12.

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Diedi un'altro colpo al sacco e sfogai tutta la mia rabbia come meglio potevo, facendomi male alle nocche, erano le 8 di sera ed io ero ancora rintanata in palestra allenandomi duramente.
Gli altri se ne erano andati tantissime ore prima mentre io avevo la necessità di sentire dolore e sfogarlo tutto quanto fino all'ultima briciola.
Se non provavo niente mi sentivo uno zombie che camminava, letteralmente.
"Dai cazzo." dissi aumentando i colpi e le goccioline di sudore scorrevano lungo il mio collo, ero esausta ma non mi fermai.
Dopo alcuni minuti mi sentii toccare una spalla e istintivamente mi voltai pronta a dare un pugno, ma mi bloccai non appena vidi la faccia sconvolta di Sergio.
"Rilassati, sono io." disse ridendo leggermente e sbuffai afferrando la mia bottiglia d'acqua, avevo il fiatone.
"È successo qualcosa?" gli domandai stranita nel mentre che uscivamo dalla finestra e l'uomo al mio fianco annuí.
"Dopo vorrei parlarti se è possibile, nulla di importante stai tranquilla." disse sorridendomi e annuii andando in bagno per farmi una doccia rigenerante.
Successivamente mi vestii con abiti più comodi e mi legai i capelli ancora umidi in uno chignon alto.
Non avevo voglia di vestirmi con abiti stretti o eleganti dato che avevo tutti i muscoli doloranti.
Raggiunsi Sergio dopo essermi truccata un pochino e mi sorrise dicendomi quanto stessi bene con gli abiti che avevo addosso, ero abituata ai complimenti.
"Risaltano ancora di più la tua bellezza e poi in un certo senso ispiri tanta tranquillità." disse facendo spallucce e risi sedendomi nel suo divano comodo.
Il fuoco ardeva alto nel cammino e rimasi a fissarlo incantata, Novembre ormai era alle porte e il caldo ci stava lasciando.
"Di cosa volermi parlarmi?" dissi incrociando le gambe e scrutandolo con attenzione.
"Di Zulema, ho notato che ultimamente siete spesso assieme." disse sedendosi al mio fianco e alzai gli occhi al cielo.
Feci spallucce e pensai bene a cosa dire, non volevo creare sospetti su di noi.
"Anche se fosse, quale sarebbe il problema?" sbottai innervosendomi subito, Sergio mi sorrise e scosse la testa.
"Vorrei parlarti di lei dato che l'ho vista crescere sotto ai miei occhi." disse serio e spalancai la bocca incredula.
"Perché non me lo hai detto subito?" dissi furiosa aspettando che parlasse.
"Perché Zulema ha orecchie dappertutto e non potevo parlarti come se niente fosse, capisci?" disse guardandosi attorno e annuii confusa.
"Beh, allora parlami di lei." dissi serrando la mascella e preparandomi psicologicamente a cosa potevi dirmi.
"Prima di diventare capo, faceva parte della nostra banda. L'ho vista cambiare sotto ogni aspetto a causa della sua infanzia movimentata, è scappata all'età di 13 anni perché aveva ucciso il suo promesso sposo che aveva il triplo della sua età." disse piano e sgranai gli occhi, quindi il suo era un matrimonio combinato.
"Poi cosa è successo?" sussurrai con le lacrime agli occhi, era difficile ascoltare tutto questo senza pensarla.
"Non l'ho più rivista dopo tantissimi anni e poi non so assolutamente cosa sia successo dopo. So solo che è una donna molto potente e riesce a ottenere anche la minima cosa se la vuole. Stai attenta perché è una grandissima figlia di puttana." concluse sorridendomi e alzai gli occhi al cielo, mi alzai sconvolta e la prima cosa che feci fu di afferrare una bottiglia di vodka e ne bevvi un bicchiere intero senza fermarmi.
"Cosa vuole da me? Perché mi conosceva di già? Che cazzo Sergio." sbottai riempiendomene un'altro e voltandomi verso di lui.
La mia curiosità mi stava mangiando viva.
"Non lo so, forse guardandoti ha trovato in te una forza straordinaria, lei non vuole persone deboli al suo fianco e tu non sei una di quelle. Sei sveglia ma sopratutto la cosa che odia di più è che le sai tenere testa. Stai attenta per favore." disse con un tono preoccupato e la prima cosa che mi venne in mente di fare fu di abbracciarlo.
Sergio era sempre stato presente nella mia vita e mi aveva sempre capito.
"Tranquillo, fidati di me." dissi abbracciandolo un'ultima volta per poi uscire serrando la mascella.

Percossi il corridoio toccandomi il viso e in lontananza vidi Saray con Zulema, quest'ultima mi guardò intensamente ma inarcai un sopracciglio non appena la guardai bene in viso, aveva alcuni segni e mi preoccupai parecchio.
Sicuramente doveva aver fatto qualcosa di grave e il panico mi invase, lasciando da parte tutto il mio orgoglio.
"Che è successo?" domandai cercando di afferrarle il viso ma si scansò dalla mia presa sbuffando e infastidendosi.
"È tutta tua biondina, vado." disse la sua migliore amica andandosene divertita e rimasi da sola con il mio scorpione.
Zulema fece per caminare ma la trascinai in infermeria, si era fatta del male e dovevo capire cosa fosse successo.
"Bionda, che palle." disse incrociando le braccia al petto ma la guardai male afferrando la cassetta del pronto soccorso e rovistando velocemente all'interno.
"Siediti nel letto e spogliati." le ordinai autoritaria e la vidi sbuffare divertita, toccandosi i capelli leggermente scompigliati.
"Che fai ora mi dai ordini?" disse sedendosi nel lettino con un balzo e gemette dal dolore imprecando.
La raggiunsi e la squadrai dalla testa ai testa ai piedi, era ridotta uno schifo.
"Spogliati, ho detto." dissi afferrando del disinfettante e guardandola con la coda dell'occhio, aveva uno sguardo malizioso e mi squadrò ripetutamente.
"Perché non lo fai tu?" sussurrò provocandomi e alzai gli occhi al cielo guardandola malissimo.
Non avevo voglia di scherzare ed ero terribilmente preoccupata per lei.
"Okay, come vuoi." disse alzando le mani in segno di resa e si tolse il giubbotto in pelle gettandolo in terra, con cautela si sbottonò la camicia e la guardai incantata per quanto fosse bella.
Guardai le sue braccia toniche e mi focalizzai nei muscoli del suo addome che si contraevano ogni qualvolta che gemeva dal dolore, era perfetta.
"Che cazzo, Zulema." dissi non appena rimase in reggiseno davanti a me, aveva alcuni lividi e con l'indice li sfiorai percorrendo le sue clavicole sporgenti.
Il suo corpo era perfetto ma notai alcune cicatrici in altre parti, non appena feci per toccargliele mi afferrò il polso bloccandomi e rabbrividendo subito.
Ero andata troppo oltre un'altra volta.
"Scusa." sussurrai sorridendole appena e con delicatezza le tamponai il taglio che aveva sullo zigomo destro.
Le aprii le gambe e mi misi in mezzo per avvicinarmi ancora di più al suo viso, i suoi occhi mi scrutavano attentamente e tremai per quanto fossero profondi e magnetici, mi sentivo di appartenerle.
Continuai a disinfettarle altri piccoli tagli e le sue nocche erano viola, sgranai gli occhi e le afferrai la mano delicatamente.
"Smettila di toccarmi così." disse facendomi sussultare per il suo tono di voce autoritario e freddo.
"Così come?" mormorai afferrando alcune bende e fasciandole la mano con cura, facendola gemere dal dolore.
"Come se potessi spezzarmi in due." disse seria e annuii finendo di medicarla.
Non aveva capito che io ero spezzata quanto lei, eravamo due cose rotte che lottavano da tutta la vita per rimettere anche il singolo pezzo insieme con scarsi risultati.
Notai che aveva altri lividi nel suo addome e le misi del ghiaccio sopra in modo tale che non si gonfiassero, non l'avevo mai vista così ma era normale procurarsi delle ferite con il lavoro che facevamo.
Rischiavamo sempre.
"Non vuoi dirmi cosa è successo vero?" le domandi piano ma scosse la testa serrando la mascella.
Annuii staccandomi dal suo corpo e sistemai le cose dandole le spalle, la sentii scendere dal lettino e le sue labbra furono subito sul mio collo magro ed esposto, mi era mancata terribilmente e chiusi gli occhi appoggiando la testa all'indietro sulla sua spalla.
La sentii ridere e spostò tutti i miei capelli di lato per approfondire i baci.
Mi baciava con decisione e ogni tanto lasciava dei piccoli morsi sulla mia pelle facendomi gemere dal piacere, le sue mani finirono sulla mia vita e mi fece voltare nella sua direzione spingendomi contro il muro e sovrastandomi.
"Non sono abituata a vederti vestita così." disse sogghignando divertita e alzai gli occhi al cielo sbuffando.
Mi afferrò piano la gola e mi baciò chiedendomi subito l'accesso con la lingua che venne accettato, ma dopo alcuni secondi si staccò confusa.
"Vodka?" disse leccandomi il labbro e gemendo leggermente, annuii e la sua lingua si addentrò nuovamente dentro alla mia bocca.
"La bionda si è divertita senza di me." sussurrò contro le mie labbra ridendo e la strinsi a me il doppio divorandole la bocca con baci e morsi.
Le misi le mani dietro alla schiena per avvicinarla ma gemette dal dolore e interruppe il nostro bacio chiudendo gli occhi con forza, la guardai con il fiatone e appoggiò il braccio al muro per sorreggersi, era letteralmente stremata.
"Devi riposarti, sei uno schifo." dissi facendola sorridere tra la stanchezza e scosse la testa riafferrandomi il viso ma mi staccai e le lanciai la sua camicia.
"Bionda." mi richiamò scuotendo la testa ma non l'ascoltai e le voltai le spalle.

"Buonanotte Zulema."

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