Castelli di zucchero

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<< Harry>>, cerco di svegliarlo accarezzandogli il viso.

Nessuna reazione. Si è appisolato sul divano da più di un'ora, fuori piove a dirotto e io mi sto annoiando. << Dai, Haz svegliati>>, infilo il mignolo nel suo orecchio ottenendo il risultato sperato.

<< Che vuoi?>> borbotta infastidito scacciando via la mia mano senza neanche aprire gli occhi.

Gli metto un dito nel naso allontanandomi rapidamente quando scatta a sedere con aria minacciosa. Odia quando lo faccio ma sono comunque piegato in due dalle risate nel vederlo così arruffato e infastidito. Mi avvicino di nuovo al divano sfoderando il mio sorriso da sbruffone e Harry si sforza di spingermi via ma cede quasi subito permettendomi di prendergli il viso tra le mani.

<< Facciamo una torta?>>

<< Eh?>> chiede confuso.

Mi chino leggermente verso di lui allargando ancora di più il mio sorriso. << Ho voglia di qualcosa di dolce>>, spiego giocherellando con le sue guance.

<< Hai me>> risponde con una smorfia di finta innocenza strappandomi una risata.

<< Bel tentativo>>, gli concedo, << Ma io intendevo da mangiare>>

<< Beh>> sghignazza lanciandomi uno sguardo così provocante da far impallidire il diavolo prima di scoppiare a ridere per la sua stessa battuta.

<< Harry>>, lo richiamo pizzicandogli il viso senza riuscire a rimanere serio, << Prepariamo una torta insieme?>>

Il suo sguardo non saprei dire se sia più sorpreso, divertito o intenerito. << Insieme?>>

Annuisco con un sorriso soddisfatto mentre continuo a giocherellare con le sue guance. << Non ti hanno mai detto che cucinare con Tommo è un'esperienza indimenticabile?>>

Mi dà un pizzicotto sul sedere ridendo, << Lou viviamo insieme e non hai mai preparato niente di più impegnativo di una tazza di tè>>

<< Sarò il tuo assistente>>, mi aggrappo alle sue braccia facendo leva con il mio corpo per tirarlo su dal divano, << Farò tutto quello che mi dirai, anche le cose più noiose>>

Capisco di aver vinto ancora prima che risponda, quando i suoi occhi diventano così luminosi da riuscire quasi ad oscurare il sorriso, le fossette e tutto il resto. Smetto di tirarlo e torno a strizzargli il viso tra le mie mani chinandomi per schioccargli un sonoro bacio sulle labbra. << Grazie>>, un altro bacio, << Andiamo!>>

Stavolta non oppone resistenza quando lo prendo per un polso facendolo alzare e trascinandolo in cucina. Lo conduco davanti al tavolo per poi aggirarlo e piazzarmi esattamente di fronte a lui con sguardo di attesa.

<< Che torta vorresti?>> chiede con espressione divertita come se stesse parlando con una delle mie sorelline.

<< Una torta al cioccolato>>, rispondo con entusiasmo, << Anzi no: una crostata al cioccolato!>>

<< Nutella?>>, propone prima di aprire uno sportello per controllare quanta ne sia rimasta, << Mi sa che non basta>>

<< Io non ho intenzione di uscire con questa pioggia>>, puntualizzo prima ancora che possa avanzare una qualsiasi richiesta, << Ci faremo andare bene quello che abbiamo in casa>>

<< Sei tu che vuoi il dolce>>, fa una smorfia rimettendo a posto il barattolo di Nutella, << Quindi?>>

<< Facciamo noi la crema al cioccolato>>

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