Conto alla rovescia

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« Ti ho lasciato mangiare più di metà della mia fetta di torta» lo accuso per poi esibire il mio sorriso più innocente in risposta alla sua occhiataccia, « Perchè ti amo, proprio come tu ami me e per questo sei disposto ad alzarti per andare ad aprire»

Harry alza gli occhi al cielo ma non riesce a nascondere quel piccolo sorriso che sta cercando con tutto sé stesso di trattenere. « Sei fortunato ad essere così bello» ribatte baciandomi rapidamente prima di andare verso l'ingresso, mentre io mostro il dito medio ai ragazzi che, come sempre, fingono di essere sul punto di vomitare.

« Non è presto perchè possa essere Ed?» chiede Liam guardando l'orologio.

Prima che io possa rispondere, Zayn mi dà uno schiaffo sul braccio con il dorso della mano. Mi volto verso di lui, pronto a insultarlo, quando il suo sguardo allarmato mi colpisce. « Quella non è la voce di Ed»

Solo in quel momento mi concentro abbastanza da sentire una voce femminile dire "ha dimenticato questa in treno" e sbarro gli occhi, il mio cuore si ferma del tutto. Eleanor.

Guardo Zayn, terrorizzato, in cerca di aiuto. « Cosa cazzo faccio adesso?» sussurro totalmente in preda al panico, mentre la sento chiedere se sono in casa. La risposta di Zayn viene bloccata sul nascere dal rumore della porta d'ingresso che sbatte con forza.

Scatto in piedi, uscendo di fretta dalla cucina con il cuore che batte all'impazzata all'idea di trovarmi di fronte un Harry talmente incazzato da aver sbattuto la porta in faccia a qualcuno, ma mi congelo sul posto quando arrivo in corridoio trovando Eleanor che guarda confusa la porta chiusa. Harry non c'è.

« Louis», quasi sospira a metà tra il sollievo e la preoccupazione, « Va tutto bene?»

Harry è andato via.

Per qualche secondo il mio sguardo continua a vagare tra lei e la porta, senza sapere quale sia il modo migliore di gestire quell'immenso casino. Sento la pelle pizzicare dalla necessità di raggiungere Harry, vedere come sta, parlargli. « Scusa», mentre le passo di fianco le prendo le spalle tra le mani, guardandola negli occhi nella speranza che possa capire il mio stato d'animo. « Giuro che- che dopo ti spiego»

Sbarra gli occhi, ancora più confusa dall'intera situazione ma non ho tempo per preoccuparmene e, nonostante il suo tentativo appena accennato di fermarmi probabilmente per avere delle spiegazioni, corro subito fuori dall'appartamento.

Mi precipito giù per le scale e controllo in giardino, ripetendomi che Harry non può essere andato troppo lontano in così poco tempo. Quando non lo trovo decido di dirigermi verso il cancello principale del residence. « Nate, hai visto Harry?», chiedo al portinaio in guardiola, « Sai da che parte è andato?»

Aggrotta le sopracciglia con aria confusa e giuro di essere a un passo dall'esplodere per l'ennesima persona che mi guarda in quel modo mentre io non ho un cazzo di secondo da perdere.

« È andato di là», indica verso destra e inizio subito a correre in quella direzione finché finalmente lo vedo. Sta camminando velocemente a testa bassa, con il cappuccio della felpa tirato su e le mani nelle tasche dei jeans.

« Harry», lo chiamo mentre lo raggiungo. Non dà nessun segno di avermi sentito o forse mi sta solo ignorando. « Harry», gli afferro il polso ma non accenna a fermarsi, « Ti prego, aspetta»

Con un gesto brusco si libera dalla mia presa. « Va via»

« No»

Accelera il passo ma io sono più veloce e mi piazzo davanti a lui bloccandogli la strada. « Louis. Non è il momento di fare il coglione», stropiccia il viso con le mani riemergendone ancora più nervoso, « Levati dal cazzo»

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