Capitolo 10

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Il potente getto di acqua calda che scorre sul mio corpo mi ripulisce e mi rilassa dopo una notte insonne. Dopo il solito, brutto e terrificante incubo, ho cercato di riprendere sonno girandomi e rigirandomi nel letto, passeggiando avanti e indietro per tutta la stanza e, ad un certo punto, mi sono addirittura messa a ripiegare alcuni vestiti. Poi, arresa, ho letto un romanzo che ho trovato nella libreria a parete della mia nuova e lussuosa stanza da letto.

Esco dalla doccia e mi arrotolo nel morbido asciugamano, poi con uno più piccolo dello stesso azzurro pastello, tampono i lunghi capelli e ritorno in camera per indossare un paio di jeans a vita alta e una camicetta, forse fin troppo estiva.

Un'ultima, veloce, occhiata alla mia figura riflessa nello specchio e sono pronta per scendere le scale a piccoli saltelli, curiosa di sapere cosa mi aspetta.

«Buongiorno.» mi saluta subito Zayn che è seduto sul divano al centro della stanza, non mi guarda perché è impegnato a controllare qualcosa sul suo cellulare.

«Buongiorno.» faccio un cenno con il capo.

«Hai dormito bene?» chiede. Non mi sta ancora prestando attenzione e lo trovo un po' maleducato.

«Abbastanza bene.» mento e lo raggiungo, sedendomi sul divano di fronte a lui, «Volevo ringraziarti per ieri sera.» le parole escono dalle mie labbra ancora prima che me ne renda conto.

«Ringraziarmi?» alza un attimo lo sguardo su di me per poi riposarlo sul suo telefono, «E per cosa?»

«P-per non avermi fatta s-spogliare...» balbetto insicura. Ma perché non me ne sto mai zitta?

«Non ho bisogno di pagare una donna per vederla nuda.» piega leggermente la testa sogghignando. Mi piace la sua risata, è contagiosa.

«Ma eri al club, se non ricordo male.» lo provoco con un sorriso beffardo.

«Dove altro avrei potuto trovare una spogliarellista se non in un night club?» ribatte squadrandomi, ora è serio, sembra quasi indispettito. I suoi occhi saltellano da me al suo cellulare.

«Esistono centinaia di locali così.» insisto io.

«E io ho scelto quello, qual è il problema?» sbuffa obbligato a smettere definitivamente di prestare attenzione al suo telefono.

«Vorrei solo sapere perché hai scelto me.» oso dire facendo spallucce. Non posso credere di averlo ammesso ad alta voce.

«E io vorrei finire di leggere una mail in pace, se non ti dispiace.» mi lancia uno sguardo infuocato e io annuisco appena, premendo il mio labbro superiore a quello inferiore.

Abbassa di nuovo il suo sguardo sullo smartphone e le ciglia risultano ancora più lunghe. Le labbra sono piegate in un adorabile broncio e la fronte è leggermente corrugata dalla concentrazione. La sua camicia questa mattina è nera, abbinata alle scarpe e alla cintura griffata e, come sempre, risalta il suo corpo atletico e scolpito.

Senza averlo previsto, mi ritrovo a mordermi il labbro mentre immagino di sbottonarla e accarezzare il suo petto tatuato, magari provocando un sorriso malizioso su quella bocca carnosa ed invitante.

«Se hai finito di mangiarmi con gli occhi-» mi prende in giro con tono divertito, di nuovo senza posare le sue iridi su di me.

«N-non ti stavo-» provo a giustificarmi ma non mi lascia intervenire e prosegue.

«Questa sera ci sarà una festa in un hotel qua vicino e io ho prenotato una suite per l'after party.» finalmente alza la testa e il suo interesse è completamente rivolto a me, «Ovviamente lavorerai.»

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