Capitolo 38

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Dopo la lunga e intensa notte di passione, ci siamo addormentati tardi e, quando io e Zayn ci siamo svegliati, abbiamo trascorso un po' di tempo a letto a chiacchierare del più e del meno, a ridere, a scherzare e a baciarci. Poi, lui doveva lavorare e io dovevo sistemare casa mia e controllare la posta, quindi mi sono fatta accompagnare e, prima di scendere, gli ho proposto di venire a cena da me. Non so bene perché io l'abbia fatto, ma mi è uscito spontaneo.

Sento il campanello suonare e un po' di ansia si fa spazio nel mio stomaco divorandolo. Non riesco a non essere nervosa. Sono contenta di passare del tempo con lui in un posto intimo, privato, senza dovermi preoccupare di essere scoperti degli altri. Ma ora inizio a pensare che troverà la mia casa troppo umile, la mia cena non abbastanza buona, la mia vita troppo semplice e forse non vorrà più che io sia sua, come ha disegnato sulla mia schiena e ha mormorato al mio orecchio.

Gli piaci per come sei, mi sono ripetuta tante volte, ma ora che si trova qui non riesco più ad esserne tanto convinta.

Apro la porta con il canovaccio ancora in mano, mentre dal forno proviene un invitante profumo grazie al pollo e alle patate che stanno ancora cuocendo.

«Come sta la mia ragazza?» mi saluta Zayn con un largo sorriso e mi porge una busta con una bottiglia di vino mentre, nell'altra mano, tiene un piccolo e bellissimo mazzo di fiori.

«Non dovevi...» lo ringrazio spostandomi per farlo entrare e prendo i regali.

Non appena chiudo la porta alle nostre spalle, le labbra del bellissimo moro si avventano sulle mie. Mi cinge i fianchi per portarmi sempre più verso il suo corpo, mi bacia appassionatamente eliminando tutta la mia tensione, poi mi libera per lasciarmi appoggiare i fiori.

«È carino qua.» si guarda attorno e si toglie la giacca, me la porge e io la appendo all'attaccapanni vicino all'entrata. Posso capire che è un po' imbarazzato dal modo in cui passa la mano tra i suoi capelli e li sistema.

«Grazie.» sorrido lievemente, so che è un complimento di circostanza e che non lo pensa davvero, ma è comunque carino da parte sua, «Non è nulla di che ma-»

«È bellissima.» insiste, probabilmente notando che sono a disagio, poi mi prende la mano e mi fa fare un giro su me stessa, «E tu sei meravigliosa.»

In effetti, mi sono preparata con cura per l'occasione, volevo fare bella impressione e ho deciso di indossare un vestitino esageratamente estivo, con la gonna bianca a balze. Ho anche steso un po' di lucidalabbra per far sembrare le mie labbra più polpose.

Prendo un vaso e lo riempio d'acqua per poi immergere i gambi delle bellissime orchidee, metto il vino in frigorifero e, quando lo richiudo, sento le braccia di Zayn che mi avvolgono da dietro tirandomi indietro verso di lui.

«Che buon profumo.» appoggia il mento alla mia spalla, inspirando tra i miei capelli e provocandomi un brivido, non riesco a capire se parla del mio profumo o del cibo, ma non faccio in tempo a chiederglielo perché appoggia le sue labbra al mio orecchio e lo mordicchia, scendendo verso il collo, leccando in alcuni punti e lasciando una scia umida. Lascio andare all'indietro la testa mentre le sue mani si appoggiano sul mio ventre e i suoi denti stuzzicano la mia pelle.

Mi volta per ricominciare a baciarmi, ora addirittura con più foga, mi stringe le natiche, mi accarezza i fianchi, sale sul seno e infine mi massaggia la testa infilando la mano tra i miei capelli e, forse, disfacendo un po' l'acconciatura, ma non mi importa, la mia attenzione ora è rivolta completamente a lui.

È il rumore del forno che ci costringe e staccarci, segnalandomi che il pollo è pronto. Piagnucola quando mi sposto e cerca di trattenermi avvolgendo le sue dita intorno al mio polso, ma mi libero ridacchiando e prendo la pirofila aiutandomi con le presine ed appoggiandola al centro del tavolo apparecchiato in modo semplice.

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