Rumours

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From Gemma: E allora?

Puntuale come un orologio svizzero, il messaggio di mia sorella ogni mattina mi ricorda quanto faccia schifo – e allo stesso tempo sia magnifica – la mia situazione attuale. 

Dal fatidico momento in cui le ho confessato di aver seguito il suo consiglio, che era stato sorprendentemente efficace, pare che la sua missione quotidiana sia diventata quella di assicurarsi che il suo imbranato fratellino non mandi tutto all'aria. La sua teoria scientificamente testata è quella di continuare a battere il ferro finché è caldo, quindi ogni mattina mi scrive un messaggio nella speranza di venire a sapere di una qualsiasi evoluzione, che si tratti di un bacio, di un appuntamento o - sinceramente non so cosa altro si aspetti. 

Vorrei con tutto il cuore poterle raccontare qualcosa ma tutto quello che è successo negli ultimi giorni, nonostante le farfalle nel mio stomaco non siano d'accordo, si può ridurre semplicemente a un "niente" scritto controvoglia come ogni mattina.

Da quando è andata via Hannah si è creata una strana tensione tra noi due. Per la prima volta ci siamo trovati a dover affrontare un argomento vecchio di una settimana senza il peso della presenza di una terza parte. Della presenza fisica per lo meno, perché il peso del senso di colpa continua ad essere il nostro migliore amico. 

È estenuante vivere perennemente sulle montagne russe, perché anche se è vero che per la maggior parte del tempo siamo stati semplicemente i soliti Harry e Louis, bastava un niente per scatenare lo scompiglio generale. Uno sguardo, un sorriso, una frase o un gesto e la razionalità andava a farsi benedire. Ho sempre trovato divertente flirtare, giocare per capire quale sia il limite oltre il quale poi si va verso il concreto, ma vivere in un flirt perenne porta allo sfinimento. Porta a immaginare questo confine allontanarsi sempre di più, porta a pensare che non ci sia via di fuga da questa gabbia fatta di tensione e farfalle nello stomaco.

L'altra sera ad esempio, stavamo guardando un film tutti insieme in camera di Zayn e, come sempre, il sonno ha avuto la meglio sulla maggior parte di noi. Io e Louis eravamo sul divano e non c'era niente di strano fino al momento in cui ha iniziato a giocare con i miei capelli come fa abitualmente. 

Ho cercato di ignorare i brividi o quella forza magnetica che mi spingeva ad avvicinarmi sempre di più e contro cui sembrava stesse lottando intensamente anche lui. Mentre parlava non riuscivo a distogliere lo sguardo dal movimento ipnotico della sua bocca e quando istintivamente mi sono leccato le labbra anche i suoi occhi hanno smesso di opporre resistenza cedendo al desiderio di osservarle famelicamente. 

Non so dire come sia successo di preciso, ma ad un tratto le punte dei nostri nasi erano così vicine da toccarsi e riuscivo quasi a pregustare il suo sapore sulle mie labbra. E sarebbe anche successo se Niall non avesse iniziato a russare ricordandoci di non essere soli.

In qualsiasi momento, anche nel più noioso pomeriggio di prove, si percepiva che tra noi qualcosa fosse cambiato. Se io non riuscivo a distogliere lo sguardo dalla sua figura anche quando si limitava solo a respirare, lui non perdeva occasione per farmi dei complimenti. 

La cosa in sé non sarebbe strana perché Louis lo ha sempre fatto, è sempre stato tanto diretto da risultare devastante nel dire in modo sincero e genuino quanto gli piacessero i miei capelli o la mia voce, ma ultimamente è stato diverso. Non so se sia realmente cambiato il suo atteggiamento o se sia io a farmi condizionare dal ricordo, sempre fisso davanti ai miei occhi, di noi due che ci baciamo. 

Non so se davvero adesso mi guardi in modo diverso o se si senta semplicemente più a suo agio nel farmi notare quello che gli piace di me, come se non abbia bisogno di nasconderlo. E così le nostre giornate passano da questi attimi di infinita dolcezza a momenti di blackout totale dei nostri cervelli, il tutto sempre condito da continue provocazioni.

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