Capitolo 21

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«Hai intenzione di venire ad aiutarmi o rimarrai nella vasca tutta la sera?» sento Zayn urlare con tono divertito non appena richiude la porta.

Mi lascio scappare una risatina e mi costringo ad uscire dalla jacuzzi, indossando il morbido accappatoio ed infilando le ciabatte con il logo dell'hotel. Raggiungo il mio capo nella zona giorno, lo osservo mentre apparecchia il bancone, ha solo l'asciugamano bianco legato in vita che lascia scoperto l'addome nudo e colorato di tatuaggi. Per un attimo rimango ad ammirarlo: i capelli bagnati sembrano meno folti e leggermente più lunghi, sul suo petto scendono minuscole gocce d'acqua e scorrono fino ai suoi addominali definiti e le sue braccia flettono quando si allunga per prendere dei piatti in alto. Mi lascio sfuggire un sospiro e tampono i miei capelli con una salvietta, poi la arrotolo a mo' di turbante sopra alla mia testa.

«Pensavo di doverti tirare fuori con la forza!» esclama lui divertito lanciandomi un'occhiata quando appoggia anche i bicchieri sull'isola della cucina.

«Non avevo mai provato una vasca idromassaggio, ok?» mi giustifico mostrandogli entrambi i palmi delle mani e poi mi siedo su uno degli alti sgabelli, appoggiando i gomiti ad esso.

«E ti è piaciuto?» sorride teneramente lui, mettendosi di fronte a me e togliendo il coperchio ai vassoi.

«Molto, è rilassante.» ammetto io prendendo un pezzo di sushi.

«Non usi le bacchette?»

«Mh?» domando io alzando lo sguardo dal mio piatto e posandolo su di lui, con il boccone ancora in bocca.

Lui indica la mia forchetta. «Non puoi mangiare il sushi senza le bacchette.»

«È una specie di regola?» alzo un sopracciglio, prendendo un altro pezzo con la mia posata.

«Certo che sì!» esclama come se fosse ovvio e le sue bellissime iridi color caramello mi fissano intensamente, le sue labbra si piegano in una smorfia polemica, «Nessuno sano di mente mangia il sushi con la forchetta.»

«Beh, io sì.» concludo appoggiandola rumorosamente al piatto per versare un po' d'acqua nel mio bicchiere, «Ho già provato ad usare quelle cose, ma non sono capace.»

«Ma è semplicissimo!» insiste con un sorriso beffardo stampato in volto, prende una bustina, ne estrae le bacchette e le spezza utilizzando i denti prima di porgermele.

Le prendo alzando gli occhi al cielo e, mentre lui avvicina la sua mano per mostrarmi come tenerle, io cerco di imitarlo e prendo un involtino. Faccio per portarlo alla bocca ma, ovviamente, cade e il bancone si sporca.

«Ecco! Te l'avevo detto che non sono capace!» mi lamento con un broncio ed appoggio le bacchette incrociando le braccia al petto.

Zayn, nel frattempo, ha iniziato ad indicarmi e ridere fragorosamente sporgendosi all'indietro dallo sgabello. È una delle risate più belle e contagiose che abbia mai sentito e non riesco a contenermi dal lasciare spuntare un sorriso divertito sulle mie labbra.

Continuiamo a mangiare, ognuno con le proprie posate preferite e rimaniamo zitti, smettendo di prestare troppa attenzione l'uno all'altra. Forse siamo concentrati sul cibo, forse siamo troppo imbarazzati dal fatto di trovarci nella stessa stanza, da soli, a mangiare insieme dopo un massaggio nella jacuzzi.

«Comunque...» inizio io, più per interrompere il silenzio scomodo, «Grazie per quello che hai detto poco fa.»

«Cos'ho detto?» alza lo sguardo e i nostri occhi, finalmente, si incontrano.

«Che... Che sono bella...Che mi hai scelta per questo.» riesco a dire, non senza sentirmi particolarmente a disagio. Sposto una ciocca di capelli bagnata che ricade sulla mia fronte, cercando di infilarla nel turbante improvvisato.

«Beh, è la verità.» si limita a rispondere facendo spallucce, poi abbassa lo sguardo sul suo tovagliolo di carta mentre le sue dita lo spezzettano e creano delle palline, «Ti ho scelta perché quella sera, al club, quando sei entrata hai illuminato la stanza... E non per le tue mosse sensuali, ma perché eri bellissima.» lo sta dicendo con una tale dolcezza da provocarmi una strana sensazione nello stomaco mai provata prima, i suoi occhi parlano ancora prima della sua voce.

«G-grazie.»

«Sarai abituata a sentirtelo dire, no?» il suo tono di voce sembra quasi provocatorio, i suoi occhi si allungano leggermente mentre mi osserva, come se mi stesse esaminando.

Annuisco appena, abbassando lo sguardo sul tavolo davanti a me schiacciando con la forchetta un avanzo di sushi nel mio piatto. «Non ricordo nemmeno l'ultima volta che qualcuno mi ha fatto un complimento senza menzionare il mio fondoschiena.» ammetto io dopo essermi lasciata sfuggire un sospiro pensieroso.

«Davvero?» mi chiede e, dalla sua espressione, capisco che è stupito.

Annuisco appena e poi il silenzio ricade un'altra volta. Ci alziamo entrambi e riordiniamo, appoggiando i piatti nel lavello, buttando i cartoni e i fazzoletti nel cestino. Mentre Zayn sta finendo di ripulire il bancone passando la spugna su tutta la superficie, io mi chiudo nella grande cabina armadio per togliere il costume ancora umido ed indossare il mio pigiama. Entro in bagno e, con la porta socchiusa, raccolgo i miei capelli in una coda di cavallo, passo un dischetto di cotone imbevuto di struccante su tutto il mio viso e mi lavo i denti.

«Sai a cosa pensavo...?» sento dire da poco lontano.

Mi sporgo dalla porta, ancora con lo spazzolino in bocca, per vedere Zayn che sta sganciando il cinturino del costoso orologio da polso, per poi appoggiarlo sul comodino. Si è cambiato e ha indossato dei pantaloni della tuta, ma è rimasto a petto nudo. «A cosa?» chiedo appena prima di ritornare in bagno per sciacquarmi la bocca.

«A quante cose belle hai oltre al fondoschiena.» risponde con una semplicità che mi immobilizza e mi spiazza. Mi chiedo se sia rimasto a pensare fino ad ora a ciò che gli ho detto prima. «Riuscivi ad essere bellissima perfino con quei costumi orrendi.» aggiunge lui, lasciandosi scappare una risatina che mi mette di buon umore.

Non so cosa rispondere, vorrei ringraziarlo mille volte ma riesco solo a mostrargli i denti in un sorriso grato e contento che lui ricambia volentieri.

Mi infilo sotto le coperte e lui fa lo stesso. Mi sento terribilmente a disagio a condividere il letto con lui nonostante sia largo e spazioso. Io mi giro su un fianco e lui sull'altro.

«Buonanotte Chloe.» mi augura prima di spegnere il suo cellulare ed appoggiarlo al comodino, poi preme l'interruttore della lampada.

«Buonanotte Zayn.» ricambio mentre sulle mie labbra spunta un sorriso, anche se lui non può vederlo, e spengo anche la mia abat-jour.

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