38.

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Il telefono squillò e imprecai mettendo la testa sotto al cuscino e sbuffando, dopo alcuni minuti smise e aprii gli occhi notando che erano a malapena le sei del mattino.
Cercai con la mano Zulema e mugugnai notando che non c'era al mio fianco, mi misi seduta e andai in panico credendo che anche questa volta mi avesse lasciato da sola come un'idiota ma sospirai di sollievo non appena entrò in camera parlando al telefono.
Aveva dei pantaloni stretti con solo addosso il reggiseno e notai alcuni segni violacei nel collo che le avevo fatto.
Mi guardò accennandomi un sorriso e si sedette dall'altro lato del letto girandosi di spalle e infilandosi gli anfibi, mi misi seduta e guardai attentamente il suo tatuaggio che le occupava praticamente tutta la colonna vertebrale e le scapole.
Glielo sfiorai cercando di capire cosa fosse e vidi il suo corpo ricoprirsi di brividi, il suo profumo mi colpii in pieno e notai che aveva ancora i capelli umidi dalla doccia.
"No, non sono affari miei." disse il mio scorpione rialzandosi e mi guardò intensamente nel mentre che squadravo i suoi addominali scolpiti e le sue braccia toniche, era come al solito bellissima.
Ed era mia.
"Dieci milioni di euro dici? Non se ne parla, versane venti sul mio conto." disse sbuffando divertita e chiusi gli occhi abbracciando il suo cuscino accoccolandomi sotto le coperte.
"Ti richiamo più tardi." la sentii dire piano e le sue dita spostarono delicatamente i capelli dalla mia schiena, scoprendola del tutto e passò l'indice fino alla mia vita, facendomi sorridere.
"Buongiorno." mugugnai aprendo un'occhio e il suo sguardo penetrante era su di me, sembrava che stessi sognando dato che era vicino al mio corpo in carne ed ossa bella come non mai.
Non era scappata questa volta.
"A te." disse senza smettere di accarezzarmi e le afferrai la mano per poterla baciare delicatamente, senza forzarla troppo.
"Sono stanca." sussurrai richiudendo gli occhi e Zulema rise, era piena di energie e inarcai un sopracciglio confusa.
Non l'avevo mai vista così di buon umore
in vita mia, era tanto tranquilla e rilassata.
"Devi andare ad allenarti, bionda." disse autoritaria e mi avvicinai a lei senza lasciare la presa sul lenzuolo.
"Perché non rimani qui?" dissi baciandole dolcemente il collo e le sue mani scesero lungo la mia vita per stringermi con forza.
"Ho del lavoro da fare." disse sbuffando e mi rilassai tra le sue braccia, infilandomi nell'incavo del suo collo.
"Solo perché sei venuta a letto con me non significa che hai dei favoritismi." aggiunse divertita e decisi di provocarla.
"Ma siccome ti piaccio troppo, ora mi farai dormire nel tuo letto perché ieri hai prelevato ogni mia energia." dissi convincendola e scoppiò a ridere scuotendo la testa incredula, ma vidi che ci stava pensando attentamente.
"Va bene." disse facendo spallucce e sgranai gli occhi guardandola sconvolta.
"Non fare quella faccia, te lo concedo solamente per questa volta prima che cambi idea, bionda." sussurrò mordendosi il labbro e la baciai cercando subito la sua lingua prepotentemente.
Il bacio si fece più passionale e strinse la mia gola strappandomi un gemito di piacere.
Feci per sganciarle il reggiseno ma afferrò i miei polsi e sorrise contro le mie labbra.
Feci il broncio e si allontanò dal mio corpo infilandosi una felpa al volo, mi lasciò un ultimo bacio e uscì dalla stanza con il suo solito passo sicuro e autoritario.
Mi misi sotto le coperte a causa del freddo e mi addormentai pensando a quanto la volessi e a quanto ero felice.

Dopo essermi preparata mi aggiustai il trucco e andai al piano inferiore dato che era ora di pranzo e non avevo mangiato assolutamente nulla.
Mi avviai nelle cucine notando Denver cucinare e imprecare ad alta voce, scoppiai a ridere e mi appoggiai nel bancone scrutandolo divertita.
"Ciao bellissima, tutto bene?" disse dandomi ancora le spalle e risi perché non aveva perso il vizio di provarci.
"Sto divinamente e tu?" dissi rubandogli qualcosa da mangiare e mi lanciò un'occhiataccia.
"Chissà perché, Helena è incazzata da morire con te e sei stata grandiosa a lanciarle il drink addosso." disse ridendo e incominciammo a parlare riguardo a ciò che era successo con Zulema.
"Dove sono gli altri?" dissi confusa e mi guardai attorno notando che la sala era deserta, Denver mi fece un cenno e mi recai fuori guardando subito i miei amici.
"Ciao bionda." disse Tokyo abbracciandomi e mi trascinò dagli altri nel mentre che stavano apparecchiando un enorme tavolo, pieno di cibo.
"Non so perché ma oggi sei più bella del solito, tutto bene?" mi chiese la mia amica toccandomi i miei lunghi capelli mossi e annuii guardandomi attorno notando Zulema parlare con Saray.
Si girò sentendo il mio sguardo penetrante e mi fece un piccolo sorriso divertito e malizioso.
"Ah, ora capisco tutto." disse ridendo ma non appena feci per dirle un'altra cosa una voce acuta e stridula mi fece voltare di scatto.
"Ferreiro!" urlò Helena avanzando verso di me come una furia e trattenni una risata pietrificandomi sul posto, abbastanza annoiata.
Arrivò ad un centimetro dal mio viso e la guardai dall'altro in basso aspettando di sentire cosa volesse dirmi.
"Ti sei divertita ieri con lei? Non è così?" sussurrò afferrandomi per un braccio e feci spallucce togliendomi subito dalla sua presa.
"Mi divertivo tanto ancor prima che arrivassi tu, stai tranquilla." dissi ridendo leggermente e mi tolsi gli occhiali da sole per guardarla chiaramente in viso, facendola solamente innervosire.
"Lei è mia, non sai cosa abbiamo fatto durante la tua assenza." disse con un tono malefico e sgranai appena gli occhi ma ripresi subito il mio autocontrollo.
"Non mi interessa sai? Se pensi che le tue provocazioni infondate sul nulla mi tocchino beh, ti sbagli di grosso." dissi serrando la mascella furiosa e la vidi incupirsi, non appena alzò la mano per colpirmi venne bloccata da Zulema che si mise in mezzo spingendomi da un lato.
"Helena, basta." disse gelida e sbuffai percependo il nervoso aumentare, le voltai le spalle e mi incamminai nel retro della casa con passo veloce.
Volevo stare da sola e avevo il terrore di dire cose che potevano rovinare tutto.
Mi sentii afferrare per un polso e il suo tocco mi fece letteralmente piangere, mi asciugai le lacrime in fretta ma ovviamente il mio scorpione vide tutto.
"Hey." disse afferrandomi il viso delicatamente e mi sorrise mostrandomi i suoi denti perfetti, regalandomi uno dei suoi soliti sorrisi smaglianti.
"Vai da lei, visto che vi siete divertite." sbottai togliendomi dalla sua presa ma la sentii sbuffare afferrandomi per la vita, la spinsi con forza e mi sedetti in un piccolo divano posizionato a bordo piscina.
", ci siamo divertite lo ammetto." disse sedendosi elegantemente al mio fianco e mi morsicai forte il labbro nel mentre che altre lacrime uscivano.
"Perfetto, Zulema." sussurrai e un piccolo singhiozzo incontrollato uscii dalle mie labbra, facendola sussultare.
Non mi riconoscevo più.
"Lei non è te e se vuoi saperlo non avevo voglia di averla al mio fianco dopo una lunga notte fatta di solo sesso. Il suo tocco mi irritava parecchio ed era troppo invadente nei miei confronti, mentre tu sei tutto il contrario quindi non devi avere nessuna paura di lei." disse afferrandomi la mano delicatamente ma mi staccai dalla sua presa, arrabbiata.
"Non ho paura di lei, ho paura di te." ammisi puntando il mio sguardo al suo e serrò la mascella avvicinandosi e infilandosi nell'incavo del mio collo.
Tremai sotto al suo tocco e la sua mano si depositò nella mia coscia per placare la gamba che mi tremava, inspirò il mio profumo rilassandosi e chiusi gli occhi gustandomi questo nostro momento così intimo, così nostro, fatto di mille parole racchiuse in un silenzio assordante.
Sfregò le labbra sul mio collo e salì sfiorandomi delicatamente la guancia mentre con l'altra mano girava il mio viso nella sua direzione.
"Ieri notte ti ho detto che ti volevo e non è cambiato niente, Macarena." sussurrò leccandosi il labbro nervosa e sussultai per la sua confessione.
" ma lei-" dissi furiosa ma venni interrotta dal suo indice che si posizionò nella mia bocca.
"Lei un cazzo bionda, non la voglio." mormorò innervosendosi e sbuffai alzando gli occhi al cielo, mi voltai verso di lei e cercai le sue labbra in un bacio disperato fatto da mille ansie e preoccupazioni da parte del mio cuore.
La sua lingua rincorse la mia e feci per piangere quando posizionai una mano nel suo petto sentendo i suoi battiti accelerati come non mai in vita mia.
"Calmati, non è alla tua altezza." sussurrò tra un bacio e l'altro e sorrisi contro la sua bocca nel mentre che le afferravo i capelli portandola più vicina a me e approfondendo il bacio.
Mi tirò il labbro inferiore delicatamente con i denti e gemetti facendo scorrere le mani sulle sue spalle per poi posizionarle sulla sua vita stretta, possessivamente.
"E poi sono il capo, decido io con chi cazzo stare senza farmi problemi." disse borbottando furiosa e mi staccai da lei alzandomi, scuotendo la testa incredula per la sua affermazione.
"Che stronza." sussurrai nel mentre che andavo dagli altri e la sentii ridere afferrandomi per la vita e baciandomi il collo, non mi interessava se c'erano gli altri ormai sapevano tutto quanto.
"Eccola che fa l'offesa." disse Zulema divertita e Saray scoppiò a ridere sedendosi a tavola, feci per sedermi dall'altra parte del tavolo ma il mio scorpione afferrò il mio polso sotto lo sguardo di tutti e mi trascinò affianco al suo solito posto, a capo tavola.
Helena invece era da tutt'altra parte e non staccava gli occhi dalla mia regina araba, ma peccato che quest'ultima aveva lo sguardo puntando addosso a me e mi sentivo incredibilmente sua.
Incominciai a mangiare in silenzio e ogni tanto Tokyo diceva qualche battuta insieme a Berlino facendomi ridere.
Mi voltai verso Zulema dopo alcuni minuti e la vidi bere del vino scrutandomi attentamente e sorridendo divertita, volevo baciarla ma era ancora troppo presto e avevo il terrore che potessi oltrepassare troppo il suo confine quindi mi limitai a ricambiare il sorriso per poi continuare a parlare con i miei amici.
Avevo la mano appoggiata sopra al tavolo e non mi accorsi nemmeno che il mio scorpione l'afferrò senza farsi notare da nessuno e accarezzò lentamente le mie nocche provocandomi dei brividi assurdi.

Ah, Zulema Zahir.

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