Nell'ultimo periodo girano diverse voci per le strade di New York, dicerie per cui molti tremano, pensando possano essere veritiere.
"Il Leopardo è tornato" dicono.
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Eiji, faccia a faccia con lo specchio, rimuove con cautela la leggera patina che ricopre il vetro. Una passata di mano ed è subito in grado di vedere i suoi occhi annebbiati seduti su di un bel paio di grandi occhiaie nere. Resta a guardare il suo riflesso caotico per un po', abbastanza per far si che quel leggero appannamento torni ad appoggiarsi sul vetro.
Questa è diventata la routine mattutina di Eiji.
Si pettina i capelli arruffati ed ispidi, si lava il viso e scivola nei soliti abiti, un paio di jeans e una felpa nera con cappuccio. Si avvia verso la piccola cucina e si siede al tavolo modesto per fare colazione; qualunque cosa mangi, tuttavia, non ha avuto più sapore da quel giorno funesto. Insipido, mangia solo per tenere in vita il suo corpo. E come ogni giorno Eiji si sente vuoto, solo e perennemente alla ricerca di qualcosa. Sa bene di cosa ha così disperato bisogno, tuttavia non ha idea di come ottenerlo, o peggio, pensa che magari ottenendolo non possa esserne degno.
Posa le stoviglie nel lavandino e le lascia lì, le laverà più tardi una volta tornato a casa. Prende il suo zaino e, mettendoselo in spalla, lascia il suo appartamento. Poco prima di attraversare l'uscio si ferma un attimo, fa un respiro profondo e si da un piccolo schiaffo sul viso.
"Puoi affrontare anche questo giorno, Eiji" ripete fra sé come un mantra, mentre scende le scale. "Più che altro, vuoi tirarti su o no? Oggi è un giorno speciale, un giorno diverso" si dice, tentando invano di convincersi nel credere ad un qualcosa che forse non si sarebbe mai avverato.
"Hai sentito?"
"Sentito cosa?"
"E' tornato!"
"Chi? Intendi il Leopardo?"
Sentire il chiacchiericcio per le strade è diventato comune per Eiji. Non ci fa caso, d'altronde la gente che si diletta nel pettegolezzo non ha niente a che fare con lui, e lo sa bene.
L'asiatico si ferma in un piccolo negozio di fiori all'angolo e ne compra il solito mazzo.
"Come va con la tua ragazza, Eiji? A giudicare dagli acquisti, direi bene." La donna sfoggia un bel sorriso punzecchiando il ragazzo, schivo come sempre, mentre prepara i fiori da lui scelti.
Gli angoli della bocca di Eiji si curvano in un timido sorriso, si gratta la testa impacciato emettendo una leggera risata forzata. "Penso di si, anche se sto ancora aspettando una risposta che non ho idea di quando arriverà."
La fioraia aggiusta l'ultima foglia che tenta invano di scappare dal mazzo di fiori, e lo porge ad Eiji. "Non ti preoccupare, sono sicura che succederà presto. Abbi pazienza."
"Lo spero tanto" borbotta il ragazzo sottovoce, un suono così flebile che diventa quasi impercettibile quando lo strombazzare delle auto lo sovrasta.
A dire il vero, Eiji è in attesa che qualcosa accada, lo è sempre stato. Non può fare nulla più se non attendere con ansia e sperare che qualcosa cambi. Di solito non si illude ma stavolta è diverso, vuole crederci, specialmente in questo giorno così speciale. E' disposto a correre il rischio di cadere, di farsi male, soltanto per vedere le sue speranze salire - una cosa spaventosa da fare, ma incredibilmente eccitante.
"A domani." Eiji saluta la fioraia con un piccolo inchino e silenziosamente si avvia. Calpesta come sempre le strade trafficate di New York, finché una pasticceria non occupa la sua vista, facendo balenare in lui un'idea.
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ANOTHER LIFE || Banana Fish: Alternative Ending || VERSIONE ITALIANA
FanfictionE se Eiji non avesse mai preso quell'aereo? Se avesse trovato Ash? Questa è una storia diversa, un finale che fa vincere l'amore. --------------------------------------------------------------- Ciao a tutt*, questa è la mia traduzione in italiano...