Il fiocco di neve

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È possibile sentire il bisogno fisico di stare vicino a un'altra persona per stare bene?

Sentirsi stanchi di dover resistere a questa forza magnetica che ti porterebbe ad avvicinarti sempre di più in ogni momento pur di avvertire sotto le dita quella pelle delicata o quei capelli soffici, di sciogliersi a contatto con il calore emanato da quel corpo che è una trappola mortale?

Perché non importa quanto ti impegnerai, prima o poi non resisterai più e, semplicemente, ti lascerai andare cedendo alla tentazione. Ma perché resistere d'altronde?

Me lo sono chiesto continuamente negli ultimi giorni senza mai riuscire a trovare una risposta degna della fatica che mi costava stare lontano da Harry e adesso, con il profumo dei suoi capelli a solleticarmi il viso, non mi ricordo neanche più per quale motivo mi sia ritrovato a privarmi della sua vicinanza per tutto questo tempo.

Ha le dita intrecciate alle mie mentre nasconde le nostre mani sotto il cuscino che sta abbracciando, accucciato con la testa contro il mio petto come in cerca di protezione mentre io, sdraiato su un fianco, utilizzo la mano libera per scostargli un riccio che gli ricade sulla fronte.

È di una bellezza fuori dal comune e ogni volta che lo guardo, anziché abituarmi, ne rimango sempre più sconvolto. Come se ogni giorno scoprissi un nuovo dettaglio, una lentiggine o una pagliuzza dorata nel verde dei suoi occhi che prima non avevo notato e che sembra diventare improvvisamente il centro del mio universo.

Vengo riportato alla realtà da quello che, me ne rendo conto solo adesso, è il motivo per cui mi sono svegliato.

<< Haz>>, grugnisco stringendo la presa sulla sua mano per chiamarlo, << Il tuo telefono. Sta suonando. Di nuovo>>

Senza neanche voltarsi allunga il braccio verso il comodino procedendo a tentoni alla ricerca del cellulare fino a quando riesce ad afferrarlo, ma proprio in quel momento smette di squillare. Lo nasconde sotto il cuscino tornando a farvi sprofondare la faccia giusto in tempo per sentire il suono ovattato della terza chiamata. Se Harry non fosse così dannatamente buffo e sexy allo stesso tempo con quell'aria arruffata mentre si tira su quel tanto che basta per sbirciare il display, sarei furioso per essere stato svegliato in questo modo e con questa insistenza. Tutto quello su cui riesco a concentrarmi invece è un disperato tentativo di tenere a bada le farfalle nel mio stomaco che sembrano essere impazzite al solo guardarlo.

<< Pronto?>> risponde stropicciandosi il viso senza aver ancora aperto del tutto gli occhi.

Quella voce. Quella fottutissima voce.

<< Niall?>>,  allontana il telefono dall'orecchio per controllare il display e assicurarsi di aver capito bene, << Che è successo?>>

<< Niall?>> chiedo a mia volta confuso.

Harry rotola su sé stesso in modo da poggiarsi con la schiena su parte del mio petto e mette il telefono in mezzo alle nostre teste per farmi sentire.

<< Devi raccontarmi qualcosa?>> domanda Niall con il tono di chi si aspetta da un momento all'altro un succosissimo scoop.

Ci scambiamo un'occhiata interrogativa prima che Harry risponda << Mi hai chiamato tre volte alle nove del mattino solo per sapere come sto?>>

<< Ho chiamato tre volte alle nove del mattino perché, sempre alle nove del mattino, Stan mi ha mandato un'adorabile foto di voi due che dormite insieme>>

<< Perché Stan ha il tuo numero?>> chiedo mentre Harry contemporaneamente dice << Me la mandi?>>

Arrossisce violentemente nonostante stia cercando di nasconderlo, un po' come io spero che lui non riesca a sentire quanto sia aumentato il mio battito. Non so come faccia ad essere sempre così incredibilmente dolce. Gli circondo la vita con un braccio facendolo mettere più comodo e iniziando a fargli dei delicati grattini sulla pancia.

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