Capitolo 4

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Guardo il riflesso nello specchio a figura intera del camerino e non posso fare a meno di scoppiare a ridere: sono mezza nuda, tutta luccicante, pesantemente truccata con glitter fucsia sugli occhi e ho una coroncina per bambine sul capo.

Spruzzo un po' di lacca, passando poi la mano sui miei capelli raccolti in un elegante chignon e indosso un tutù di tulle rosa, poi Jen mi passa dei sandali dal tacco vertiginoso.

«Sharon tu hai la stanza bianca, Chloe sei sul palco insieme a Danielle.» comunica Jennifer dopo aver sfogliato la sua agenda di pelle marrone.

«Prepariamoci ad una serata noiosa e tranquilla.» si lamenta la mia amica bionda mentre si incipria il viso controllandosi in uno specchietto.

Lei è evidentemente rattristata e io, al contrario, ne sono sollevata. Avere una giornata "noiosa" significa sicuramente guadagnare meno, ma significa anche ricevere meno commenti, meno palpatine, meno proposte sconce. Questa è la differenza tra me e Sharon, a lei piacciono le attenzioni in cambio di soldi, io ne farei volentieri a meno.

In pochi minuti mi trovo a salire i cinque scalini che mi dividono dal palco, diventando come per magia C, una ballerina di danza classica. Il locale non è gremito di persone, ci sono solo una decina di tavoli occupati e qualche divanetto, ma devo comunque fare il mio spettacolo e cercare di guadagnare il più possibile.

Due uomini cominciano a tirare banconote ma mi basta esaminare velocemente il pavimento per capire che, in tutto, saranno dieci dollari al massimo. Mando loro un bacio e poi, con il palo alle mie spalle, scendo piegando le ginocchia e allargando le gambe dando loro la visuale sul mio perizoma di color rosa cipria. Ottengo un'altra ventina di dollari.

Capendo che non otterrò di più, non mi trattengo sul palco e lascio il posto a Danielle, che oggi è una coniglietta sexy.

«Mi prepari un mojito?» domando a Yvonne, la barista, rivolgendole un sorriso amichevole mentre prendo un piccolo taccuino e una penna dato che, essendoci così poche persone, stasera dovrò anche servire da bere ai tavoli.

Mi avvio subito verso un gruppo di ragazzi giovani, forse sulla trentina, che sicuramente sta festeggiando un addio al celibato. Tutti loro mi indicano un biondino che riconosco subito essere il futuro sposo grazie ad un buffo cappellino e alla scritta sulla t-shirt. A differenza degli altri, sembra timido ed imbarazzato e capisco che l'hanno trascinato lì.

Giro attorno alla sua sedia e passo le mie dita dalle lunghe unghie bianche sulle sue spalle, poi sulla sua schiena, finché mi ritrovo di nuovo davanti a lui e mi siedo a cavalcioni sulle sue gambe. Solletico il suo collo e, scendo nella scollatura della maglia, sul suo petto gracile e depilato.

Ovviamente, cominciano ad arrivare i primi soldi. Adoro gli addii al celibato, sono quasi sempre ragazzi che non sono abituati a frequentare questi locali, sono tanti, ubriachi e disposti a pagare per regalare allo sposo una serata particolare.

Tra gli applausi e le urla degli altri, il ragazzo dai capelli biondi sembra più a suo agio e mi rivolge un dolce, ma comunque imbarazzato, sorriso mentre io prendo le sue mani e le appoggio ai miei fianchi. Mi alzo appena e mi risiedo lentamente su di lui un po' di volte, tenendomi dalle sue spalle, le sue guance paonazze mi fanno intuire che è eccitato.

«Posso portarti qualcosa da bere?» sussurro al suo orecchio nel modo più sensuale che conosco, appoggiandoci le labbra, e poi lecco e mordicchio il lobo sentendo le banconote che vengono infilate nella stringa dei miei slip e negli spallini del mio reggiseno.

«N-no grazie.» mormora in un leggero gemito e io gli lascio un lungo e umido bacio sul collo prima di salutarlo e spostarmi verso un altro tavolo, forse tornerò da lui dopo.

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