Abitudini

1K 65 80
                                    

In genere esistono tre tipi di risvegli.

Ci sono i giorni in cui Harry si sveglia prima di me, rimane seduto per cinque minuti sul bordo del letto stropicciandosi gli occhi, va in bagno a fare la pipì e poi si trascina fino in cucina. Apre la finestra nonostante l'aria fredda del mattino e prepara la colazione per entrambi mettendo da parte la mia porzione in modo che al risveglio io debba solo riscaldarla. Spesso quando si sveglia presto esce per fare una corsa nel parco del nostro residence e, quasi sempre, al suo ritorno io sto ancora dormendo così fa una doccia veloce e viene a svegliarmi. La prima cosa che vedo, in questi casi, è la schiena di Harry mentre inizia a rivestirsi. Prima il calzino sinistro, sempre. L'ho notato tempo fa: qualsiasi cosa debba fare, Harry inizia sempre dalla sinistra e quando a volte capita per sbaglio di prendere, per esempio, la scarpa destra per prima, la posa fino a quando trova sotto il letto la sinistra. Una volta gli ho chiesto il motivo e mi ha risposto che non si era mai reso conto di farlo, quindi da allora di tanto in tanto mi diverto a nascondergli le scarpe sinistre in modo che debba fare un po' più di fatica per trovarle. A volte lo sento borbottare insulti contro di me per tutta la casa mentre fa la sua caccia al tesoro, così mi alzo sfoderando il mio sorriso più angelico mentre Harry riesce a tenere il broncio, con quel suo adorabile sguardo innervosito, anche per ore.

Nella maggior parte dei casi, invece, succede il contrario. Non sono mai stato una persona dal risveglio facile, per niente, e per quanto possa mettermi di buon umore aprire gli occhi e ammirare lo splendido corpo di Harry con indosso semplicemente i boxer e il calzino sinistro, quando poi mi trascino in cucina e trovo i pinguini ad accogliermi è facile che i miei nervi non reagiscano bene. Maledicendo ad alta voce ogni passo fatto a piedi nudi su quel pavimento ibernato, chiudo la finestra con poca delicatezza e ribadendo quotidianamente che non importa che sia giugno – potrebbe essere anche agosto – ma la mattina a Londra fa fottutamente freddo e nessuno vorrebbe uscire dal tepore delle coperte per trovarsi improvvisamente al polo nord. Quasi sempre Harry ignora le mie lamentele, a volte sbuffa infastidito se anche lui non è al massimo quel giorno, ma ci sono alcune mattine in cui invece arriva in cucina con quel suo sorriso tutto fossette e mi abbraccia da dietro mentre chiudo la finestra. Rimane così, premuto contro la mia schiena mentre trascino entrambi verso il fornetto dove si trovano già le mie uova da riscaldare. Schiaccio il bottone di accensione, giro la manopola del tostapane quel tanto che basta per completare la tostatura delle fette che Harry ha abbrustolito quasi alla perfezione, in modo da non farle bruciare quando sarebbe arrivata l'ora di riscaldarle. A me basta già l'abbraccio di Harry per mettere da parte qualsiasi lamentela e lui lo sa perfettamente ma, lo stesso, approfitta sempre dell'attesa davanti al fornetto per lasciarmi qualche bacio alla base del collo o lungo le spalle fino a farmi venire di nuovo la pelle d'oca anche se per un motivo completamente diverso.

Ci sono i giorni in cui, invece, dobbiamo per forza affrontare il trillo della sveglia per non fare tardi in studio. La prima a suonare è sempre quella di Harry, la mia non è mai impostata su un orario standard perchè in base alle situazioni decido se concedermi due o tre minuti in più di sonno. In quell'intervallo di tempo lui aspetta sempre ad occhi chiusi e, quando riconosce la fastidiosa musichetta del mio telefono, si sporge sopra di me allungando un braccio fino al comodino per disattivarla.

<< Lou, svegliati>> biascica con voce assonnata passandomi una mano tra i capelli, accontentandosi di un grugnito in risposta per accertarsi di essere stato sentito prima di sedersi sul bordo del letto stropicciandosi gli occhi. Rimane lì fino a quando la sua sveglia suona di nuovo. La postpone ogni mattina perché così, dopo i due-tre minuti ad occhi chiusi in attesa della mia e dopo il primo tentativo di farmi alzare, gli rimangono poco più di cinque minuti per stare seduto a cercare la forza di mettersi in piedi. Chiunque alla Apple abbia deciso che il giusto intervallo di tempo per postporre la sveglia fosse di nove minuti doveva certamente conoscere le abitudini di Harry.

HabitDove le storie prendono vita. Scoprilo ora