Capitolo 27

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«E così non saprei far provare piacere ad una donna, eh?» mi provoca con un sorrisetto quando torna dal bagno, indossa solo l'asciugamano legato in vita e ha i capelli bagnati, «Oltre ad essere un assassino.» Mi raggiunge e si siede sulla poltrona di fronte al divano su cui sono io.

«E io sarei solo una spogliarellista...» constato rivolgendogli un'occhiata seria, incrociando le gambe sotto di me cercando di tenere la vestaglia il più chiusa possibile perché il suo sguardo su di me mi mette in soggezione.

«No, ovviamente no.» risponde scuotendo la testa e prende una sigaretta dal pacchetto sul tavolino, «Ero solo nervoso.»

«Perché?» lo interrogo io, fissandolo quando illumina la Marlboro facendo un lungo tiro. È bellissimo con gli occhi leggermente allungati e le labbra socchiuse.

«Credevo che mi avessi abbandonato per parlare con... Con il tuo ragazzo.» ammette mordendosi il labbro, capisco che è imbarazzato dal modo in cui passa la mano tra i capelli.

«Sei geloso, Malik?» lo stuzzico con un mezzo sorriso provocatorio e getto i miei capelli mossi dietro le spalle con fare vanitoso.

«L'hai detto tu, non mi piace condividere.» replica senza avere il coraggio di guardarmi mentre fissa un punto oltre la mia spalla, probabilmente il panorama dalla vetrata.

Non posso fare a meno di sorridere tra me e me a quelle parole e al fatto che sia così imbarazzato, è la prima volta che non lo vedo sicuro di sé e spavaldo.

«Era mia sorella.» faccio spallucce mentre lui appoggia, finalmente, le sue meravigliose iridi color caramello su di me e sulla sua bocca si forma un sorriso pieno e tenero.

Lo fisso mentre si sporge per far cadere un cumulo di cenere nel portacenere sopra al tavolino, poi si alza ed appoggia la sigaretta tra le carnose e morbide labbra per passare in rassegna alcuni fogli sul bancone. È maledettamente sexy mentre i suoi occhi diventano più piccoli e la sua fronte si corruga dalla concentrazione, le sue dita tengono i documenti tra le mani e, solo ogni tanto, raccolgono la Marlboro per permettere alla sua bocca di espirare il fumo.

«Mi stai ammirando?» domanda senza guardarmi, solleva l'angolo delle labbra in una smorfia provocatoria.

Normalmente mi sentirei imbarazzata e cercherei di negare, ma invece annuisco, appoggio i gomiti sulle mie gambe e il mento ai palmi delle mie mani. «Beh, lo spettacolo non è niente male.»

«Anche tu non sei niente male.» fa un cenno di rimando, parlando con la sigaretta in bocca, poi si volta e mi osserva per un attimo in silenzio, mi esamina attentamente con un tenero sorriso stampato in volto. «Sei carina.»

«Carina?» ripeto alzando un sopracciglio e mettendomi seduta più composta. Non è proprio il complimento che mi sarei aspettata dal ragazzo a cui ho appena dato piacere. Mia nonna diceva che ero carina.

«Carina.» annuisce lui lanciandomi un'occhiata veloce. Cosa farà ora? Mi regalerà anche cinque dollari e una caramella di zucchero? «Sei carina perché sembri così insicura...» continua a non guardarmi mentre mi parla, controlla qualcosa su un foglio e poi digita sul suo cellulare.

«Insicura?» ripeto io, stendendo le gambe di lato sul comodo divano e appoggiandomi al fianco, attenta ad ascoltarlo.

«Sì.» appoggia finalmente i documenti per prestare la sua completa attenzione a me, i suoi occhi incollati ai miei, «Non ti rendi conto di quanto sei bella, sensuale, attraente...»

Ora va decisamente meglio, rifletto tra me e me mentre un leggero sorriso spunta sulle mie labbra. Lui lo nota e alza un angolo delle labbra in risposta, poi si avvicina e si lascia cadere a peso morto sulla poltrona di fronte a me. «È proprio questo che intendo!» mi spiega lui indicandomi per un attimo, «Arrossisci per qualunque complimento, abbassi lo sguardo, e si formano quelle tenerissime fossette sulle tue guance.»

«Ho sempre odiato le mie fossette.» mi lamento io sorridendo in modo da poter affondare gli indici delle mie mani nei piccoli solchi.

«Cosa? Le tue fossette sono bellissime!» mi assicura lui con una risatina e poi allarga i suoi bellissimi occhi che, colpiti dalla luce naturale, risultano più chiari, «Tu sei bellissima.» enfatizza ritornando serio.

«G-grazie.» balbetto io e poi mi schiarisco la voce, «Grazie.» ripeto per cercare di sembrare più sicura di me, provocandogli una risata.

Non ci avevo mai pensato. E non avevo mai pensato che una spogliarellista che balla ogni sera, mezza nuda, davanti agli uomini potesse essere definita insicura.

Eppure, se ci rifletto un attimo, i complimenti mi spaventano. Intendo i complimenti veri, quelli fatti con un sorriso sincero e senza malizia. Forse perché non sono abituata a riceverne e, solitamente, sono sempre fatti con un secondo fine, mi mettono terribilmente a disagio.

«Mi hai fatto perdere una riunione importantissima, sai?» sghignazza lui, prende la sigaretta tra l'indice e il pollice della mano per schiacciarla all'interno del portacenere e spegnerla.

«Non sembravi molto preoccupato...» lo provoco con un sorrisetto furbo. Raccolgo i miei capelli con una mano mentre appoggio la testa allo schienale del divano chiaro.

«Salterei altre mille riunioni.» replica lui, sicuro di sé. Sono contenta di sentirglielo dire, avevo paura che fosse solo un bacio dettato dall'impulso e che non ce ne sarebbero stati altri. Zayn passa la mano tra i suoi folti capelli mentre i suoi muscoli flettono. Dal modo in cui mi squadra mi viene voglia di ricominciare a baciarlo, ma non ne ho il coraggio.

«Ho bisogno di una doccia.» comunico alzandomi, tenendo i lembi della vestaglia per tenerla chiusa.

«Ti serve compagnia?» mi stuzzica lui con una smorfia maliziosa in viso e il suo sguardo puntato su di me, attento a non perdere alcun mio movimento.

«No, credo che riuscirò a lavarmi da sola.» ribatto io lasciandomi scappare una risatina, poi cammino ancheggiando verso il bagno sapendo che lui, dietro di me, mi sta ancora fissando. Lascio scivolare a terra la mia vestaglia quando può ancora guardarmi, prima di sparire dietro la porta. Sfilo gli slip mentre l'acqua della doccia si riscalda. Entro e lascio che il potente getto mi rilassi e mi ripulisca mentre non riesco a togliere uno stupido sorriso dalle mie labbra. È chiaro che, qualunque cosa sia, il mio rapporto con Zayn stia cambiando e vedo l'ora di scoprire che cosa ci riserva il destino.

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