» replica lui, alza la mia mano solo per appoggiarci le labbra e stamparci un tenero e delicato bacio. Sì, questo è l'amore, fare qualsiasi cosa per alleviare il dolore dell'altra persona, vederla sorridere e stare bene, rispondo a me stessa.

«Ti amo.» sussurro tra le sue labbra.

«Ti amo anche io.» risponde lui.

DestinyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora