Dopo quella conversazione avvenuta con quella donna uscii dalla stanza letteralmente senza fiato, la cercai con lo sguardo ma non la ritrovai più.
Fui invasa da una miriade di sensazioni mai provate prima d'ora, erano sempre state rinchiuse da una cassaforte e lei era riuscita a trovare la chiave.
Ma non l'avrebbe mai aperta del tutto.
"Stai bene?" chiese Tokyo raggiungendomi e subito andai nel reparto alcolici e afferrai una bottiglia di vodka uscendo fuori.
Il barista cercò di fermarmi ma lo guardai male e subito alzò le mani impaurito.
"Maca, fermati." disse la mia amica raggiungendomi e mi tolsi i tacchi sedendomi in macchina, levai la maschera e mi toccai il viso nervosa.
Aprii la bottiglia e bevvi per alcuni secondi il liquido all'interno tutto d'un fiato, sperando di dimenticarmi presto di questa serata, odiavo sentirmi così vulnerabile.
"Quella donna." dissi senza fiato dando un colpo al volante, con una rabbia addosso disumana.
Come faceva a conoscermi?
Mille domande esplosero all'interno della mia testa e chiusi gli occhi con forza facendo un lungo respiro profondo.
Feci mente locale sulla cerchia di persone che potevo conoscere ma non mi venne in mente nulla, era assurda come cosa perché di solito conoscevo tutti.
"Che donna?" disse Tokyo afferrandomi per un polso ma scossi la testa serrando la mascella e mettendo in moto.
"Ci vediamo domani." sbottai evitandola completamente e serrando la mano intorno al volante, ero furiosa con me stessa per essermi mostrata così.
"D'accordo." disse la mia amica scuotendo la testa lasciandomi i giusti spazi, aveva capito che mi serviva del tempo per metabolizzare bene la cosa.
La mia vita era una realtà senza metafore, tutta sotto controllo senza mistero.
Accelerai nel mentre che sfrecciavo nelle strade di Madrid e mi accorsi di essere un pochino brilla dato che mi stavo scolando quasi tutta la bottiglia che avevo tra le mani, volevo risvegliare la favolosa sostanza che nelle vene della vita scorreva naturalmente.
Nel mentre che guidavo strinsi il volante ancora con più forza e afferrai il telefono dal cruscotto, dovevo assolutamente chiamare Sergio e dirgli di vederci domani per parlare.
"Macarena, sono le tre cazzo." lo sentii borbottare dall'altra parte del telefono e arrivai a casa, cercai le chiavi nella borsa barcollando un po' e il freddo mi colpii in pieno, facendomi tremare.
"Sergio, dobbiamo vederci domani assolutamente perché ti devo raccontare ciò che mi è successo." dissi entrando finalmente in casa e lanciai il capotto nel divano, continuando a bere energicamente tutta la vodka nella bottiglia, ero ubriaca fradicia.
"Ti aspetto nel mio ufficio, notte." disse riattaccando e serrai la mascella riuscendo ad arrivare nella mia camera a fatica, mi tolsi le scarpe sdraiandomi nel letto e mi addormentai dopo alcuni secondi, per quella notte non feci altro che incubi su quel maledetto scorpione.I tacchi dei miei stivali riecheggiavano nel pavimento creando un suono assordante e feci subito capolinea su quella villa maestosa, i miei amici mi salutarono allegramente ma li evitai continuando a camminare a testa alta.
Spalancai la porta dell'ufficio senza bussare e Sergio mi guardò confuso.
"Buongiorno, tutto bene?" disse sorridendomi appena e notai Raquel seduta nella poltrona affianco a lui.
"Buongiorno un cazzo." dissi spostando la sedia con forza sedendomi furiosa.
"Calmiamoci, cosa è successo?" disse visibilmente impaurito dal mio atteggiamento e si sistemò gli occhiali lungo il naso, incrociando le mani.
Feci una risata isterica e mi misi comoda, guardandomi attorno e sospirando.
"Hai cambiato le tende? Wow." dissi gesticolando e Raquel sbuffò davanti alla mia ironia, era più forte di me.
"Macarena non è il momento." disse quest'ultima seria e mi massaggiai le tempie appoggiando i gomiti nel tavolo.
"Ieri una donna mi ha fermata, diceva di conoscermi e devo assolutamente scoprire chi è, la sua presenza mi ha letteralmente disturbata." incominciai seria e notai il panico invadere il suo corpo, Raquel si alzò andando affianco al mio amico e la guardai velocemente.
"Come fa a sapere chi sei? L'hai vista prima d'ora?" mormorò impaurito e scossi la testa con un sorriso sulle labbra.
"Bella domanda del cazzo, se sono qui è perché abbiamo lo stesso dubbio non credi Sergio?" sbottai alzando il tono della voce e sua moglie mi guardò male per la mia risposta scontrosa.
"Ti ricordi un particolare che aveva? Descrivimela e proviamo a capire meglio questa situazione, forza." disse Sergio ammiccando un sorriso e annuii facendo subito mente locale.
"Più alta di me, fisico slanciato e allenato, capelli neri e lunghi fin sopra alla spalla e occhi neri. Ah sì, aveva un piccolo tatuaggio nel suo avambraccio sinistro, uno scorpione mi pare." dissi rabbrividendo al solo pensiero del suo corpo attaccato al mio, dovevo rivederla assolutamente.
Raquel sgranò gli occhi ed era in procinto di svenire non appena terminai la mia descrizione.
"Abbiamo un problema." disse Sergio alzandosi e camminando nervosamente attorno alla stanza, serrai la mascella non capendo il suo atteggiamento e mi alzai a mia volta portandomi subito una sigaretta alle labbra e accendendola.
"La conosci? Dimmi chi è." sbottai facendo uscire il fumo lentamente.
"Macarena quella non è una donna qualunque, è il capo di una delle società più potenti di Madrid e se ti conosce è perché evidentemente vuole qualcosa o sta escogitando un piano, è la regina delle figlie di puttana." disse toccandosi i capelli nervoso e sgranai gli occhi, non capivo assolutamente cosa volesse da me.
"I suoi colpi non sono mai finiti male, mai, ha tantissimi soci al suo fianco e se vuole una cosa la ottiene sempre. La conosco fin troppo bene e ti assicuro che non ha nessun problema nell'uccidere anche una mosca. È come uno scorpione, letale anche nella minima cosa che fa. Se la dovessi rivedere, scappa il più lontano che puoi perché non appena fai un passo, lei è già davanti a te." disse risedendosi con uno sguardo a dir poco sconvolto, ma io lo ero di più.
Avevo trattenuto il fiato per tutto il suo discorso e non sapevo che dire davanti alle sue parole, ecco perché mi aveva trasmesso tanta paura.
Lei era una donna potente, pericolosa e a me le cose pericolose mi avevano sempre affascinata in tutti gli aspetti.
"Quindi cosa vuoi fare?" dissi buttando la cicca nel portacenere e toccandomi i capelli nervosa.
Sergio guardò velocemente Raquel e quest'ultima gli strinse la spalla facendo un cenno di approvazione, capendo benissimo le sue intenzioni."La convocherò qui per chiudere questa storia una volta per tutte."

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escape
Ação➸ ZURENA. (gxg) "Quella dei sogni è una balla colossale. Lo sapevo. L'ho sempre saputo. Perché poi arriva il dolore e niente ha più senso. Perché tu costruisci, costruisci, costruisci e poi all'improvviso qualcuno o qualcosa spazza via tutto. A...