18.

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La luce del sole filtrò dalle finestre e mi accoccolai sotto le coperte cercando nuovamente di addormentarmi.
Zulema ad una certa entrò in stanza spalancando le finestre e mugugnai mettendo la testa sotto al cuscino.
"Bionda forza, in piedi." disse con un tono autoritario ma scossi la testa.
Il mio scorpione sbuffò togliendomi le coperte di dosso e imprecai senza alzarmi.
Mi afferrò per la caviglia e mi trascinò facendomi urlare, scoppiò a ridere divertita e quando notò che indossavo solamente una felpa fece un sorriso malizioso squadrando le mie gambe nude e snelle.
"Lasciami dormire." sbottai aprendo gli occhi e mettendo a fuoco la sua figura, aveva un jeans che le fasciava perfettamente le gambe e un giubbotto in pelle con una canotta bianca sotto.
"Con me resteresti sveglia anche tutta la notte bionda, abituati da ora." disse divertita e mi appoggiai sui gomiti serrando la mascella e osservandola.
"Vieni qui." sussurrai leccandomi il labbro e scosse la testa toccandosi il viso, si guardò attorno e le toccai la coscia salendo sempre più su.
Sorrise maleficamente e si infilò tra le mie gambe facendomi sussultare, mi baciò con cautela e presi ad accarezzarle i capelli spingendola sopra al mio corpo.
"Bionda manipolatrice." sussurrò contro il mio collo e inarcai la schiena non appena strinse il mio seno destro.
La volevo disperatamente.
Mi tolse la felpa facendomi rimanere in intimo e mi squadrò dalla testa ai piedi, sgranando gli occhi.
Le sue pupille si dilatarono e si tolse dal mio corpo per inginocchiarsi davanti a me e con un colpo secco mi aprii le gambe.
"Cazzo." sussurrai mordendomi il labbro e inarcando la schiena.
Incominciò a lasciarmi una scia di baci a partire dalle labbra e scese lungo il mio collo facendomi gemere.
Mi morsicò il fianco e mi scappò un gemito incontrollato facendola ridere, alzò lo sguardo su di me e non appena i suoi occhi incontrarono i miei tremai.
Baciò il mio interno coscia e mi abbassò leggermente gli slip sogghignando, era una grandissima stronza e sapevo che non mi avrebbe mai accontentato.
La spinsi verso la mia intimità con forza ma non appena lasciò un piccolo bacio nel mio punto sensibile si staccò di scatto facendomi imprecare come non mai.
"Buongiorno, bionda." sussurrò riattaccandosi alle mie labbra ma le morsicai il labbro con forza come per punirla per quello che aveva fatto con me.
"Vai a fanculo." dissi mettendo il viso di lato e la spinsi lontano dal mio corpo facendola ridere, mi recai in bagno e percepii il mio sguardo bruciare in tutto il mio corpo.

Eravamo stremati, esausti e stressati.
Serrai la mascella facendo l'ennesima flessione e mi appoggiai a terra sentendo tutti i miei muscoli bruciare.
"Se davanti al vostro nemico esiterete, la vostra paura si disperderà come niente e allora sarete fottuti." disse Zulema camminando davanti a noi e mi misi seduta bevendo dell'acqua.
"La paura è la cosa più inutile che possa esistere al mondo." disse fermandosi davanti a me guardandomi attentamente, mi porse la mano e l'afferrai al volo sollevandomi da terra.
"Abbiamo finito." disse senza staccare gli occhi dai miei e serrai la mascella asciugandomi il sudore con l'asciugamano.
"Nervosa bionda?" disse alle mie spalle non appena gli altri si dileguarono e rise.
"No, più che altro odio quando non vengo soddisfatta al 100%." dissi sorridendole in modo strafottente e si morsicò il labbro seguendomi al piano superiore, avevo bisogno di una doccia.
"Sei poco resistente allora." disse appoggiandosi nello stipite della porta e mi sciolsi i capelli facendoli ricadere nelle mie spalle toniche.
"Impaziente, oserei dire." mormorai avvicinandomi a lei e non si mosse di un millimetro guardandomi divertita.
"Capisco." rispose facendo spallucce e serrai la mascella facendole un cenno.
"Vuoi fare la doccia con me? No sai, vorrei andare ad una festa stasera quindi dovrei prepararmi." dissi ad un centimetro dal suo viso e sgranò appena gli occhi, guardandomi male.
"Ci saranno altre occasioni." disse facendomi l'occhiolino e uscì con il suo solito passo sicuro lasciandomi a bocca aperta come sempre.
Non smetteva mai di stupirmi.
Una volta finito mi vestii con un abito abbastanza corto e indossai i tacchi, Tokyo finiva di sistemarmi i capelli e sorrisi guardandomi davanti allo specchio per il trucco che avevo realizzato.
"Sei bellissima stasera." disse la mia amica porgendomi il capotto e lo afferrai ringraziandola e uscendo.
Accesi una sigaretta e nel mentre che passavo davanti alla sala notai Zulema parlare con alcuni uomini, sicuramente doveva essere in riunione.
Feci finta di niente continuando a camminare ma improvvisamente mi sentii afferrare per un polso e Zulema mi trascinò dentro ad una stanza a caso.
"Stai scherzando, spero." disse furiosa squadrandomi ed era fuori controllo.
"No, perché?" sbottai infastidita, mi urtava da morire quando faceva così.
"Tu non esci conciata così." disse chiudendo la porta a chiave alle mie spalle e sgranai gli occhi dalla sorpresa, non poteva fare sul serio.
"Chi cazzo ti credi di essere scusa?" sbottai urlando ma non appena feci per girare la chiave Zulema la tolse.
"Ho detto, che non esci così." disse accendendosi una sigaretta e sbuffai dando un pugno contro la porta con una forza disumana.
"Mi hai stancata Zulema, dico davvero. Non sono di tua proprietà e se decido di scoparmi uno sconosciuto o una sconosciuta sono liberissima di farlo. Hai capito? Dammi quella chiave." urlai avvicinandomi furiosa ma afferrò la mia gola e mi spinse verso di lei.
"Se tu fai quelle cose è solo perché io te lo permetto bionda, chiaro? Ti avevo detto che d'ora in poi sarei diventata il tuo mondo." disse aumentando la presa e mi vennero le lacrime agli occhi, aveva maledettamente ragione.
Se solo potessi averla per davvero.
"Lasciami, non sei la mia ragazza." dissi spingendola e dopo alcuni minuti sospirai togliendomi il capotto e scoprendo tutta la mia scollatura.
Zulema fece uscire il fumo dalle sue labbra e mi squadrò divertita dalla mia reazione, era incredibile che ancora una volta avesse deciso lei per me.
Non riuscivamo a stare lontane.
Mi toccai i capelli nervosamente e guardai fuori dalla finestra valutando se scappare ma eravamo al piano al superiore e l'altezza era troppo eccessiva.
"Rilassati." sussurrò alle mie spalle spostandomi i capelli da un lato e lentamente mi baciò il collo facendomi chiudere gli occhi, mi spinse contro il muro e appoggiai le mani nella parete davanti a me nel mentre che le sue mani si posizionavano nella mia vita.
La strinse facendomi sussultare ma mi staccai dal suo corpo, con un calore nel basso ventre disumano.
"Cosa devo fare per uscire da qui?" dissi incrociando le braccia al petto.
Zulema fece spallucce e giocherellò con le chiavi tra le mani, scattai verso di lei per prendergliele ma essendo più alta di me alzò il braccio e saltai come una bambina.
"Bionda, dio mio." disse il mio scorpione scoppiando a ridere piegandosi in due e sbuffai innervosendomi.
"Pensa al lato positivo Macarena, sei rinchiusa in una stanza con una delle criminali più potenti di tutta la Spagna. Sai in quanti pagherebbero anche solamente per parlarmi?" disse divertita e le feci il dito medio girovagando in tutta la stanza e guardandomi attorno.
"A me non me ne frega un cazzo di te." mormorai facendola sorridere e un ghigno malefico le attraversò il viso.
"Disse quella che stava per piangere per un graffietto nel fianco, ridicola." disse spiazzandomi letteralmente e la guardai male, non poteva fare sul serio.
"Ti senti quando parli? Non puoi utilizzare le debolezze degli altri solamente per compiacerti da sola. È stato un piccolo momento di debolezza che ho avuto, stronza." dissi puntandole un dito contro furiosa e Zulema scosse la testa stringendo le chiavi ancora con più forza tra le mani.
"Devi imparare a sopravvivere in questo mondo e peccato che una delle tue debolezze più grandi, sono io." disse guardandomi intensamente e sgranai gli occhi dallo stupore.
Lo aveva capito, fin dall'inizio.
"Solamente perché mi sono lasciata scopare da te, non significa che ti voglio quindi la prossima volta che riprovi a farlo giuro che ti uccido." dissi alzando la voce e Zulema rise davanti alla mia sfuriata, era bellissima.
"Non è stato difficile dopotutto." disse divertita ma uno schiaffo le arrivò dritto in faccia togliendole tutto il fiato.
Si pietrificò sul posto toccandosi il labbro e avevo una voglia matta di morderglielo con tutta me stessa.
"Mossa sbagliata, bionda." disse spingendomi contro uno scaffale pieno zeppo di libri e gemetti dal dolore.
"Mi hai trattata come se fossi la tua puttana, non conosci niente di me Zulema, niente! Non puoi toccare tutto ciò che vuoi e renderlo tuo, toglitelo dalla testa!" urlai cercando di staccarmi dalla sua presa ma ringhiò stringendomi i polsi e mettendoli sopra alla mia testa con forza.
"Smettila di vivere la tua realtà con i tuoi fottuti colori, devi imparare a conoscere anche quelli degli altri." sussurrò ad un centimetro dal mio viso e mi sfiorò il labbro lentamente con il suo.
"I tuoi sono tutti bianco e nero, privi di vita e di luce senza nessuna speranza." sbottai serrando la mascella e di colpo mi lasciò andare.
"Hai ragione, ma devi sapere che nessuno da anni ormai non si è preso più la briga di colorarli nuovamente." disse allontanatosi e quelle parole mi colpirono in pieno, come cento pugnalate al cuore, sembrava che stesse lottando da tutta la vita con il male che portava dentro.
Le afferrai il polso con forza e le mie labbra si incollarono alle sue con una forza disumana, le infilai la lingua in bocca con decisione e un gemito giunse alle mie orecchie facendomi tremare.
Finimmo sopra al divano e mi misi a cavalcioni sopra di lei, Zulema aveva le mani sulle mie cosce nude e mi alzò il vestito stringendo i miei glutei.
Gemetti contro le sue labbra e rise divertita baciandomi con più passione.
"Chi sei veramente?" sussurrai sfiorandole lo zigomo lentamente e alzò lo sguardo sul mio, facendo la sua solita smorfia con le labbra.
"Una realtà sopraffatta da mille cose messe assieme che nemmeno la sottoscritta ha ancora capito ma con la quale lotta ogni giorno per sopravvivere, affogando nel suo stesso veleno letale, ecco cosa sono." disse lasciandomi senza fiato e in tutta mia risposta mi avvicinai baciandole il collo piano e dolcemente, si vedeva che nella sua vita non era abituata a ricevere tanto amore.
"Non tutte le opere d'arte sono perfette." sussurrai sbottonandole la camicia e scoprendo le sue clavicole.
"Mi stai paragonando all'arte?" disse Zulema divertita lasciandomi un po' di controllo e annuii con un sorriso sulle labbra, era bellissima vederla dal basso.
"Perché no? Ogni piccola cosa possiamo considerarla arte se ha una storia da raccontare e secondo me le tue devono essere strane, ma belle." dissi mettendo il viso di lato per guardarla e sorrise mordendosi il labbro per poi guardarmi dopo mezzo secondo.
"Il tuo bipolarismo è incredibile, prima mi dai uno schiaffo e ora stiamo parlando come se niente fosse." disse divertita e scoppiai a ridere dandole subito la ragione ma con lei mi veniva naturale comportarmi così, era strano.
Mi avvicinai incantata dal suo sorriso e la baciai nuovamente nel mentre che la mia mano si insinuava dentro alla sua camicia per stringerle il seno con forza.
Gemette nelle mie labbra e uscii letteralmente fuori di testa, scesi con i baci facendole inarcare la schiena e notai una cicatrice abbastanza evidente sul suo petto, all'altezza del cuore.
Non appena feci per sfiorargliela Zulema mi bloccò la mano di scatto e scosse la testa serrando subito la mascella.
"Stai toccando brutti ricordi bionda." sussurrò lasciandomi un piccolo bacio sulle labbra e inspirai il suo profumo.
Afferrò le chiavi posizionate nella tasca dei suoi jeans e me le porse seria in viso.

"Divertiti."

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