Questione di responsabilità

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*Note*

Mi riprometto sempre di scrivere qualcosa ma alla fine non lo faccio mai. Ho scelto di farlo per questo capitolo perchè lo ritengo molto importante nonostante sia forse un po' più monotono. Sentivo la necessità di dare spazio a un argomento che a volte viene trascurato ma che, a mio parere, ha influito molto sulle loro vite. La famiglia è importante per tutti ma per loro (sia individualmente che come coppia) credo sia stata di vitale importanza. Per come la vedo io questo è il momento in cui le cose iniziano a cambiare davvero anche se loro non ne sono coscienti o almeno non quanto dovrebbero. Sono piccoli, semplici e spesso anche stupidi però li immagino esattamente così mentre vivono con beata incoscienza una realtà da sogno ma che è molto più grande di loro. Mi scuso se i capitoli stanno diventando sempre più lunghi e ne approfitto per ringraziare chi sta continuando a leggere questa storia, a votarla e a commentarla. Grazie di cuore!

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Stamattina mi sono svegliato sul divano con il ginocchio di Louis conficcato nello stomaco.

 Credo di non essere mai stato così scomodo in tutta la mia vita, ma ieri sera Louis non voleva proprio saperne di tornare in camera e, come sempre, l'ho accontentato restando a fargli compagnia fino a quando entrambi ci siamo addormentati. Avremo dormito a stento un paio d'ore e se io adesso mi sento un rottame, Louis ha trascorso l'intera mattina lamentandosi del mal di testa post sbornia con cui si è svegliato. 

Non so quanto lui ricordi della sera prima. Io invece ricordo perfettamente la versione insicura del mio amico che si lascia prendere dalle paranoie, ricordo la sua libertà contagiosa mentre canta e balla in cucina e ricordo anche – soprattutto – quanto sia stato vicino al darmi un bacio sulle labbra. Un normalissimo bacio sulla guancia riuscito male sarebbe potuto diventare una cosa imbarazzante, mentre così resta solo una delle mille stranezze di Louis, archiviata insieme a tutte le altre. 

Ma il vero motivo per cui adesso tiro un sospiro di sollievo è che quella appena trascorsa è stata una regolare mattinata di prove con i miei amici, lontana da tutto ciò che pensavo di aver provato ieri sera. Nessun blocco allo stomaco, nessun tocco magico, nessuno sguardo mozzafiato. Io ero solo io e Louis era solo Louis, esattamente come tutti gli altri. 

Credo di aver capito, senza rendermene conto, come gestire la situazione. 

Basta non soffermarsi a guardare troppo il suo profilo o non lasciarsi incastrare da quegli occhi così blu o da quel sorriso avvolgente. Basta dargli le stesse attenzioni che darei a Niall e il problema è risolto, Louis torna ad essere solo Louis e io posso continuare a trascorrere con lui il mio tempo pensando a essere felice e basta. 

A questo proposito ho deciso di fare qualcosa per lui, per noi in realtà, ma principalmente per farmi perdonare di averlo fatto sentire insicuro su qualcosa che invece avrebbe dovuto dare per certo. Sono grato che me lo abbia fatto capire e, in fondo, dato che probabilmente non ricorda di avermelo detto spero di ottenere un effetto ancora più amplificato. 

Salgo le scale saltando i gradini due per volta e in pochi secondi sono in camera nostra. Zayn e Liam erano al piano di sotto a giocare a ping pong, quindi trovo solo Niall che dorme con la musica a tutto volume negli auricolari e Louis concentrato sullo schermo del suo computer. Mi lancio sul suo letto e resto lì a contemplare un punto indefinito sopra la mia testa mentre sorrido.

<< Sei comodo?>> mi chiede senza distogliere lo sguardo dallo schermo.

<< Non tantissimo>>, muovo la spalla sentendo il suo ginocchio proprio sotto di me. Improvvisamente Louis piega la gamba e mi butta giù dal letto con una spinta. Ride così tanto che non controlla neanche se mi sia fatto male o meno.

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