Non appena saltai in macchina l'autista si abbassò gli occhiali e mi squadrò dalla testa ai piedi, leccandosi il labbro.
"La regina araba aveva ragione a dire che eri di una bellezza strabiliante." disse partendo e sussultai per quella frase, non credevo che Zulema gli avesse parlato di me e sorrisi come un'idiota.
Mi sistemai la pistola accuratamente nella cintura e ripassai a mente il piano, dovevo uscire dalla porta principale senza farmi vedere da nessuno ovviamente percorrendo vari corridoi.
Non sapevo nemmeno io perché avevo accettato ma con lei non volevo cedere, volevo dimostrarle che ero una figlia di puttana anche io.
Volevo essere alla sua pari.
Era da sola, come sempre.
"Ti ha detto altro Zulema?" gli domandai durante il viaggio nel mentre che mi rilassavo un pochino.
"Non posso parlare, ci tengo alle mie palle e il mio capo non ama che le sue cose vengano dette in giro perciò non ti dirò nulla, scusami bellezza." disse guardandomi dallo specchietto e annuii serrando la mascella, era comprensibile.
Notai tutte le sue braccia tatuate e anche lui aveva un piccolo scorpione nella spalla, ma era diverso da quello che aveva Zulema.
Rimasi in silenzio guardando fuori dal finestrino e il paesaggio scorreva velocemente davanti ai miei occhi, non ci credevo ancora che stavo per fare una cosa del genere per quella donna.
Non avevo niente da perdere e grazie a lei stavo ricominciando a vivere come si deve, era l'unica che mi stava ridando tutte quelle emozioni che un tempo avevo perso, quindi non avevo rimpianti.
"Siamo arrivati, bellissima." disse il ragazzo accostando davanti ad un villa a dir poco enorme ma non appena feci per uscire la sua voce mi fermò.
"Zulema ci sa fare in fatto di donne e per te ci farei un pensierino, peccato che sei di sua proprietà." disse sbuffando ma scossi la testa furiosa.
Ero sconvolta da questa confessione.
"Io non sono di nessuno e la prossima volta che la vedi, dille di andare a farsi fottere dalla sottoscritta." dissi uscendo dall'auto e sentii la sua risata giungermi fino alle orecchie.
Entrai dentro quella casa maestosa e sapevo già dove dirigermi dato che avevo studiato ogni minimo dettaglio, mi mossi abile e non appena arrivai davanti ad una porta al piano superiore l'aprii con un calcio, all'interno c'erano cinque persone.
"Buonasera a tutti!" esclamai entrando e sparai al diretto interessato ficcandogli una pallottola in testa, senza esitare.
"Se osate aprire bocca vi faccio saltare in aria il cervello, silenzio!" urlai ricaricando l'arma e velocemente ordinai di aprire la cassaforte dietro ad un quadro posizionato in un angolo della stanza.
"Chi ti manda?" disse un uomo impaurito e avanzai verso di lui, puntandogli la pistola nella tempia.
"Ho detto forse che si può parlare?" sussurrai con la mascella contratta, lo uccisi un secondo dopo e sorrisi compiaciuta sentendo l'adrenalina scorrere impetuosa dentro di me.
Mi era mancato tutto questo.
"Più veloce cazzo." dissi furiosa e afferrai il borsone pieno di soldi uscendo velocemente dalla stanza.
Senza guardarmi indietro.
Nel mentre che percorrevo il corridoio un uomo sbucò dietro l'angolo e fui sveltissima a schivare un colpo ma sfortunatamente mi colpii nella spalla.
Urlai dal dolore e vidi il sangue uscire, la vista mi si appannò ma strinsi i denti rimanendo lucida e riuscii ad ucciderlo.
"Merda." sussurrai togliendomi la cintura dai pantaloni e me la strinsi attorno per bloccare l'emorragia.
Sicuramente dovevano estrarmi il proiettile, non potevo perdere tempo e fortunatamente Sergio ci aveva insegnato ogni minima cosa riguardante alla chirurgia dato che non potevamo andare in ospedale, eravamo dei criminali.
Imprecai raggiungendo i parcheggi e partii sfrecciando ad alta velocità, il piano era andato bene ma non dovevo assolutamente rischiare la pelle così tanto, almeno quel bastardo era morto.
"Macarena che cazzo succede?" disse Sergio non appena lo chiamai ed ero in procinto di svenire, quindi accostai in una stradina abbastanza deserta e notai tutto il mio sedile macchiarsi di sangue.
"Mi hanno spa-" sussurrai percependo le palpebre farsi sempre più pesanti e svenni dopo alcuni secondi vedendo il nero più totale.Percepii delle urla e sussultai cercando di alzarmi ma ero bloccata, aprii gli occhi e notai che avevo il braccio fasciato e una flebo attaccata al mio corpo.
Sergio stava litigando animatamente con Zulema e quest'ultima lo guardava con fare annoiato, fumando tranquillamente.
"Si è svegliata." disse Tokyo raggiungendomi e con cautela mi accarezzò i capelli e mi sistemò la coperta che mi era caduta leggermente.
"Macarena, come ti senti?" disse Sergio stringendomi la mano e gli sorrisi rassicurandolo subito.
"Sto bene, non preoccuparti." dissi cercando di mettermi seduta con scarsi risultati, ero ancora troppo debole a causa del sangue che avevo perso.
Ero abituata a questo genere di cose dato che non era la prima volta.
Il mio corpo era marchiato dalle cicatrici.
"Non azzardarti mai più a usare uno dei miei per il tuo rancore del cazzo." disse Sergio rivolgendosi a Zulema per poi uscire e sbattere la porta furioso.
Sospirai toccandomi i capelli e Tokyo mi lasciò un lungo bacio nella guancia per poi salutarmi e uscire anche lei.
"Dove mi trovo?" domandai a Zulema che lentamente mi raggiunse, rimanendo davanti a me, aveva il trucco colato ed era maledettamente bella.
"A casa mia, quando ti abbiamo trovata eri priva di sensi e mi sembrava la cosa più giusta da fare portarti qui per non creare sospetti." disse facendo spallucce e mi guardai attorno notando quanto fosse grande casa sua, il suo profumo riecheggiava nell'aria e mi rilassai solamente a sentirlo.
"Ho ucciso quel bastardo comunque." dissi cercando la mia felpa ma non la trovai dato che ero mezzo nuda.
"L'importante è questo." disse sorridendomi strafottente e la voglia di baciarla era molto alta.
Mi alzai barcollante ma non appena feci per svenire Zulema mi afferrò per la vita.
"Cosa pensi di fare bionda? Ti abbiamo estratto una pallottola e per un paio di giorni devi riposare." disse trascinandomi al piano superiore lentamente e aprii una stanza, sicuramente doveva essere una camera per gli ospiti, ma quanti soldi aveva?
"Dovrei rimanere qui con te?" le domandai nel mentre che mi infilavo sotto alle coperte e strinsi il suo cuscino.
"Come se la cosa ti dispiacesse." disse ridendo e le feci il dito medio furiosa.
Chiusi gli occhi esausta e notai che si sedette nel letto, mi sfiorò il viso togliendomi una ciocca ribelle e miliardi di brividi percorsero la mia spina dorsale.
"Almeno non ti ho delusa." sussurrai percependo la stanchezza sovrastarmi e una risatina scappò dalle sue labbra.
"Staremo a vedere, bionda." disse nel mio orecchio e se ne andò lasciandomi sola, con mille emozioni addosso.
Dopo alcune ore mugugnai nel sonno facendo l'ennesimo incubo e gemetti dal dolore sentendo un dolore lancinante al braccio, alcune lacrime rigarono le mie guance e singhiozzai per alcuni secondi.
"Bionda, che c'è?" disse Zulema raggiungendomi assonnata e mi toccai il viso respirando a fatica cercando di regolarizzare il mio battito cardiaco accelerato.
La donna davanti a me salí nel letto e notai che indossava una felpa larghissima con tutte le gambe scoperte, era bellissima e la squadrai attentamente.
Appoggiò le labbra nella mia fronte e alzò gli occhi al cielo sbuffando, sicuramente dovevano essere le due del mattino ed io l'avevo svegliata in questo stato.
Odiavo da morire mostrarmi così vulnerabile e debole, sopratutto con una persona come lei.
"Hai la febbre." sussurrò piano e si allontanò per portarmi qualche medicina, ritornò dopo alcuni minuti con un bicchiere d'acqua e lo bevvi tutto d'un fiato ingerendo varie pastiglie.
"Stai tremando come una foglia." sussurrò rimboccandomi le coperte ma le afferrai il polso stringendoglielo.
Mi era venuto in automatico farlo ma ormai era troppo tardi perché il danno lo avevo fatto eccome, la volevo vicina e unire i nostri corpi era diventata una necessità.
"Rimani." dissi tremando e sbuffò divertita valutando se accettare o meno la mia proposta, ma dopo alcuni minuti si infilò nel letto mantenendo una distanza di sicurezza.
Mi avvicinai al suo corpo goffamente e intrecciai le gambe con le sue, rilassandomi subito tra le sue braccia.
"Non farti strane idee." la sentii dire nel mentre che mi accarezzava la schiena con l'indice, era immobile come una statua e mi accoccolai nell'incavo del suo collo, facendola sospirare pesantemente.
"Stai zitta figlia di puttana, stavo per morire a causa tua." borbottai contro la sua pelle e le lasciai un lieve bacio nel collo facendola sussultare per la troppa vicinanza.
Le strinsi la vita debolmente e percepivo il suo sguardo penetrante addosso nonostante ci fosse buio e dopo alcuni minuti mi addormentai cullata dal suo profumo.
Volevo stare su queste braccia e basta.

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escape
Azione➸ ZURENA. (gxg) "Quella dei sogni è una balla colossale. Lo sapevo. L'ho sempre saputo. Perché poi arriva il dolore e niente ha più senso. Perché tu costruisci, costruisci, costruisci e poi all'improvviso qualcuno o qualcosa spazza via tutto. A...