43.

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rabbia
/ràb·bia/
sostantivo femminile

Rio cercò di ringraziarmi ma lo scansai e afferrai una sigaretta fumando nervosamente, vedere Zulema arrabbiata era la cosa che odiavo di più al mondo.
"Mi avvisate la prossima volta quando la mia migliore tenta di uccidere un membro della banda? Che cazzo." disse Saray entrando in stanza con una ciotola di pop corn enorme e scossi la testa soffocando una risata isterica.
"Maca grazie." disse Tokyo dolcemente e le feci un piccolo sorriso notando che il ragazzo tra le sue braccia era letteralmente sconvolto.
Non riusciva neanche a parlare.
"Chi ha placato la sua furia?" disse la gitana basita e tutti indicarono me.
"Ah bene bene, si può dire che sei il suo punto debole ora. Nessuno riesce a calmare lo scorpione totalmente, le fai effetto biondina." disse facendomi l'occhiolino e capii che Zulema sicuramente le aveva detto della nostra relazione.
"Vado a parlarle." disse Sergio ad una certa ma lo bloccai subito.
"Meglio di no, se vuoi vado a vedere come sta non vorrei che ti succedesse qualcosa." dissi intromettendomi e il mio amico mi fece un sorriso di ringraziamento.
"Vai biondina, falla rilassare come si deve." disse Saray maliziosamente e alzai gli occhi al cielo dirigendomi nel suo studio, salii le scale e timidamente bussai alla sua porta.
Non ottenni risposta e decisi di entrare comunque, la cercai con lo sguardo e sbuffai non trovandola quindi decisi di entrare nel suo appartamento e la vidi sdraiata nel letto con le braccia incrociate sotto alla testa.
Aveva lo sguardo fisso sul soffitto e con cautela mi avvicinai sperando che non mi sbraitasse contro.
"Ciao." sussurrai dolcemente ma non mi guardò neanche per mezzo secondo.
"Che cazzo vuoi?" sbottò dopo alcuni secondi e tremai sul posto.
Ecco appunto.
"Lo sai che ora in tv stanno trasmettendo un programma figo?" dissi ironica cercando di alleggerire la tensione ma la feci innervosire il doppio, potevo percepirlo dai suoi muscoli tesi ed era bellissima anche così.
", se non erro si chiama "non me ne frega un cazzo bionda" lo danno tutte le sere alle cinque." disse sarcastica e la guardai dal basso con le braccia incrociate, trucidandola con lo sguardo.
"Che?" disse guardandomi dritta negli occhi e ingoiai il grosso groppo che avevo in gola, tremando come una bambina.
Incredibile come mi rendesse debole.
"Posso?" dissi indicando il suo letto ma scosse la testa infuriandosi.
"Sono la tua ragazza." sbottai facendola sussultare e si morse il labbro nervosa, la voglia di baciarla era altissima ma mi trattenni.
"Lo so, quindi?" disse alzando la voce e mi vennero le lacrime agli occhi.
"Perfetto, quando hai finito di fare la stronza sai dove trovarmi!" urlai voltandole le spalle e uscii sbattendo la porta come una furia dirigendomi in camera mia.
Mi misi sotto le coperte e piansi per alcune ore perché la sentivo nuovamente lontana da me e avevo paura che potesse andarsene.
Mi addormentai dopo un po' con gli occhi che mi bruciavano e mi accorsi che avevo inzuppato il cuscino dalle mie lacrime.

Una carezza mi fece aprire con cautela gli occhi e misi a fuoco la figura di Zulema che mi sorrideva appena, era nel mio letto e spostò delicatamente una ciocca dal mio viso.
"Hai saltato la cena." sussurrò dolcemente e sbuffai allontanando la sua mano infastidita, ero furiosa come non mai.
"Vattene." borbottai indicando la porta ma rimase con me, mi accoccolai ancora di più sotto le coperte e dolcemente incominciò a lasciarmi una scia di baci sul viso facendomi quasi piangere nuovamente.
"Hai pianto, bionda?" sussurrò piano ma scossi la testa ancora con gli occhi chiusi, dovevo essere un disastro.
Sentii le coperte spostarsi e nemmeno in mezzo secondo Zulema si infilò nel mio letto intrecciando le gambe con le mie, notai che aveva abiti più semplici ed era maledettamente bella così.
Mugugnai cercando di staccarmi ma le sue mani si posizionarono sulla mia vita stringendomi al suo corpo forte.
Si avvicinò sfiorando le sue labbra con le mie e mi irrigidii come una statua, mi baciò dolcemente la guancia cercando di addolcirmi ma non era tanto possibile.
"Ero in riunione prima e non smettevo di pensarti." sussurrò sul mio collo posando dei piccoli baci e ansimò leggermente facendomi quasi gemere.
Mi stava provocando e sapeva che sarei ceduta come niente, mi manipolava eccome.
"Ma tu non c'eri." disse gemendo apposta il mio nome contro il mio orecchio divertita e mi morsicai il labbro inarcando la schiena non appena si infilò tra le mie gambe.
Aprii gli occhi e il suo sguardo bruciava addosso a me nel mentre che marchiava il mio collo con baci umidi e caldi.
"Non risolviamo nulla così Zulema, non mi va sinceramente." sbottai rimettendola di lato e la vidi mettere il broncio sporgendo il labbro, stava utilizzando ogni mezzo possibile per farmi cedere e assunsi una forza di autocontrollo incredibile.
"Macarena Ferreiro." disse sensualmente leccandosi il labbro e un senso di calore mi fece serrare le gambe.
Chiusi gli occhi facendo un respiro profondo e Zulema soffocò una risata divertita nel vedermi così vulnerabile.
"Basta." sussurrai seria e misi la testa di lato guardandola male.
"Sei pallosa quando fai così!" esclamò borbottando riavvicinandosi al mio corpo e tentò di baciarmi ma misi il viso di lato posizionando le mani sulle sue spalle toniche e spingendola.
"Okay, l'hai voluto tu." disse facendo spallucce e inarcai un sopracciglio confusa nel mentre che si mise davanti al letto.
Si tolse il pantalone scoprendo le sue gambe perfette e deglutii sgranando gli occhi capendo le sue intenzioni.
"Mi vuoi?" sussurrò seducendomi ma scossi la testa con la mascella contratta.
"Benissimo, passiamo al piano B." disse con un sorriso malefico in viso e lentamente si sbottonò la camicia mantenendo lo sguardo fisso su di me.
Incominciò a canticchiare una canzone in sottofondo e rise facendomi intravedere il suo intimo rosso fuoco.
Ondeggiò i fianchi a ritmo e non potevo crederci che avevo tutto quel bel di Dio davanti ai miei occhi, lanciò la camicia di lato e il mio sguardo era interamente su di lei.
Il suo corpo era in bella mostra e lentamente mi leccai il labbro non appena si portò i capelli all'indietro scoprendo il suo collo magro e perfetto.
Era assolutamente mia.
"Siccome mi sento generosa con un minimo di compassione ti faccio decidere cosa togliere, sopra o sotto?" disse sensualmente e feci un sorriso malefico guardandole le labbra.
"Entrambi." dissi facendole sgranare gli occhi decidendo di controbattere le sue provocazioni ma scosse la testa.
"Eh no, bionda non si fa così." disse abbassandosi leggermente gli slip e per poco non le saltai sopra.
"Sei mia, decido io." sbottai guardandola con desiderio e mi sorrise mostrandomi i suoi denti perfetti.
"Dimostramelo." sussurrò guardandomi dritta negli occhi e mi alzai legandomi i capelli, sapevo che la facevo impazzire quando lo facevo e infatti mi guardò con più desiderio.
Arrivai ad un centimetro dal suo viso e anche se non portava gli anfibi era comunque più alta di me, il che mi fece sorridere lievemente.
L'attirai a me posizionando la mano sul suo fianco destro e la baciai con passione intrecciando la lingua con la sua, la sentii gemere e scesi con i baci arrivando al collo.
Chiuse gli occhi stringendomi ancora con più forza e le mie mani vagavano in tutto il suo corpo, aprii gli occhi nel mentre che le sue labbra divorarono le mie e individuai la mia giacca posizionata nel letto.
L'afferrai con mossa veloce e la posizionai nelle sue spalle scoperte, coprendola interamente.
"Che fai?" sussurrò sconvolta ma non appena fece per togliersela mi avvicinai e l'abbracciai amorevolmente.
Rimase sorpresa da questo gesto ed era immobile come una statua non sapendo cosa fare, sicuramente non era abituata a questo genere di cose e potevo capirlo benissimo.
"Sono qui, Zulema." sussurrai contro il suo collo dopo un po' e sbuffò ricambiando lentamente, percepivo ancora la sua tensione addosso e l'abbracciai per davvero.
Volevo cercare di aggiustare tutto ciò che c'era di rotto all'interno della sua anima, si vedeva troppo che soffriva ogni secondo e volevo prelevare semplicemente un po' del suo dolore.
Il mio non era uno di quelli abbracci privi di senso, aveva capito che poteva contare su di me anche per la minima cosa e non avevo intenzione di andarmene.
Le volevo regalare il mio mondo perché lei pian piano mi stava facendo entrare nel suo, letteralmente.
"La tua rabbia si sta infrangendo con la mia." disse dopo alcuni minuti con un tono di voce freddo e tremai nonostante fossi vestita.
Affondai il viso sul suo collo e le accarezzai delicatamente la schiena per poi stringerle i capelli e cercare le sue labbra in un bacio fatto di mille promesse e tanto amore da parte mia.
"Non siamo formate solo da rabbia." mormorai contro la sua bocca e le sue mani afferrarono il mio viso accarezzandomi con cautela la guancia.
Aveva capito.
Zulema capiva sempre tutto.
Vedeva sempre tutto.
Sentiva sempre tutto nonostante sapesse mascherare le sue emozioni con muri blindati ma ero talmente simile a lei che queste emozioni le percepivo tutte.
Continuammo a baciarci per un'eternità e potei giurarlo che nel nostro bacio percepii una lacrima, una delle sue.

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