La Vigilia di Natale

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<< Harry, se continui così impiegherai una vita>>, sbuffa Gemma sorseggiando il suo tè.

<< Sssh>>

La sento ridere mentre raddrizzo il cappello da Babbo Natale sulla testa e canticchiando raggiungo il cassetto della cucina in cui mia mamma tiene le forbici.

<< Non potevi chiedere la confezione regalo in negozio come farebbe qualsiasi persona normale?>>

<< Questa carta è troppo bella per non essere utilizzata>> rispondo distrattamente, troppo concentrato nel prendere le misure per capire a che altezza mi convenga tagliare.

<< L'abbiamo comprata dopo>>

<< Non mi distrarre>>

<< Ti aiuto?>> chiede vedendomi in difficoltà.

<< No, devo farlo io>>

Alza gli occhi al cielo e viene a sedersi di fronte a me, dalla parte opposta del tavolo. << Mi spieghi questa ossessione allora?>>

<< Non è un'ossessione>>, le faccio una smorfia non riuscendo a trattenere il sorriso, << Una sera Louis ci ha raccontato che adora regalare cose fatte a mano, per esempio se gli piace qualcuno anziché comprare una stupidaggine preferisce creare qualcosa di unico come un biglietto personalizzato o un collage, qualcosa che faccia capire a quella persona di essere importante. Non vedo l'ora di dargli il regalo perché ogni volta che eravamo in giro a Carnaby Street guardava queste scarpe>>, rigiro la scatola Toms per allinearla alla carta, << Non è un regalo artigianale, quindi voglio che almeno la confezione sia personalizzata così lo apprezzerà ancora di più>>

Alzo lo sguardo insospettito dal troppo silenzio e mi scappa una risata notando l'espressione scombussolata di mia sorella che, appena incrocia il mio sguardo, assottiglia gli occhi dando spazio a un sorriso indagatore.

<< Ti piace Louis?>>

<< Cosa?>>, esclamo con voce stridula.

<< Lo hai detto tu>>, stringe le spalle con fare innocente, << Louis lo fa quando gli piace qualcuno>>

<< Quando tiene a qualcuno>> la correggo.

<< Non è quello che hai detto>>

<< È uguale>>

<< Non ci sarebbe niente di male se ti piacesse>>, sorride puntando i gomiti sul tavolo e spostando tutto il suo peso in avanti come se, avvicinandosi, potesse scorgere qualche dettaglio in più che la aiutasse a smascherarmi.

<< Ha una fidanzata>>, arrossisco sentendomi sotto esame.

<< Sai, fratellino, se vuoi sopravvivere ai giornalisti devi imparare a pensare prima di rispondere>>

<< Che ho fatto?>>, inarco un sopracciglio mettendomi istintivamente sulla difensiva.

<< Se la domanda è "ti piace questa persona?" e non è così, la risposta giusta è "no">>, spiega con lo stesso tono con cui una maestra cercherebbe di far capire a un bambino le addizioni, << Dire che questa persona è fidanzata non gioca a tuo favore perché, punto primo, una cosa non esclude l'altra e, punto secondo, implica il fatto che tu abbia messo davvero in discussione l'interesse per quella persona che, però, purtroppo è fidanzata>>

Sbarro gli occhi sperando che ignorare la sensazione di calore che si espande fino alla punta delle orecchie mi aiuti a non arrossire davvero così tanto. << Ok, allora no>>, provo a rispondere con naturalezza.

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