Quando Zayn mi ha proposto di ritornare al Paradise ero molto incerta. Certo, mi farebbe piacere rivedere le mie amiche e l'ambiente in cui ho lavorato per tanti anni, ma non so come mi sentirò una volta dentro e questo mi spaventa molto.
«Cazzo Chloe...» mormora il mio ragazzo mentre mi avvolge per abbracciarmi da dietro quando mi squadro nel riflesso dello specchio a figura intera della mia stanza, «Sei bellissima.»
Gli sorrido e prendo le sue mani osservando entrambi. In effetti, per l'occasione mi sono preparata con cura indossando un vestitino bianco, corto e di raso fin troppo leggero, con lo scollo drappeggiato che risalta la mia terza di seno e le mie gambe, slanciate da sottili tacchi. Sistemo i miei capelli che scendono sulle mie spalle in larghi boccoli voluminosi mentre la mia mano e il mio collo brillano grazie ai gioielli che mi ha regalato Zayn a Dubai.
«Anche tu sei bellissimo.» ammetto io e rimango incantata ad osservare il suo ciuffo castano pettinato all'indietro, una maglietta bianca e dei jeans neri, abbinati ad un sensuale chiodo di pelle che evidenzia le sue spalle larghe. I suoi tatuaggi e i suoi piccolissimi cerchi ai lobi gli conferiscono un'aria ancora più sbarazzina e mi piace vederlo meno elegante del solito. Neanche il cerotto sulla sua guancia riesce a renderlo meno bello ed affascinante.
Mi volto per alzare una ciocca di capelli che gli ricadeva in un piccolo riccio sulla fronte, poi mi soffermo sul suo bellissimo viso. Il mio dito accarezza la sua fronte, scendendo sul naso, poi sulle labbra. Lui sorride sotto al mio tocco.
Mi regala un paio di baci a stampo, accarezzando il mio fianco e poi mi prende la mano per ritornare in salotto. Prendo il mio cappotto nero e la mia borsa dove infilo il cellulare e le chiavi, per poi ritoccare il mio rossetto chiaro e dare un ultimo sguardo al mio trucco non particolarmente marcato.
Siccome il locale è vicino a casa mia, decidiamo di incamminarci invece che prendere l'auto e le mie scarpe sul cemento creano un rumore piacevole mentre un leggero vento freddo mi accarezza le gambe facendomi quasi tremare.
Quando arriviamo al Paradise provo una strana sensazione, ricordandomi di quando arrivavo in jeans e maglietta, pronta per truccarmi esageratamente ed indossare costumi in pelle scadente e stivali volgari.
Entro e i pochi clienti cominciano a guardarmi, non so se è perché non sono abituati a vedere una ragazza entrare dalla porta principale, o se mi hanno riconosciuta, ma afferro la mano di Zayn come se fosse uno scudo e continuo a camminare. Le luci soffuse, le tovaglie rosse, la puzza di fumo, le luci puntate sul palco, mi è tutto estremamente familiare anche se è ancora presto e la musica è spenta, la maggior parte dei tavoli sono vuoti e lo spettacolo non è ancora iniziato.
«Vado a salutare le ragazze, mi aspetti qua?» domando quando Zayn si toglie la giacca di pelle appendendola alla sedia su cui poi si siede, io faccio lo stesso con il mio cappotto.
«Certo, mi trovi qua.» ridacchia lui e, prima di lasciarmi andare, apre la sua bocca e intrappola la mia in un passionale bacio, forse solo perché voleva farlo, forse per marcare il territorio.
Mi avvio facendomi spazio tra i tavoli e mi sembra stranissimo essere vestita ed elegante, passare e non sentire mani sul mio corpo, non vedere soldi lanciati e non ascoltare commenti volgari.
È questo che si prova a sentirsi rispettate in un locale?
Supero un bodyguard che mi saluta con un cenno della testa e mi fa entrare senza pormi domande, mi trovo nel corridoio stretto e rosso, quello che ho sempre odiato tanto e che ho percorso tutti i giorni per quattro lunghissimi anni con tacchi instabili, mezza nuda. Mentre passavo di qua, sono stata una fata, una dottoressa, un angelo e un demone, una poliziotta, una donna vampiro o un'aiutante di Babbo Natale.
Passo davanti alle porte delle stanze e i ricordi si susseguono come se guardassi un film; ricordo i primi addii al celibato insieme a Sharon, la prima volta nella stanza rossa, o l'ultima con Zayn.
Finalmente arrivo alla porta del camerino e la spalanco senza bussare, con un sorriso stampato in volto mentre tutte si voltano e rimangono senza parole nel vedermi.
Jen porta una mano alla bocca, i suoi occhi sono increduli mentre corre nei suoi anfibi per raggiungermi ed abbracciarmi calorosamente. Una alla volta, tutte le ragazze mi salutano e mi chiedono come sto, tranne la russa che, ovviamente, resta in un angolo in silenzio.
«Sei bellissima!» si complimenta Jennifer che tiene tra le mani un costumino nero in finta pelle e un cerchietto. Sono così sollevata di non doverli indossare io.
«Grazie, mi mancate così tanto...» mi siedo sullo sgabello vicino a Sharon che si sta truccando.
«Anche tu! Sei tornata per esibirti?» ridacchia la mia amica mentre passa il pennello con il blush sulle sue gote pallide.
«No, ma non vedo l'ora di veder esibire voi.» annuncio esaltata accompagnandomi da un veloce applauso, facendo scontrare tra di loro gli anelli nelle diverse dita.
«Rimani a vedere lo spettacolo?» mi domanda Jen con un sorriso emozionato.
«Certo, non me lo perderei mai.» annuisco io con decisione, «Chi è ai pali stasera?»
«Io e Danielle.» mi informa Sharon mentre è intenta a legare i suoi capelli in un'alta coda di cavallo che oscilla ad ogni suo movimento. Perfetto, le mie preferite.
«Angelo e diavolo?» domando io osservandole, indossano già i loro costumi, uno bianco e uno rosso, e hanno trucco pesante sugli occhi ma di colori diversi.
«Esatto, non ne posso più.» si lamenta la mia amica alzando gli occhi al cielo, «Questo lavoro diventa sempre più noioso.»
«È vero.» la spalleggia Kumiko, «Sempre gli stessi costumi, la stessa musica-»
«Sharon, sbrigati! Tra poco devi salire!» Jen ci interrompe con la voce stridula, rimproverando la biondina che non si è ancora cosparsa di olio brillantinato.
«Io vado.» alzo le mani in segno di resa e, in realtà, mi manca sentire Jen che mi grida contro perché non sono pronta o lamentarmi con le ragazze dei costumi monotoni di Dylan.
«Oh Chloe!» mi richiama Sharon quando sto per richiudere la porta, esce e mi afferra il mio polso per fermarmi e io mi volto, «Hai chiesto a Zayn per la festa?»
No, sono stata un po' impegnata a medicargli le ferite e a pulire macchie di sangue in giro per tutta la casa.
«No, non ho ancora avuto modo di parlargliene...» ammetto io mordendomi il labbro, «Ma lo farò!» mi affretto a precisare quando lei piega le labbra rosse in un broncio triste. Poi ritorna a sorridere.
La saluto non appena mi libera e devo attraversare di nuovo il corridoio, alla fine del quale mi ritrovo davanti ai cinque scalini, quelli che mi bastava salire per smettere di essere Chloe e diventare C, solo C. Rimango per un momento a fissarli e a rivivere tutti gli stati d'animo che ho passato quando dovevo salire sul palco. I primi mesi ero terrorizzata, poi rattristata, e infine ero talmente abituata da non farci quasi più caso. Poi, in pochissimo tempo, tutto è cambiato. È bastata una proposta, due occhi color caramello ed un viaggio a Dubai per stravolgere completamente la mia vita. Mi chiedo come sarebbe andata se non avessi tirato uno schiaffo ad un cliente, se non fossi stata licenziata e, di conseguenza, se non avessi accettato la proposta di Zayn. Molto probabilmente se Amanda, quella sera, non fosse collassata per overdose, io non mi sarei accorta di nulla e lei si starebbe ancora drogando, io non avrei avuto bisogno di così tanti soldi per la clinica e forse non avrei mai cercato il bigliettino con il numero del bel moro.
Non posso fare a meno di sospirare e ringraziare il destino per aver fatto incrociare la mia vita con quella di Zayn, che adesso mi sta aspettando. Noto che il locale si sta riempiendo e la musica, a basso volume, anticipa l'inizio dello show.
«Eccoti!» mi sorride il mio ragazzo non appena mi siedo, porgendomi un drink dello stesso colore di quello che ha lui davanti.
«Grazie.» gli mando un bacio volante mentre prendo il bicchiere tra le mani, lo alzo guardandolo negli occhi.
«A cosa brindiamo?» mi domanda lui facendo lo stesso con il suo calice.
«Al destino.» propongo riflettendo tra me e me, subito prima di farli scontrare.
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Destiny
ChickLitLei è una spogliarellista che può fare affidamento solo su se stessa. Lui è il capo di una banda criminale a cui la vita ha tolto tutto. Quando due mondi così distanti e due personalità opposte entrano il collisione possono succedere solo due cose:...