Capitolo 1

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«Svegliati Chloe!» sento urlare e apro gli occhi dovendo sbattere più volte le palpebre a causa della forte luce artificiale che invade la stanza, «Farai tardi anche stasera!» mi scuote dalla spalla Amanda, poi strattona via il piumone per scoprirmi e costringermi a rinunciare a qualche altro minuto di riposo.

«Ci sono, ci sono.» annuncio alzando le mani in segno di resa, obbligandomi poi a mettermi seduta e permettendo a mia sorella di uscire dalla stanza.

Prendo di nuovo la coperta per tenere al caldo le gambe incrociate ed infreddolite e rimango per un paio di minuti a fissare il muro davanti a me, pensando alla serata infernale che mi attende. Fuori fa sicuramente molto freddo, probabilmente c'è qualche grado sotto zero e, a giudicare dal rumore che proviene dall'esterno, sta anche piovendo.

Guardo l'orologio sul comodino che segna le undici e mezza, mi maledico per essere rimasta ad oziare nel letto e mi arrendo all'idea che non riuscirò mai ad essere a lavoro entro mezzanotte. Mi impongo di alzarmi e, finalmente, riesco ad infilare le pantofole e a raggiungere il bagno. Raccolgo i capelli in una crocchia per lavami il viso e i denti, poi mi fiondo sotto la doccia per insaponarmi e risciacquarmi velocemente. Con addosso il morbido accappatoio, cerco di coprire le mie occhiaie con un po' di correttore e stendo un leggero strato di fondotinta. Una sottile linea di eyeliner sopra all'ombretto marrone, mi farò aiutare da Sharon con le ciglia finte ed il rossetto.

«Chloe, mancano dieci minuti!» Amanda mi mette fretta dal salotto, alzo gli occhi al cielo ed indosso una maglietta bianca, per poi saltellare per tutta la stanza per infilarmi gli aderenti, e forse stretti, jeans.

«Sono pronta!» comunico con soddisfazione non appena raggiungo mia sorella che sta guardando un reality in televisione, comodamente spaparanzata sul divano con i capelli castani raccolti in un'acconciatura disordinata, «Non è ora di andare a letto?»

«Non ho tre anni, domani non c'è nemmeno scuola.» sbuffa infastidita, non prestandomi particolare attenzione.

Le stampo un veloce e tenero bacio sulla fronte che non sembra apprezzare, raccolgo il mio borsone ed esco di casa, per poi correre giù per le scale.

Come previsto, fa particolarmente freddo ma fortunatamente non piove più. Le strade non sono trafficate, i negozi sono chiusi e le luci delle case sono spente, mia madre mi chiederebbe cosa ci fa una ragazza sola a quest'ora della notte in un quartiere malfamato. Alzo gli occhi al cielo a quest'idea e continuo a camminare a passo svelto sperando di non incontrare nessuno. Un paio di volte mi è capitato di vedere spacciatori e uomini incappucciati e da allora ho sempre un po' di timore.

Finalmente riesco a vedere la scritta luminosa "Paradise" e posso tirare un sospiro di sollievo mentre passo per una via stretta, diretta all'entrata secondaria.

Saluto Oscar, il ragazzo della sicurezza, che mi lascia passare con un sorriso cordiale e, con il fiatone, percorro velocemente tutto il corridoio arrivando all'ultima porta, quella dei camerini.

«Ma dove cazzo eri finita?» mi rimprovera Jennifer non appena entro e mi corre incontro con l'aria sollevata, «Credevo di dover salire sul palco al posto tuo!»

«Avrei voluto vederti.» scherzo io e la imito facendo mosse scoordinate con le braccia, provocandole una risata che le rilassa i muscoli del viso.

«Chloe!» mi saluta anche Sharon venendomi incontro per abbracciarmi, ha già indossato il suo costume brillantato e ha in mano dei sandali dal tacco vertiginoso. I suoi capelli biondi e lisci oscillano ad ogni suo movimento e i suoi occhi azzurri risaltano grazie al marcato ombretto nero.

«Ho avuto una giornataccia, aiutami con il trucco ti prego.» la supplico e sfilo i pantaloni lanciandoli su una sedia nell'angolo della grande e poco accogliente stanza.

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