Sinceramente tuo

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<< Ma ti sembra normale sparire così per ore?>>

È dal momento in cui ho messo piede nella nostra camera d'albergo che Louis mi urla contro, accusandomi di essere un irresponsabile orgoglioso del cazzo.

<< Ore>>, sottolinea portandosi le mani ai capelli con fare melodrammatico, << Eri da solo in giro in una fottuta città sconosciuta>>

<< Ero con Niall>> sospiro nella speranza che si stia avvicinando la fine di quella sfuriata. Ormai lo conosco, ho imparato che quando si lascia prendere dal panico inutilmente è meglio lasciarlo sfogare, perché diventa come una pentola a pressione e se non lo lasci sfiatare con i suoi tempi rischia di esplodere.

<< Niall è tornato due ore prima di te>>, sbarra gli occhi allargando le braccia come se avesse appena sentito la più grande fesseria della storia, << Eri solo, Harry, di notte a New York e avevi il telefono spento>>

<< Non era spento>>, ammetto superandolo per andare verso il bagno, << Ti avevo solo bloccato>>

<< Cosa?>> esclama impedendo alla porta di chiudersi con il braccio e seguendomi in bagno.

Alzo gli occhi al cielo abbassando la cerniera dei pantaloni per fare la pipì. Se vuole continuare a litigare può fare pure ma, come si ostina a ricordarmi, sono stato in giro per ore e rischio di farmela addosso.

<< Louis, mi hai chiamato quindici volte di seguito>>

<< Te ne sei andato!>>, grida posizionandosi in piedi accanto al gabinetto in modo da potermi fronteggiare meglio, << Sei letteralmente scappato e io - posso aver fatto gli sbagli più grandi del mondo, non lo sto negando, ma tu te ne sei andato e sei sparito per ore e pensavo che avessi spento il telefono e potevi essere finito chissà dove e...>>

Vado a lavarmi le mani mentre lui mi segue in ogni spostamento, quasi avesse paura che possa scappare di nuovo lasciandomi allontanare più del dovuto. << Avevo bisogno di pensare>>

<< E non potevi farlo qua?>>

Mi volto verso di lui, poggiando il sedere contro il lavandino e incrociando le braccia al petto per riservargli un'occhiata scocciata.

<< E non guardarmi in quel modo>>, alza un sopracciglio così tanto da sembrare quasi ridicolo, << Ti sto solo chiedendo, se non è un disturbo, di chiuderti in camera la prossima volta che non vuoi vedermi. Chiudi a chiave e lasciami fuori anche per tutta la notte ma non farmi mai più spaventare in questo modo>>

Per un attimo, guardando quel "per favore" scritto nei suoi occhi, mi sento davvero in colpa perché se fossi stato al suo posto avrei reagito anche peggio.

<< Va bene>> sospiro.

Improvvisamente la sua espressione si ammorbidisce, adesso sembra solo dispiaciuto. << Quindi>>, è palese che non sappia da dove iniziare, << Ehm – quindi hai pensato? Cioè io – non voglio metterti pressione e se hai bisogno di tempo e di spazio – insomma – devi solo dirmelo>>

Abbasso lo sguardo per un solo istante, forse per poter mettere in ordine i pensieri un'ultima volta prima di parlarne con lui, poi fisso i miei occhi nei suoi e trovo la forza di parlare. << Louis, non ho bisogno di tempo o di spazio, non ho bisogno di niente. Smettila di credere sempre che io sia sul punto di lasciarti perché non lo sono. A volte mi fai incazzare talmente tanto che vorrei ucciderti ma non mi è mai passata per la testa l'idea di lasciarti. Non è a questo che dovevo pensare, io – non è facile – dovevo solo metabolizzare tutto>>

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