Epilogo

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« Cos'è?»

« Il tuo regalo di compleanno» sorrido compiaciuto nel notare il modo confuso con cui guarda la piccola busta di carta rosa che gli sto porgendo. È chiusa con un adesivo a forma di farfalla perché non ho trovato altro, ma penso che gli si addica.

« Ma...è domani»

Alzo gli occhi al cielo teatralmente, « Sono le quattro del pomeriggio, vuol dire che in Inghilterra è mezzanotte»

Il sorriso che si apre sul suo viso, circondato dalle mie amate fossette, è più raggiante del sole di Los Angeles. Non erano questi i programmi iniziali per il suo diciottesimo compleanno, motivo per cui ho dovuto riorganizzare tutto quello che avevo in mente. Saremmo dovuti partire per la California la prima settimana di febbraio ma, quando le riprese dell'episodio di iCarly sono state spostate, siamo stati costretti ad anticipare tutto e a partire il giorno dopo il concerto di Belfast, ultima data del nostro tour inglese. Sono stati giorni densi di impegni perché, come tutti continuano a ripeterci, è di fondamentale importanza preparare al meglio le basi per il nostro lancio nel mercato americano, ma nonostante tutto siamo riusciti a sfruttare a nostro vantaggio qualche ora rimasta miracolosamente libera.

Il più grande successo di questo viaggio infatti, per quanto mi riguarda, non è stato partecipare a una serie tv iconica come iCarly ma avere la possibilità di portare Harry a Disneyland. Dal momento in cui abbiamo messo piede in California la mia mente ha iniziato a riprodurre in continuazione l'immagine di un Harry sconsolato che, abbracciato a me nel nostro letto, mi chiede se noi avremmo mai avuto la possibilità di andare a Disneyland insieme.

Conosciamo entrambi il vero significato di quella domanda e non ha niente a che vedere con il luogo in particolare, ma questo non mi ha fermato dal voler esaudire al massimo delle mie capacità qualsiasi suo desiderio. Così l'ho portato a Disneyland, quello originale, e anche se abbiamo avuto a disposizione giusto qualche ora e non siamo arrivati a vedere granché, ogni momento trascorso insieme lì dentro è stato magico ed è servito quasi ad allontanare l'ombra di un episodio traumatico per entrambi.

Non dimenticherò mai il sorriso orgoglioso con cui ha acquistato le orecchie di Topolino per me e quelle di Minnie per sé stesso, spiegando che in quel modo sarebbe stato chiaro per tutti che io ero suo anche senza tenermi per mano come avrebbe voluto. E io farei davvero qualsiasi cosa per vederlo sorridere sempre come se si sentisse la persona più fortunata dell'universo, non importa se questo significa fare avanti e indietro in giornata da Londra a Parigi o andare nel parco divertimenti più grande al mondo per tornare in hotel giusto un paio d'ore dopo, perché se fosse stato necessario sarei stato disposto anche a costruire la sua Disneyland personale con le mie stesse mani nel giardino di casa nostra.

È per questo che il cuore inizia a battere sempre più veloce nel mio petto mentre guardo Harry aprire lentamente la busta con il suo primo regalo di compleanno. Il secondo lo aspetta a casa nostra, quindi potrà aprirlo solo dopodomani mattina al rientro da Los Angeles.

Mi rendo conto di aver osato, con il rischio di aver oltrepassato qualche limite, ma conosco troppo bene Harry e so che a volte ha bisogno di una piccola spinta per smettere di pensare e fare quello che davvero vuole.

« Cos'è?» mormora tra sé e sé mentre tira fuori dalla busta un bigliettino da visita. Il suo respiro si blocca quando, voltandolo, legge la scritta a penna sul retro. « Perché c'è scritto che domani mattina alle nove ho un appuntamento per un tatuaggio?»

Porto nervosamente le dita ai capelli, sistemandoli sulla fronte, per prendere tempo nella speranza di riuscire a leggere correttamente quel miscuglio di emozioni che leggo sul suo viso. « Perché domani mattina sarai ufficialmente maggiorenne»

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