Sheffield

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Sheffield Arena. 

Se solo lo sguardo avesse il potere di erodere gli oggetti probabilmente su quel cartello non si leggerebbe più neanche una lettera. È stato tutto il giorno lì a fissarmi come se fosse un monito e io ho ricambiato senza vergogna durante il soundcheck, durante il concerto e persino adesso che, una volta concluso tutto, sembra quasi ridermi in faccia.

<< Amico ci sei?>>, Zayn mi batte una mano sulla spalla spingendomi a distogliere lo sguardo da quella scritta.

<< Me la sto facendo sotto>>

Zayn scoppia a ridere, per niente di supporto. << Sei un cagasotto>>

<< Odio queste cose>>, sbuffo passandomi una mano tra i capelli, << Sono bravo a litigare ma non lo sono per niente quando si tratta di dire le cose per bene. Finirò solo per creare ancora più casini>>

<< E speri che questo cartello ti suggerisca cosa dire?>>

Gli do un pugno sul braccio lasciandomi andare a una risata liberatoria. << Sei proprio uno stronzo>>

<< Vedi di muoverti, prima che Hannah inizi a pensare che tu sia scappato dal retro>>

Mi stropiccio il viso con le mani, poi distendo le braccia allungandole il più possibile e iniziando a saltellare sul posto come se mi stessi preparando per entrare il campo durante una partita di calcio.

<< Ok, ci sono. Sono pronto>>

<< Non lo sei per niente, ma vai>>, ride Zayn troppo divertito dalla situazione di merda in cui mi trovo, << Se quando finisci hai bisogno vieni in camera mia>>

E va bene, Zayn non sarà convenzionalmente il bravo amico con cui confidarsi per ore, ma sa ascoltare come pochi e riesce ad essere di supporto anche quando si atteggia a fare lo stronzo. Lo abbraccio di slancio in un tacito ringraziamento prima di decidere di uscire da quella fottutissima arena. 

L'unica cosa di cui sono certo in questo momento è di aver fatto la scelta giusta quando ho chiesto a mia madre e ai miei amici di venire a vedere la seconda serata a Sheffield, non la prima, altrimenti avrei avuto mezza Doncaster presente in un momento in cui non vorrei vedere neanche me stesso. Stasera tutte le mie attenzioni devono essere focalizzate sul non fare cazzate con Hannah, perché non se lo merita.

<< Ehi>> le sorrido appena la raggiungo, ferma tra due pullman nel del cortile sul retro proprio come avevamo concordato. Sorprendentemente mi sorride anche lei ed è un buon segno perché significa che partiamo con il piede giusto, senza rabbia repressa o risentimento accumulato. Non resisto alla tentazione di abbracciarla, anche per smorzare l'imbarazzo di quel momento, e a lei non sembra dispiacere.

<< Ok, è strano ma meno di quanto temessi>>, tira un sospiro di sollievo regalandomi un sorriso.

<< Non me ne parlare>>, ridacchio grattandomi la nuca, << Che ne dici di fare una passeggiata?>>

<< Non verrai assalito dalle fan urlanti?>>

Stavolta scoppio a ridere, non riuscendo più a mantenere quella facciata diplomatica che inizialmente pensavo fosse d'aiuto per rendere le cose più semplici. È Hannah, con lei non serve.

<< Ho imparato qualche trucco del mestiere>> alzo il cappuccio della felpa guardandola quasi come se in quel momento stessimo condividendo un segreto di importanza internazionale. Le faccio cenno di seguirmi fino a un'uscita secondaria poco visibile che si affaccia su una stradina poco illuminata. Persino lì dietro, in un vicolo dimenticato dal mondo, si riescono a sentire le urla delle fan ancora in attesa di incrociare qualche artista di ritorno in hotel.

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