20.

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"E voi avete paura?" chiese Zulema guardandoci con attenzione e non risposi distogliendo lo sguardo dal suo.
Stavamo parlando da un'ora buona e questo discorso l'avevamo già affrontato, ma il mio scorpione doveva metterci dei sani principi in testa che col tempo avevamo perso.
"Chi ha paura di morire cerca di resistere e si limita ad appropriarsi di energie già esistenti. Chi invece ha fame di vivere diventa un rivoluzionario perché crea nuove energie che prima non c'erano e le introduce nella vicenda umana dando slancio, forza, colore agli altri." disse il mio scorpione posando lo sguardo di su di me.
"Chi smette di cominciare precipita nell'abitudine e nell'anonimato, chiunque potrebbe essere al posto suo e così muore. Invece chi ha un fuoco che gli permette di cominciare ogni volta diventa insostituibile, ecco chi è sempre vivo." aggiunse con un sorriso non appena vide le nostre facce attente, questa era pura filosofia e ogni parola detta da lei era poesia.
"Sai cosa penso di te?" sbottai ad una certa e tutti sgranarono gli occhi alla mia domanda, Saray compresa.
La donna davanti a me si appoggiò nella scrivania e serrò la mascella facendo spallucce, aspettando che parlassi.
"Tu appartieni alle profezie e come le cose hanno quella consistenza sei costretta a svenire troppo spesso perché ti convinci che sono solo illusioni, quando in realtà sono le urla di un mondo perduto o ancora da esplorare: da lì scaturiscono i sogni, i progetti, le ribellioni, le creazioni autentiche marchiate a fuoco dalla verità della notte oscura da cui hanno avuto origine." dissi guardandola attentamente e i suoi occhi scrutarono i miei incuriositi, attirando la sua attenzione per intero.
Tokyo si girò verso di me sconvolta dalle mie parole ma non avevo nessun rimpianto nell'averle detto quelle cose.
"Una profezia dici? Potresti fare di meglio bionda ma apprezzo lo stesso." disse divertita e tutti risero dalla sua risposta, un sorriso si fece spazio tra le mie labbra e incrociai le gambe seria.
"Questo per me significa essere vivi: scegliere la vita con i suoi limiti e amare a tal punto da rendere infinite le cose mortali, e non il contrario." le risposi guardandola dritta negli occhi.
"Non ti piace l'immortalità?" disse con uno sguardo di sfida e misi la testa di lato scrutandola con attenzione.
Il suo era un mondo enorme.
"Non mi piacciono le cose prive di luce, una persona può essere anche immortale ma quello che guardo è sempre la vitalità che riesce a mantenere nonostante tutto." dissi sostenendo il suo sguardo eccome e i suoi occhi erano letteralmente letali.
Camminò spiegandoci altre strategie ma la cosa che amavo di più era in assoluto il suo modo di esprimersi, di gesticolare.
Si vedeva che era una donna talmente acculturata da far paura, aveva un'intelligenza al di sopra della media.
Osservai le sue mani mordicchiandomi il labbro e ripensai a quando mi aveva fatto letteralmente sua o quando mi aveva stretto la gola, fottendomi senza pietà.
Ma c'era un qualcosa che andava oltre, potevo percepirlo sotto al suo tocco che necessitava tanto amore ma lei stessa lo reprimeva terribilmente, soffrendo.
"Quando scappate non dovete guardarvi indietro, mai, o quando prendete una decisione che potrebbe cambiarvi la vita radicalmente. Avete ancora tante cose da imparare se volete restare dentro a questo mondo che per quanto possa far paura vi insegna a vivere, la vita vera." disse passando tra i banchi e giocherellando con una penna, squadrai il suo corpo perfetto e la guardai colma di desiderio.
"Ci vediamo stasera con le armi." disse salutando gli altri e mi alzai per ultima, mi strinsi nella mia giacca ma la sua voce mi fermò subito.
"Vedo che hai ascoltato con attenzione le mie parole, o sbaglio?" disse appoggiandosi nella scrivania e mi voltai mordendomi il labbro.
"Non sbagli mai." mormorai avvicinandomi al suo corpo e mettendomi davanti, le sue mani afferrarono la mia vita e mi spinse leggermente verso di lei, mi vennero i brividi e se ne accorse.
"Non mi è mai capitato di discutere con qualcuno riguardo a ciò che penso." disse sfiorandomi il viso e feci spallucce guardandola attentamente.
"Nessuno sa tenerti testa, tutti sono letteralmente terrorizzati da te e da quello che potresti fare." sussurrai nel suo orecchio e mi staccai subito dopo.
"Non ti incuriosisce? Avere tutto questo potere nelle tue mani, manipolare qualcuno che vuoi terribilmente e possederlo per davvero." sussurrò ad un centimetro dalle mie labbra con uno sguardo compiaciuto ed ero stregata dalle sue parole così piene di significato.
Sapevo che si stava riferendo a me e decisi di stare al gioco, l'ultima cosa che volevo era sicuramente non cedere.
"Non tutti però riescono a cadere ai tuoi piedi, in particolare i tuoi simili." dissi leccandomi il labbro e con l'indice tracciai il suo collo esposto che volevo letteralmente marchiare e baciare.
Percepii i suoi muscoli irrigidirsi tantissimo ma il suo sguardo non si staccò dal mio, facendomi sorridere.
"E tu sei una di quelle?" disse con un tono abbastanza autoritario e serrai la mascella non smettendo la mia tortura.
"Credevo di avertelo già dimostrato." dissi seria e Zulema scoppiò a ridere scuotendo la testa incredula.
"Per essere come me sai quante cose e limiti devi importi? Dio, bionda." disse alzando la testa guardando in alto e ne approfittai per stringerle la gola con forza, avvicinandola a me e facendola ridere.
Ma notavo dal suo sguardo che si stava innervosendo eccome, non voleva proprio farsi dominare da me.
Da nessuno.
"Non mi conosci, mettimi alla prova e vediamo se riuscirò a stupirti." dissi lasciando la presa sul suo collo e il suo sguardo si incatenò al mio.
"Sono abituata alle delusioni." disse massaggiandosi leggermente il collo e mi staccai dalla sua presa nervosa.
"L'abitudine è una brutta cosa, ti oscura dalla visione che hai sugli altri e non ti permette di vedere per davvero la persona che hai davanti." dissi facendola sorridere quasi soddisfatta dalla mia risposta e sorrise.
"Stiamo parlando di maschere per caso? Perché tu ne hai molte." disse facendomi irrigidire come una statua e scossi la testa ridacchiando piano.
Eccolo lì suo atteggiamento strafottente e come al solito doveva pugnalarmi.
"Vedo che la tua capacità di osservare le persone non passa inosservata." dissi appoggiandomi contro la porta e Zulema si avvicinò a me appoggiando le mani ai lati della mia testa bloccandomi.
Inarcai di poco la schiena leccandomi il labbro e si avvicinò piano mordendo automaticamente il suo.
"Mi piacciono le persone che stanno sempre attente ai dettagli." disse baciandomi la mascella possessivamente e chiusi gli occhi rilassandomi sotto al suo tocco così strafottente.
"A me invece non piacciono quelle che vogliono avere sempre il controllo della situazione, guarda un po'." dissi sfiorandole il labbro inferiore con il mio e uscii da quella stanza lasciandola sola.
Sorrisi soddisfatta salendo velocemente le scale e mi rinchiusi in camera mia con il cuore che batteva all'impazzata.

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