Camminai nervosamente attorno alla stanza fumando e Tokyo mi guardava visibilmente preoccupata dal mio comportamento, non avevo nessuna intenzione di cedere davanti a quella donna, non glielo avrei mai permesso.
Eravamo tutti in silenzio e Sergio ovviamente ci aveva comunicato cosa stava succedendo, lo scorpione aveva accettato e presto sarebbe venuta qui.
"Ci siamo." disse Sergio guardando dalla finestra e mi sedetti incrociando le mie lunghe gambe snelle e toniche, ero già pronta psicologicamente nel vederla.
Sentii dei tacchi il lontananza e mi morsicai il labbro non appena bussarono alla porta, Denver andò ad aprire e per poco non svenni alla vista di quest'ultima.
Era semplicemente bellissima.
I suoi occhi nero pece erano glaciali e rimasi a bocca aperta perché non portava la maschera, aveva un viso bellissimo.
Non si accorse subito della mia presenza ed entrò lentamente dentro alla stanza, tutti avevano gli occhi puntati su di lei e la squadrai dalla testa ai piedi notando quanto si vestisse bene.
"Buonasera." ammiccò Sergio cercando di rompere il ghiaccio e la donna davanti a lui rise, ma ovviamente stava mentendo perché era una risata sarcastica.
Una delle mie particolarità era sicuramente osservare ogni minimo dettaglio della persona che avevo davanti, mirando alle sue debolezze.
E lei non ne aveva una.
"Bella casa comunque, vedo che non hai perso il vizio di comprare le cose in grande." disse con un sorriso sulle labbra e tremai nel sentire la sua voce così profonda, con un pizzico di sensualità.
"Beh sì, lo sai come sono fatto." rispose Sergio grattandosi la nuca nervoso e subito quella donna rimase a guardare le mensole, ci passò un dito sopra e sorrise mostrandogli la polvere.
"Come immaginavo." disse sorridendo e facendo un cenno ai suoi uomini di rimanere nella porta, gli guardai attentamente ed erano tutti così possenti con alcune armi appresso.
Ovviamente non sarebbe mai venuta da sola, cercai di studiare ogni minimo dettaglio su di lei per conoscerla.
I suoi occhi si posarono su ognuno di noi e tutti abbassarono lo sguardo, mentre io rimasi a fissarla quasi ipnotizzata dalla sua bellezza mozzafiato.
Un sorriso malefico le spuntò sulle labbra e sussultai non appena mi fece un cenno, perforandomi l'anima in mille pezzi.
Tutti voltarono la testa verso di me ma non mi mossi neanche per mezzo millimetro, non dovevano sospettare nulla.
Serrai la mascella non staccando gli occhi dai suoi e tutti si accorsero del nostro sguardo così profondo e di fuoco.
Volevo metterle le mani al collo ed ucciderla, il suo atteggiamento da egocentrica mi faceva arrabbiare.
"Ma guarda un po' qui." disse sedendosi come capo tavola e non staccò per nessuna ragione al mondo gli occhi dal mio corpo, mi faceva sentire incredibilmente desiderata.
"Ragazzi potete uscire? Macarena vorrei che tu rimanessi qui con me." disse Sergio sorridendomi e annuii portandomi una sigaretta sulle labbra e accendendola, nel mentre che gli altri uscirono mi guardarono impauriti.
"Raquel ma ciao anche a te, non ti avevo notata subito." disse la mora guardandola e vidi la mia amica sussultare per poi uscire velocemente dalla stanza, eravamo rimasti in tre.
"Perché devo rimanere?" sbottai facendo uscire il fumo dalle labbra distaccando lo sguardo da quella donna.
"Non ti piace la mia presenza?" disse quest'ultima con un sorriso strafottente e subito le lanciai un'occhiataccia facendola sorridere divertita, era bellissima.
"Non mi piaci tu." dissi ricambiando il sorriso facendo un'altro tiro e il suo sguardo ricadde sulle mie labbra, leccò automaticamente le sue e subito un calore nel basso ventre mi fece tremare.
"Dovremo parlare di ciò che è successo alla festa, sono stato informato che avete avuto una conversazione abbastanza importante." disse Sergio guardandomi velocemente e annuii mettendomi comoda.
"La bionda ha fatto una cosa che non doveva, ecco perché l'ho fermata." disse la donna davanti a me accendendosi una sigaretta e sgranai gli occhi alzandomi sbattendo una mano sul tavolo arrabbiandomi subito.
"E cosa avrei fatto io?" dissi andando pericolosamente davanti a lei, ero senza controllo e non appena Sergio fece per bloccarmi gli diedi una spallata.
"Io l'ho detto che sei ingenua." disse quella ridendo ma non appena feci per colpirla mi afferrò per un polso e mi fece sbattere la faccia contro il muro.
Cercai di dimenarmi dalla sua presa ma come al solito me lo impediva.
"Sergio carissimo, puoi lasciarci un attimo da sole? Io e la bionda dobbiamo parlare di alcune cose." disse stringendo forte la mia vita e non appena il mio amico se ne andò impaurito la donna dietro di me scoppiò a ridere.
Il suo profumo mi colpii come uno schiaffo in pieno viso e mi morsicai il labbro, chiusi gli occhi e strinsi il suo braccio con forza affondando le unghie nella sua pelle.
"Non puoi lasciarmi i segni bionda." disse sensualmente contro il mio orecchio e mi sfiorò il lobo con il suo labbro.
"E tu non puoi sbattermi al muro." dissi voltandomi nella sua direzione e mi sorrise strafottente, sfiorò la mia vita stretta con le dita e si avvicinò piano.
"Ammettilo che ti piace, stai per svenire guardati." disse divertita e il mio sguardo si posò in tutto il suo viso, aveva un tatuaggio sotto all'occhio e lo guardai attentamente, non appena feci per sfiorarglielo uno schiaffo mi arrivò dritto in faccia, togliendomi tutto il fiato che avevo.
"Figlia di puttana." dissi mettendo la mano sulla mia guancia arrossata, sembrava che stessi prendendo fuoco.
"Non puoi toccarmi, scordatelo." disse adagiandomi contro la parete e rabbrividii non appena fu ad un centimetro dal mio viso, ero stregata dalla sua bellezza.
"Pensi di essere più furba qui dentro ma ricordati che sono una figlia di puttana come te, Zulema Zahir." sussurrai posando lo sguardo sulle sue labbra e la mia testa andò a sbattere contro il muro, provocandomi un dolore lancinante alla nuca.
L'avevo colta di sorpresa e questa cosa la odiava da morire, ormai l'avevo capito.
Sorrisi compiaciuta dalla sua reazione e risi non appena notai la sua espressione.
"Ti fa ridere, ragazzina?" disse afferrandomi i polsi e incatenandoli sopra alla mia testa con forza, non ero una donna che si faceva dominare ma lei mi trasmetteva una forza assurda e cedevo.
"Non ho due anni e poi non sai di cosa è capace di fare questa ragazzina qui." dissi porgendomi verso al suo viso seducendola e sorrise divertita ma era furiosa, avevo cercato le giuste informazioni su di lei ovviamente senza entrare nei dettagli dato che non volevo farmi gli affari suoi.
"Ah sì? Sono sicura che non sapresti soddisfare le mie esigenze." disse stringendomi la coscia e la sua mano salì sempre più in alto, facendomi chiudere gli occhi ma rimasi lucida difficilmente.
"Non deludo mai nessuno." dissi mordendomi il labbro per non gemere e volevo terribilmente toccarla ma me lo impediva, chissà che storia era la sua.
"Non ci credo fino a quando non lo vedo con i miei occhi, ragazzina." disse divertita e con cautela mi fece portare la testa all'indietro scoprendo tutta la mia gola, la lasciai fare e un sospiro uscii dalla mia bocca non appena le sue unghie graffiarono il mio fianco destro, tracciando poi tutti i miei addominali.
"Non ti azzardare mai più a prendere una cosa di mia proprietà, non dimenticare che io possiedo miliardi di società che possono informarmi di tutto ciò che accade nella tua vita." disse furiosa con uno sguardo a dir poco glaciale, non l'avevo mai vista così arrabbiata e sorrisi compiaciuta.
"Dovresti avere paura di me." sussurrò dopo alcuni secondi giocherellando con la cintura che portavo sui jeans e abbassai lo sguardo guardando le sue mani esperte che mi toccavano con un'arroganza unica.
"Non ho paura di nulla, Zulema." sussurrai guardandola dritta negli occhi e la sua mano mi accarezzò lentamente il collo, sfiorandolo con attenzione e fece scorrere l'indice lungo la mia scollatura.
Il suo sguardo era incuriosito ma non appena feci per sfiorarla un'altra volta rialzò lo sguardo su di me, guardandomi male e sorrisi per quanto fosse bella.
"Che?" sbottò seria ma vidi l'ombra di un piccolo sorriso sul suo viso.
"Mi lasci andare via?" sussurrai avvicinandomi nel suo collo e soffiando leggermente contro il suo orecchio, volevo torturarla ma non me lo permetteva facilmente.
"Quella che prende ordini sono io." disse mettendo la testa di lato e sorrisi compiaciuta perché mi stava lasciando un pochino di spazio, ne approfittai e lentamente sfiorai la sua mascella scolpita con il mio labbro inferiore.
"Non potremo mai andare d'accordo perché io non prendo ordini da nessuno, tantomeno da una sconosciuta come te." mormorai salendo sempre più su e inspirai il suo profumo, rilassando subito i nervi.
"Io ti conosco già, so tutto di te." la sentii dire nel mentre che alzava la mia coscia per metterla nella sua vita stretta.
"Sai che cazzo me ne frega?" sbottai guardandola dritta negli occhi e subito posai lo sguardo sulle sue labbra, le volevo talmente tanto che tremai.
"Imparerai a conoscermi presto." disse spingendo il bacino contro il mio e un gemito strozzato uscii dalle mie labbra, sgranai gli occhi e serrai la mascella non appena mi lasciò andare compiaciuta.
Era questo quello che voleva, constatare quanta forza di autocontrollo possedevo e quando si trattava di lei non ne avevo.
"Sei ceduta come niente, biondina." disse ridendo e mi allontanai dal suo corpo, afferrando il pacchetto di sigarette e portandomene un'altra sulle labbra.
"Cazzate." borbottai sedendomi nel tavolo e ne approfittai per guardarla attentamente, mi sbottonai la camicia e avevo terribilmente caldo a causa sua.
Non mi ero mai sentita così debole.
Zulema rise notando il mio nervosismo e scossi la testa facendo un'altro tiro, la sua conversazione mi aveva sconvolta.
"Quindi, avete dei dati importanti." incominciò avvicinandosi e subito si mise in mezzo alle mie gambe, afferrandomi la sigaretta dalle labbra.
"Non so di cosa tu stia parlando." dissi seria e la sentii ridere mettendo la sigaretta nel portacenere.
"Parlerò con Sergio allora." disse squadrando attentamente la mia scollatura e misi la testa di lato guardandola, bruciavo sotto al suo sguardo seducente e penetrante.
"Fai il cazzo che vuoi." dissi scendendo dal tavolo e afferrando il mio capotto.
Lo infilai sotto al suo sguardo furioso ma non appena feci per uscire le sue mani si posarono sulla mia vita, spingendomi contro la porta per l'ennesima volta.
"Ho detto per caso che puoi uscire?" disse aumentando la presa e gemetti dal dolore, sicuramente questa stronza mi avrebbe lasciato i segni.
"Zulema cazzo, levati." dissi dandole una spallata uscendo fuori, camminai nervosamente e percepii i suoi tacchi dietro di me.
Raggiunsi la sala e subito gli altri si alzarono impauriti non appena videro Zulema, mi afferrò per un polso e mi fece voltare nella sua direzione.
Ryan cercò di allontanarmi ma la donna davanti a me lo fulminò con lo sguardo, facendolo arretrare impaurito.
"Non ho finito di parlare." ringhiò ad un centimetro dal mio viso e sussultai spingendola lontana da me con forza.
"Non sei il mio capo, ma anche se lo fossi sicuramente non prenderei ordini da una stronza patentata come te." sputai velenosa e tutti sgranarono gli occhi, uno schiaffo mi arrivò dritto in faccia e percepii le lacrime rigarmi il viso.
"Zulema, lasciala." disse Sergio intervenendo e non appena lasciò il mio polso la guardai male e camminai uscendo da quella stanza.Fumai nervosamente e Tokyo mi raggiunse sedendosi al mio fianco, non parlò e notai la mia gamba destra tremare talmente ero arrabbiata per questa assurda situazione che si era creata.
Non piangevo mai per queste frivolezze ma lei aveva smosso tutto dentro di me.
Ed era praticamente una sconosciuta.
"Sto bene." sbottai non appena lo sguardo della mia amica si posò su di me.
"Era lei la donna di cui mi hai parlato." disse seria e annuii facendo spallucce, mi alzai e ritornai dentro dato che Sergio ci voleva vedere per discutere.
Erano tutti riuniti nella sala da pranzo e Zulema posò subito lo sguardo su di me, mi squadrò dalla testa ai piedi e la guardai male sedendomi lontana da lei.
"Ti stavamo aspettando." disse Denver sorridendo e dolcemente mi strinse la mano, ricambiai il sorriso e percepii lo sguardo dello scorpione su di me.
"Ora sono qui, che si è deciso?" dissi guardando velocemente Sergio che mi riservò un'occhiata tranquilla.
"Restituiamo tutto ciò che abbiamo preso, per evitare scontri." mi rispose guardando Zulema che aveva uno sguardo compiaciuto.
Risi divertita e mi alzai toccandomi i capelli e appoggiando le mani sul bordo del tavolo, seria in viso.
"State davvero abbandonando tutto questo per colpa sua?" dissi indicandola e serrò la mascella furiosa.
"Anche tu sei ceduta bionda, ma non per questo te ne faccio una colpa." disse ribattendo divertita e sgranai gli occhi guardandola con odio.
"Di che sta parlando?" disse Ryan alternando lo sguardo da me a lei.
"Sono cose mie e della bionda." disse Zulema ridendo leggermente e con cautela diede indicazioni ai suoi uomini, parlava in arabo e ne rimasi incantata.
"Quindi è tutto ok?" disse Denver ma Sergio scosse la testa, sorrideva quasi felice oserei dire, come se si fosse tolto un peso dal petto a dir poco enorme.
"Per evitare ulteriori problemi abbiamo deciso di unire entrambe le società, c'è stato un malinteso con l'ultimo colpo che abbiamo fatto. D'ora in poi anche Zulema sarà il vostro capo, affiancata dal sottoscritto ovviamente." disse sorridendo e gli altri tirarono un sospiro di sollievo.
Io ero letteralmente sconvolta e scossi la testa uscendo fuori in balcone sotto lo sguardo di tutti ma non mi importava.
"Che cazzo." sussurrai mordendomi il labbro, avevo sperato di non vederla mai più ma invece era qui con me.
Odiavo l'effetto che mi provocava e da quello che avevo letto era una persona spregevole che aveva fatto delle cose veramente gravi.
Era finita in carcere per alcuni anni ed era evasa, falsificando tutti i documenti.
"Sorpresa, bionda." disse una voce alle mie spalle e la riconobbi subito, non mi voltai e serrai la mascella furiosa con miliardi di brividi addosso.
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Action➸ ZURENA. (gxg) "Quella dei sogni è una balla colossale. Lo sapevo. L'ho sempre saputo. Perché poi arriva il dolore e niente ha più senso. Perché tu costruisci, costruisci, costruisci e poi all'improvviso qualcuno o qualcosa spazza via tutto. A...